Rimini: il primo festival che indaga il tema della morte. Promosso da AMIR, società di onoranze funebri
4 Novembre 2024 / Redazione
Si è tenuta nelle giornate di commemorazione dei defunti la seconda edizione di un festival coraggioso che ha voluto denunciare l’eclissi e la paura della morte e che si è corroborato della fiducia e della risposta di una comunità partecipe e pronta per spingersi ad abitare con i suoi eventi anche il luogo che più di tutti sintetizza la presa di distanza e, al contempo, il bisogno della dialettica sulla morte: il cimitero della città.
TRA è riuscito a far varcare la soglia della città del silenzio senza remore a centinaia di persone che hanno potuto appurare ciò che in gran parte d’Europa già accade, ovvero che, oltre che luoghi di sepoltura e lutto, di pace e di contemplazione, i cimiteri possono essere anche spazi vitali, di grande interesse artistico, e, soprattutto di incontro fra passato e presente, fra vita e morte. Due momenti e un’occasione – questa volta non mancata – per passeggiare, contemplare, rallentare, ascoltare.
Un lungo corteo ha seguito Michela Cesarini per le strade del cimitero alla scoperta dell’arte e dei personaggi che hanno segnato la storia nell’Ottocento e nel Novecento; una camminata silenziosa ed intensa fra tombe e lapidi, polvere e ombre, immersa nella drammaturgia sonora ideata da Alessandro Renda del Teatro delle Albe, ha destato lo stupore dei tanti avventori del cimitero che provavano a leggere negli sguardi rapiti dei fruitori di NEPHESH – proteggere l’ombra quale voce li guidasse e quale profonda riflessione li muovesse.
I dialoghi ci hanno portato ad immaginare il futuro e a ripensare il passato con un minimo comun denominatore: la limitatezza del tempo, la precarietà della vita.
Davide Sisto, filosofo e tanatologo che da lungo tempo ha consacrato i suoi studi alla relazione tra morte e cultura digitale, ha portato dati ed esperienze che dimostrano che social network, chat, siti web costituiscono insieme oggi il più grande cimitero del mondo e nutrono una comunità che continua a parlare con i propri cari attraverso gli strumenti digitali assottigliando il confine tra i due mondi e, al tempo stesso, allontanando sempre più il momento di arrivare a lasciare andare chi si è perduto.
Carmine Catenacci, professore ordinario di Lingua e letteratura greca all’Università di Chieti, ha affrontato attraverso le parole di Omero, Saffo, Mimnermo, Pindaro e altri autori il concetto di caducità nella Grecia antica dimostrando come il senso del tragico travalichi e superi ogni distanza temporale accomunando ogni essere umano (e mortale).
Il dialogo fra passato e presente è stato anche il focus del percorso artistico che ha visto confrontarsi alcuni artisti contemporanei locali con i temi cha hanno reso grandi le opere dei maestosi artisti rinascimentali che il Museo Luigi Tonini ha la fortuna di ospitare.
La passeggiata fra le sale del Museo in compagnia del Direttore dei Musei Comunali Giovanni Sassu è stata seguita da tanti cittadini e cittadine che hanno condiviso con meraviglia la scoperta del senso del tragico e dello stupore della morte nei capolavori di Bellini e Guercino; la collettiva di arte contemporanea ospitata dalla Galleria Augeo, accompagnata dalla musica in acustico della cantautrice Elisa Ridolfi, ha nuovamente condotto il pensiero alla finitudine e all’oltre.
Organizzatrice dell’evento è AMIR, la società pubblica di onoranze funebri che opera sul territorio della Provincia di Rimini dal 1975 e che, dal 2008, fa parte della compagine di Anthea in collaborazione con AUGEO e il Comune di Rimini.
La peculiarità di azienda pubblica ha sempre spinto AMIR ad avere un’attenzione particolare al territorio e a patrocinare le iniziative che valorizzino il sociale e la cultura dell’identità. Con TRA festa delle anime tra due mondi per la prima volta è la stessa società a ideare e promuovere cultura per il territorio.
In copertina: TRA Festa delle Anime tra due Mondi, ©Riccardo Gallini /GRPhoto