Confartigianato: “Nel riminese la spesa alimentare natalizia vale 160 milioni di euro”
5 Dicembre 2024 / Redazione
Con l’arrivo del Natale il portafoglio si alleggerisce notevolmente. In Provincia di Rimini si spenderanno 160 milioni di euro nel mese di dicembre in prodotti alimentari e bevande e in altri prodotti e servizi tipici natalizi.
Su scala regionale la spesa sarà di 2,16 miliardi e a guidare la classifica è Bologna (524 milioni) seguita da Modena (328), Reggio Emilia (245), Parma (219), Ravenna (191), Forlì-Cesena (184), Ferrara (171) e Piacenza (138). Il 62,5% della spesa è costituito da prodotti alimentari e bevande e per Rimini la stima è di 100 milioni la spesa in questo settore.
Per questo motivo Confartigianato Imprese Emilia-Romagna ha avviato la campagna ‘Acquistiamo locale’, un invito a regalare e a regalarsi prodotti a valore artigiano made in Italy, espressione della creatività e della tipicità delle nostre imprese. L’invito è a concentrare su imprese del territorio le proprie spese, che valgono un decimo delle vendite al dettaglio dell’anno. Grazie al pagamento delle tredicesime, i redditi da lavoro dipendente nell’ultimo trimestre dell’anno superano del 20,7% la media dei primi tre trimestri.
“Vogliamo stimolare attraverso questi messaggi – spiega Davide Cupioli, presidente di Confartigianato Imprese Rimini – il riconoscimento del valore della nostra cultura imprenditoriale, il gusto per il bello, il buono e il ben fatto frutto del lavoro degli artigiani. È un investimento in eccellenza, sostenibilità e identità culturale, che porta con sé una profonda dimensione etica e relazionale. È la scelta consapevole, responsabile e sostenibile per rinsaldare il rapporto di fiducia tra imprenditori e cittadini nelle comunità” – conclude Cupioli.
Lo studio regionale di Confartigianato Imprese evidenzia una quota rilevante di domanda intercettabile dalle piccole imprese di prossimità e dall’artigianato. Sei piccole imprese su dieci hanno come mercato geografico di riferimento il comune di localizzazione dell’impresa o altri comuni della stessa regione. Un consumatore su quattro privilegia prodotti a chilometro zero.