Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto che disciplina la riforma della scuola promossa dal ministro Valditara. I punti sono parecchi, la vicesindaca Chiara Bellini del comune di Rimini con delega alle politiche per l’educazione ne ha commentati alcuni a proposito del dimensionamento della rete scolastica.
Recita il decreto
“Tutte le Regioni che risulteranno aver effettuato il dimensionamento nei termini previsti potranno usufruire di una serie di misure agevolative”, ha comunicato in una nota il ministro dell’Istruzione. Tra le agevolazioni “la possibilità di istituire classi anche senza il requisito del numero minimo di studenti, la salvaguardia del personale Ata per l’anno scolastico 2025/26 e la nomina di un docente con funzioni vicarie del dirigente scolastico sulle scuole oggetto di dimensionamento”. Inoltre, con le misure adottate “offriamo alle Regioni che dimensionano condizioni di maggior favore nella realizzazione del servizio. Nessun plesso verrà chiuso, ma vi sarà una scuola meglio organizzata e più vicina agli studenti”, ha aggiunto il ministro.
Il commento di Bellini
“Il decreto appena approvato dal Consiglio dei Ministri che prevede il dimensionamento della rete scolastica, con l’eliminazione dei limiti minimi per la formazione delle classi quali incentivi per le Regioni che aderiscono, rischia di avere un impatto negativo su aree già in difficoltà. La razionalizzazione richiesta, infatti, rischia di diventare penalizzante per i territori, andando a gravare sul fenomeno dello spopolamento e sui servizi.
È positivo che il decreto preveda una deroga al requisito del numero minimo di studenti per istituire le classi, evitando così chiusure dei plessi. Tuttavia, subordinare questi vantaggi all’obbligo di razionalizzare la rete scolastica può rappresentare un errore strategico, in alcuni casi, se non compensato da altre misure.
Invece di incentivare i territori a chiudere o accorpare scuole, bisognerebbe puntare su politiche che migliorino l’offerta educativa e rafforzino il tessuto sociale delle aree più vulnerabili, nelle quali la presenza delle scuole è essenziale. Nel contesto riminese, ad esempio, si è investito nella manutenzione e nel miglioramento delle strutture scolastiche, come gli interventi a Corpolò, Montecieco e Santa Giustina, perché, come amministrazione, siamo fortemente convinti del beneficio che comportano i presidi scolastici diffusi, in tutte le aree cittadine, quali ‘sorgenti’ fondamentali per la vitalità della comunità.
Ciò di cui il sistema scolastico ha davvero bisogno è un piano di investimenti strategici su servizi a lungo termine che tengano conto dei bisogni sociali delle persone, capace di puntare su innovazione, crescita e riqualificazione, dando nuova linfa all’educazione e quindi al futuro delle nuove generazioni”.