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Dal 1840 diversi autori hanno pubblicato opere più o meno approfondite, eccone una scelta


Parlare Romagnolo: undici dizionari da tenere nello scaffale


18 Dicembre 2024 / Paolo Zaghini

Il nostro giornale on-line ha dedicato da sempre grande attenzione al dialetto, sia pubblicando le poesie in vernacolo del nostro amico Ivano Aurelio Muratori, sia segnalando da parte mia numerosi libri in dialetto nella rubrica “La Torre di Babele Riminese”, ed ultimamente con la rubrica “I que us dis isè” degli amici Beppe e Paolo.

Un dialetto sempre meno parlato correntemente, fatto salvo per le compagnie teatrali dialettali che con coraggio e ostinazione continuano a proporre, anno dopo anno, nuovi testi che vengono rappresentati sui palcoscenici della provincia, e direi anche con grande successo di pubblico. Ma in questi ultimi anni sono venuti a mancare alcuni degli auatori aiù importanti: da Guido Lucchini ad Amos Piccini, a Giuseppe Lo Magro.

E poi c’è l’ampio numero di “poeti romagnoli”, non sempre di qualità eccelsa, ma comunque tutti meritevoli di attenzione. Ed è importante che il più vecchio premio romagnolo dedicato alla poesia a San Clemente prosegua: il “concorso di poesia dialettale Giustiniano Villa” è arrivato nel 2024 alla 32. edizione. Poesie e zirudele. Ma anche qui la scomparsa dei grandi vecchi, da Tonino Guerra a Raffaello Baldini, da Gianni Fucci a Nino Pedretti, a Giuliana Rocchi, si avverte. La vera novità degli ultimi anni sono però le autrici: da Germana Borgini a Lidiana Fabbri, da Anna Maria Pozzi ad Annalisa Teodorani. Ma diamo merito anche a chi con ostinazione continua a proporre testi poetici di qualità come Miro Gori, Francesco Gabellini, Lorenzo Scarponi e vorrei gratificare in questo elenco anche il nostro Ivano Aurelio Muratori.

Ma il problema che oggi volevo porre è la comprensione di questi testi, con l’uso di termini dialettali che rischiano di essere non compresi. E taccio sulla diversità della scrittura dialettale, con l’uso di accenti, dittonghi, apostrofi provenienti da eredità latine, galliche, longobarde, volgare, diversa da zona a zona.

Per far fronte a questa difficoltà di comprensione io ricorro normalmente al “Dizionario romagnolo (ragionato)” di Gianni Quondamatteo uscito in due volumi nei primi anni Ottanta. Ancor oggi lo ritengo lo strumento di consultazione migliore che ci sia, nonostante le critiche che gli sono state mosse.

Ma partendo da questa riflessione a tutto campo mi sono addentrato a guardare i non tanti dizionari tematici esistenti.
Partirei dal primo, il più vecchio, scritto dal faentino Antonio Morri nel 1840. Con numerose ristampe successive. Ma per le indicazioni bibliografiche di tutti i volumi segnalati rinvierei alla bibliografia in fondo a questo articolo. E’ un dizionario romagnolo-italiano, che ha una grafia dei lemmi sommaria. Ma dobbiamo ribaltare il punto di partenza: tutti parlavano in dialetto, dal contadino al borghese, all’aristocratico, al prete. Il problema del borghese, del prete, dell’aristocratico era di parlare in italiano, che non conoscevano e non usavano. Dunque avevano bisogno di uno strumento che gli consentisse di conoscere la traduzione italiana della lingua, il dialetto, da loro parlata.

Lo stesso vale per l’opera dell’imolese Antonio Mattioli, uscita nel 1879. Anche questa dal romagnolo all’italiano. La nuova borghesia, dopo l’unità d’Italia, aveva bisogno di strumenti per usare la nuova lingua nazionale in maniera corretta traducendo i vocaboli dialettali in italiano. Infatti questo volume di Mattioli potrebbe essere definito un vocabolario della Crusca in dialetto.

