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Per il mese di novembre le entrate previste sono 2.620, i contratti a tempo determinato sono l’83%, +1%


Rallentano le assunzioni in provincia di Rimini


14 Novembre 2024 / Redazione

Rallentano le assunzioni provincia di Rimini, così come a livello nazionale. La Camera di commercio della Romagna diffonde le previsioni occupazionali per il trimestre novembre 2024 – gennaio 2025: le imprese hanno programmato complessivamente 16.560 nuovi ingressi nelle province di Forlì-Cesena e Rimini. Fondamentale il contributo al lavoro dall’immigrazione ‘passaggio d’epoca’ demografico.

Dalle analisi occupazionali diffuse dalla Camera di commercio della Romagna, gli ingressi previsti (entrate per assunzioni a tempo indeterminato e determinato e per attivazioni di forme di lavoro flessibile) nelle province di Forlì-Cesena e Rimini, per il trimestre novembre 2024 – gennaio 2025 sono 16.560.

Gli ingressi previsti nel mese di novembre sono 5.670, 3.050 a Forlì-Cesena e 2.620 a Rimini, e rappresentano il 15,9% del dato regionale (-0,4% rispetto al mese precedente) pari a n. 35.600 l’8,3% (-0,5%) degli ingressi previsti in Italia, pari a 428.000 (-61.000 rispetto a ottobre).

La Camera di commercio della Romagna diffonde le previsioni occupazionali provinciali, elaborate dalle analisi di Excelsior Informa, il Bollettino mensile con orizzonte trimestrale sui fabbisogni occupazionali delle imprese industriali e dei servizi, realizzato da Unioncamere, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e dalle Camere di commercio italiane.

In provincia di Rimini gli ingressi previsti (entrate per assunzioni a tempo indeterminato e determinato e per attivazioni di forme di lavoro flessibile) per il trimestre novembre 2024 – gennaio 2025, sono 7.670. Per il mese di novembre le entrate previste sono 2.620.

Ancora preponderante l’impiego dei contratti a tempo determinato, pari all’83%, +1%.

Per quanto riguarda le entrate nel trimestre, i 5 principali settori di attività, in valore assoluto, risultano i Servizi di alloggio/ristorazione/turismo, con 830 ingressi previsti, il Commercio con 480, i Servizi alle persone con 320, Costruzioni con 230 e i Servizi operativi a supporto delle imprese e delle persone con 160.

Le entrate previste si concentrano per il 75% nel settore servizi (+1%), che comprende commercio, alloggio e ristorazione, servizi alle imprese e alle persone e nel 66% (-3%) dei casi in imprese con meno di 50 dipendenti.

Una quota pari al 31% delle assunzioni previste riguarderà giovani con meno di 30 anni (+2%), mentre il 22% delle imprese prevede di assumere personale immigrato, +6%.

Nel 64% delle entrate viene richiesta esperienza professionale specifica o nello stesso settore (-1%), ma in 49 casi su 100 le imprese prevedono di avere difficoltà a trovare i profili desiderati.

Focus immigrazione e lavoro

Proseguono gli approfondimenti, dopo gli ITS Academy e la formazione terziaria del mese precedente.

Nei prossimi anni l’Italia si troverà a gestire l’impatto di una transizione demografica destinata a investire l’intero sistema sociale, dagli equilibri macroeconomici e di welfare alla vita quotidiana di individui e famiglie.

Tra le innumerevoli declinazioni e implicazioni di questo vero e proprio “passaggio d’epoca” vanno annoverate le tensioni che inevitabilmente si creeranno nei processi di selezione e gestione delle risorse umane da parte delle imprese e delle altre organizzazioni di lavoro, già oggi alle prese con diffuse difficoltà nel reclutare e trattenere le persone di cui hanno bisogno (un caso su due in media). Alle tradizionali problematiche di mismatch tra domanda e offerta di lavoro (nelle loro complesse determinanti, che vanno dall’insufficiente raccordo tra imprese e sistemi formativi all’ampiezza del cuneo fiscale) si andranno a sommare le conseguenze del progressivo assottigliamento delle fasce d’età giovanili, che stanno mettendo a rischio il turnover degli organici aziendali.

Se è vero che le risorse umane immigrate hanno fornito in questi anni un contributo fondamentale nel rispondere ai fabbisogni professionali delle imprese italiane, altrettanto evidenti sono le criticità che caratterizzano i processi di inclusione occupazionale dei lavoratori stranieri e la gestione delle migrazioni economiche. Le evidenze emerse dall’indagine Excelsior consentono di disporre di una fotografia della domanda di lavoro espressa dalle imprese italiane che potrebbe trovare risposta nell’offerta di lavoro immigrata, nella sua articolazione geografica, settoriale e per profili professionali a fronte, peraltro, della percezione di diffuse difficoltà di reclutamento che investono in particolare proprio le risorse umane immigrate.

Lo scenario è caratterizzato dalla presenza in Italia di popolazione residente straniera ‘più giovane’ e dalla prevedibile crescente competizione internazionale per l’attrazione di risorse umane con diversi livelli di qualificazione.

Nel mese di novembre 2024 la richiesta di assunzioni di personale immigrato si attesta, sia a Forlì-Cesena che a Rimini, al 22%, percentuale in continua e forte crescita rispettivamente.

In Italia per l’intero anno 2023 si è rilevata una fortissima richiesta di qualificati/diplomati, pari al 44% delle richieste, quando le figure con lo stesso livello di istruzione nel complesso -italiani e stranieri- sono il 38%.