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Ristampati due volumi dello storico Amedeo Montemaggi su come le popolazioni civili dovettero sopportare i combattimenti della Linea Gotica


E a Rimini arrivò la più terribile settimana di tutti i tempi


18 Novembre 2024 / Paolo Zaghini

Amedeo Montemaggi – Giovanni Tonelli – Marco Colonna: “Fronte di sangue sulla collina. San Lorenzo in Correggiano Settembre 1944″ – Il Ponte

Amedeo Montemaggi: “Linea Gotica 1944. La croce e la spada. I parroci e i generali, popolo e soldati, sulla Linea Gotica Orientale” A cura di Andrea Montemaggi ed Edda Tonini Montemaggi – Il Ponte

La guerra è ormai in tante parti del mondo e ricordare a 80 anni di distanza la nostra non ci fa certo male. La violenza, le distruzioni, i morti di allora ci devono spingere ancor oggi a ricercare la pace come bene fondamentale della convivenza fra i popoli.

Il settimanale cattolico riminese, Il Ponte, in occasione di questo 80° anniversario ha pubblicato due volumi, che si vanno ad aggiungere all’ormai infinita pubblicistica locale sul passaggio della guerra nel settembre 1944 nel territorio riminese. Entrambi si devono alla penna di Amedeo Montemaggi (1923-2011), per tanti anni collaboratore del settimanale.

Il primo è la ristampa di un libro uscito trenta anni fa, “Fronte di sangue sulla collina”, che racconta, come scriveva don Giovanni Tonelli, “la piccola e grande storia della gente di un paese, San Lorenzo in Correggiano, nella collina a metà strada tra Rimini e Riccione che fu teatro di una delle più terribili battaglie della Linea Gotica”.

La settimana dal 13 al 20 settembre 1944 fu, forse, la più tragica che la nostra regione – e l’Italia tutta – abbia mai sperimentato nella sua storia millenaria. Così la racconta Montemaggi: “’Questi venti chilometri fra il monte Titano e il mare decideranno di tutta la campagna d’Italia’, aveva detto il comandante militare tedesco von Vietinghoff e la battaglia atroce costava a ciascuno dei due comandanti un migliaio di perdite al giorno fra morti, feriti e dispersi e portava spaventosi lutti e rovine alle nostre fertili contrade, sottoposte ad uno strazio infinito, alla distruzione, colpendo con la massima ferocia le nostre innocenti popolazioni che, abbandonate da ogni autorità legale, si stringevano attorno ai loro parroci, angosciati e impotenti di fronte a tanto strazio”.

San Lorenzo in Correggiano si trovò per tre giorni sulla direttiva principale dell’attacco canadese a metà settembre 1944. Per cinque volte le truppe canadesi andarono all’assalto delle postazioni tedesche qui approntate. Enormi, dall’una e dall’altra parte, furono le perdite umane e di mezzi. Sempre Montemaggi: “In questi giorni San Lorenzo in Correggiano si trova proprio nell’occhio del ciclone. I suoi abitanti cercano di sopravvivere nell’inferno di bombe e di granate che gli aerei e le navi alleate e le opposte artiglierie scagliavano senza interruzione. Si vive durante il giorno entro cunicoli scavati negli argini dei fossi o in buche sui declivi del colle o nelle cantine rinforzate (quando le case non siano diventate fortilizi tedeschi) o si risale, alla fine, il corso del Marano per rifugiarsi nell’ospitale territorio della repubblica di San Marino, seguendo i parroci che da guide spirituali si sono dovuti trasformare in capipopolo”. Colonna e Tonelli raccolgono dodici testimonianze di quei terribili giorni fra le persone che li vissero sulla loro pelle.

Nel secondo volume i due curatori, il figlio e la moglie di Amedeo Montemaggi, hanno raccolto i numerosi articoli che Lui aveva pubblicato su Il Ponte nel 2004 dedicati a quei molti parroci che nel corso delle settimane della battaglia per lo sfondamento della Linea Gotica tedesca aiutarono i loro parrocchiani a sopravvivere. “Storie di paura e di pianti, – scrive nella Presentazione don Tonelli – di speranze e di eroismi. Sarà facile commuoversi leggendo certe cronache, ma anche le pagine dei diari di quelle tonache coraggiose che scelsero di non abbandonare il proprio, facendosi padri e fratelli di uomini e donne, uniti nel dramma, superando le divisioni tra ‘amici’ e ‘nemici’”.

Dalle pagine del libro emergono le figure di diverse decine di preti che le loro comunità, pur a distanza di decenni, non hanno dimenticato. Fra questi, solo per citarne alcuni, don Serafino Tamagnini, parroco di Vecciano, don Michele Bertozzi, di Coriano, monsignor Amedeo Polverelli che nel suo diario raccontò gli scontri di Montefiore Conca, la tragedia di don Giovanni Montali a San Lorenzino di Riccione, l’eroismo di don Antonio Marcaccini a Farneto di Gemmano e di don Vincenzo Foschi a Cerasolo.

Montemaggi in questi articoli racconta le vicende di questi parroci unendole alla storia degli scontri della guerra. “I parroci di campagna del Riminese si trovarono nell’occhio del ciclone più di qualsiasi altro pastore d’anime del nostro paese perché i combattimenti dell’offensiva continuarono ad imperversare a lungo sulle loro contrade. Contadini e sfollati furono percossi per settimane, giorno e notte, dalla ininterrotta pioggia di milioni di bombe aeree e di granate. All’approssimarsi del fronte anche in Romagna le autorità civile e militari si dileguarono, ed allora quelle povere genti, rimaste prive d’ogni punto di direzione e sostegno, si rivolsero ai parroci, cercando e chiedendo loro speranza, fiducia e salvezza”.

Don Tonelli chiude la sua Presentazione al volume così: “Oggi come ieri, il mondo ha bisogno di testimoni che sappiano gridare ‘pace’ dove purtroppo ogni giorno di più si ode ‘guerra’. Che sappiano camminare su percorsi di dialogo e di ascolto e non di giudizio e di violenza. Questo libro ha il merito di incoraggiare chi crede in un futuro diverso”.

Paolo Zaghini