Il primo dizionario moderno, dal romagnolo all’italiano e dall’italiano in romagnolo, è quello del ravennate Libero Ercolani uscito nel 1971. L’italiano si è ormai affermato, ma esiste ancora la necessità di relazionarsi con le parole dialettali che continuano ad essere usate in molte parti del territorio. L’Autore ha raccolto migliaia di parole sul territorio romagnolo, ma in particolare nel ravennate (corrispondente all’area linguistica definita delle Ville Unite, tra Forlì e Ravenna, ritenuta fonte del nostro dialetto più genuino), ed ha provato a proporre modi dire che utilizzassero quelle parole. Ha cercato insomma di tramandare un dialetto vivo, usato dalla gente tutti i giorni. Ma l’esito non è sempre stato dei migliori.

E poi il frutto della grande ricerca del gruppo di amici di Gianni Quondamatteo durato oltre vent’anni (era partito nel 1960). Con tappe intermedie come “Tremila modi di dire dialettali (in Romagna)” del 1974, “Il grande dizionario (e ricettario) gastronomico romagnolo” del 1978. Fra il 1982 e il 1983 uscirono per la Tipolito La Pieve i due volumi del “Dizionario romagnolo (ragionato)”. Disse il glottologo austriaco Friedrich Schurr, considerato il maggiore studioso della lingua romagnola: “in realtà non esiste un dialetto romagnolo, ma un’infinità di parlate romagnole digradanti di luogo in luogo, continue variazioni su un fondo comune”. E il lavoro di Quondamatteo eleva il dialetto riminese fra quelli importanti della Romagna (seppure ancor oggi esso sia spesso snobbato dai puristi dialettali ravennati e forlivesi).

Nel 1996 esce il vocabolario romagnolo-italiano di Adelmo Masotti, che ha un’ampia diffusione grazie all’edizione a fascicoli allegata a Il Resto del Carlino nel 2005. Questo dizionario, frutto di un paziente lavoro di ricerca, unisce al romagnolo tradizionale anche la terminologia culturale, scientifica, tecnica, sportiva, che consente di uniformare ai tempi il linguaggio.

Infine il lavoro di Amos Piccini, il dizionario-vademecun dall’italiano al dialetto romagnolo uscito nel 1999 per Guaraldi. Quasi un promemoria per se stesso, la traduzione in dialetto delle parole maggiormente usate. Parole che gli servivano per i suoi testi teatrali in dialetto, per i suoi libri in vernacolo riminese.

E per ultimo i libri del faentino Gilberto Casadio “Vocabolario etimologico romagnolo” del 2008 e quello del forlivese Giorgio Lazzari “Dizionario etimologico romagnolo” uscito nel 2020.

L’etimologia è la scienza che studia la storia delle parole, indagandone l’origine e l’evoluzione fonetica, morfologica, semantica. Questi due libri questo fanno: quello di Casadio registra solo voci dialettali che si discostano in maniera sensibile dai loro corrispettivi in italiano. Casadio è vice-Presidente dell’Associazione “Schurr” e nella redazione della sua rivista “La ludla”. E questo libro vuole essere non un generico dizionario, come uno di quelli che i romagnoli hanno conosciuto dal 1840 in poi. Quello di Lazzari prosegue sul lavoro avviato da Casadio: il suo Dizionario ci rappresenta uno spaccato della operosa vita di cent’anni fa, di cui sopravvivono parole e locuzioni di antica origine e proprio la ricerca dell’origine di queste antiche parole gli ha dato una impronta particolare.

Dunque questi dizionari/vocabolari raccontano una storia, quella del nostro dialetto romagnolo dal 1840 ad oggi. Ogni autore ci ha fornito una propria visione del mondo in cui, in quel momento, il dialetto era usato. Strumenti di lavoro questi libri sì, ma anche palcoscenici da cui guardare la nostra Romagna attraverso i decenni e la sua crescita economica e culturale.

Paolo Zaghini

Bibliografia
(le informazioni sono riprese dal sito ScopriRete della rete bibliotecaria di Romagna e San Marino)

  • Antonio Morri (1793-1868) “Vocabolario romagnolo-italiano” per i tipi di Pietro Conti all’Apollo, 1840 (consultabile nella biblioteca di Rimini-Gambalunga); rist. Galeati, 1879; rist. anastatica Forni, 1969 (consultabile nelle biblioteche di Cattolica, Misano, Rimini-Archivio di Stato) e 1983 (consultabile nelle biblioteche di Coriano, Riccione, Santarcangelo); rist. Katia editrice, 1990
  • Antonio Mattioli “Vocabolario romagnolo-italiano, con appendice” Galeati, 1879 (consultabile nella biblioteca di Riccione o in rete https://books.google.it/books?id=1acWAAAAMAAJ&printsec=frontcover#v=onepage&q&f=false); rist. anastatica Forni, 1986 (consultabile nelle biblioteche di Coriano, Rimini-Archivio di Stato, Santarcangelo-Museo etnografico)
  • Libero Ercolani (1914-1997) “Vocabolario romagnolo-italiano” Banca del Monte di Ravenna, 1962 (consultabile nella biblioteca di Rimini-Gambalunga)
  • Libero Ercolani (1914-1997) “Vocabolario romagnolo-italiano, italiano-romagnolo” Edizioni del Girasole, 1971 (consultabile nelle biblioteche di Coriano, Morciano, Riccione, Rimini-Gambalunga, Saludecio, Santarcangelo, Santarcangelo-Museo etnografico); rist. ampliata Edizioni del Girasole, 1994 (consultabile nelle biblioteche di Cattolica, Rimini-Gambalunga, Santarcangelo); rist. Edizioni del Girasole, 2002 (consultabile nella biblioteca di Villa Verucchio)
  • Gianni Quondamatteo (1910-1992) “Tremila modi di dire dialettali (in Romagna)” Galeati, 1973-1974 in 3 v. (consultabile nelle biblioteche di Cattolica, Coriano, Gemmano, Misano, Poggio Torriana, Rimini-Gambalunga, Saludecio, Santarcangelo, Villa Verucchio); rist. in unico volume Galeati, 1978 (consultabile nelle biblioteche di Bellaria, Cattolica, Coriano, Rimini-Gambalunga, Saludecio, San Clemente, San Giovanni in Marignano)
  • Gianni Quondamatteo (1910-1992) “Grande dizionario (e ricettario) gastronomico romagnolo” Galeati, 1978 (consultabile nelle biblioteche di Bellaria, Cattolica, Coriano, Montescudo-Monte Colombo, Morciano, Riccione, Rimini-Gambalunga, Saludecio, San Clemente, San Giovanni in Marignano, Santarcangelo, Santarcangelo-Museo etnografico)
  • Gianni Quondamatteo (1910-1992) “Dizionario romagnolo (ragionato)” Tipolito La pieve, 1982-1983, 2 v. (consultabile nelle biblioteche di Bellaria, Cattolica, Coriano, Riccione, Rimini-Gambalunga, Saludecio, San Clemente, San Giovanni in Marignano, San Leo, Santarcangelo, Santarcangelo-Museo etnografico)
  • Adelmo Masotti “Vocabolario romagnolo italiano” Zanichelli, 1996 (consultabile nelle biblioteche di Coriano, Riccione, Rimini-Gambalunga, San Giovanni in Marignano, Santarcangelo-Museo etnografico, Villa Verucchio); rist. ed. speciale venduta a fascicoli in allegato a Il Resto del Carlino, 2005 (consultabile nelle biblioteche di Cattolica, Montescudo-Monte Colombo, Novafeltria, Saludecio)
  • Amos Piccini (1926-2022) “Vèin sa mè ch’a zarchém e’ dialèt : dizionario-vademecum dall’italiano al dialetto riminese” Guaraldi, 1999 (consultabile nelle biblioteche di Coriano, Montescudo-Monte Colombo, Rimini-Gambalunga, San Giovanni in Marignano, Santarcangelo-Museo etnografico, Verucchio)
  • Gilberto Casadio (1946- ) “Vocabolario etimologico romagnolo” La Mandragora, 2008 (consultabile nelle biblioteche di Cattolica, Coriano, Misano, Monte Copiolo, Montescudo-Monte Colombo, Novafeltria, Poggio Torriana, Riccione, Rimini-Gambalunga, Saludecio, San Clemente, San Giovanni in Marignano, Santarcangelo, Villa Verucchio)
  • Giorgio Lazzari (1939- ) “Dizionario etimologico romagnolo” Il ponte vecchio, 2020 (consultabile nelle biblioteche di Cattolica,Montecopiolo, Riccione, Rimini-Gambalunga, San Giovanni in Marignano, Santarcangelo)