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La sindaca Angelini torna al suo posto, la Lega chieda scusa


A chi dà fastidio il Pd di Riccione?


5 Novembre 2023 / Maurizio Melucci

Le pillole di questa domenica le dedico a Riccione. La sentenza del Consiglio di Stato che ha ribaltato la sentenza del Tar è stato un secondo terremoto politico.

Riccione, il ritorno della sindaca Angelini e della volontà degli elettori

Il Consiglio di Stato con una sentenza netta non solo ribalta la sentenza del Tar di Bologna che aveva annullato, cancellato le elezioni del 2022, ma soprattutto da una lezione di diritto in materia elettorale con un principio inviolabile: Rispettare la volontà degli elettori. A Riccione il giudizio degli elettori con il voto è stato inequivocabile. Duemila voti di scarto tra centrosinistra e centrodestra e vittoria al primo turno per 48 voti sopra il quorum del 50%. In sintesi 50,29 per la candidata Angelini e 37,84 per il candidato Caldari.

Certo le sentenze si rispettano (vorrei vedere) ma si possono criticare. Ad esempio perché i giudici del Tar non hanno tenuto conto delle sentenze del Consiglio di Stato poi citate nel dispositivo di accoglimento del ricorso e ne hanno citate solo altre?  Ad esempio, scrivono i giudici del CdS: “Costituiscono irregolarità non sostanziali, inidonee a determinare la declaratoria di annullamento e rinnovazione delle operazioni elettorali, i vizi formali nella compilazione dei verbali delle sezioni elettorali o da questi emergenti, che riguardino, di volta in volta, la corrispondenza tra il numero degli iscritti e dei votanti, il numero delle schede autenticate, di quelle utilizzate per il voto e di quelle non utilizzate, il riepilogo dei voti relativi allo scrutinio, la congruenza tra voti di preferenza e voti di lista, dal momento che la deduzione dell’omessa o inesatta verbalizzazione di tali dati non può giustificare la declaratoria di annullamento e rinnovazione delle operazioni elettorali allorché non si denunci anche la concreta irregolarità nella conduzione delle operazioni di voto (Cons. Stato, Sez. II, 10 febbraio 2022, n. 984) e in quanto da simili irregolarità non deriva alcun pregiudizio di livello garantistico o alcuna compressione della libera espressione del voto, tale da compromettere l’accertamento della reale volontà del corpo elettorale» (Cons. Stato, Sez. II, 11 maggio 2022, n. 3722); così come “Non sono … elementi in sé decisivi per inficiare le operazioni di voto: l’omessa specificazione del numero delle schede inizialmente autenticate e successivamente non votate (Cons. Stato, Sez. V, 16 marzo 2016, n. 1067)”.

Più chiaro di così. Irregolarità formali se non accompagnate a denunce sulla conduzione del voto non possono invalidare una elezione. Nessuno, e dico nessuno ha sollevato problemi durante le operazioni di voto.

Riccione, la Lega chieda scusa alla città

La Lega sostiene con Raffaelli e Morrone che il ricorso al Tar era “coerente e legittimo”. Ogni partito fa politica come ritiene. In questo caso invece di interrogarsi perché hanno perso le elezioni in modo clamoroso pur avendo una sindaca uscente .- che aveva vinto due volte delle elezioni – hanno preferito “risolvere” il problema con un ricorso al Tar. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. La Lega dovrebbe chiedere scusa per altre ragioni. Diverse da quelle del ricorso al Tar. Provo a dire le più importanti:

  • Esponenti della Lega hanno detto “meglio il commissario di una sindaca, di una giunta e di un consiglio comunale”. Una stupidaggine colossale. I commissari fanno la normale amministrazione. Gestiscono, non governano. Quattro mesi cruciali durante l’estate completamente persi. Il Festival del Sole è stato recuperato grazie al Pd, solo per citare le difficoltà oggettive di un commissario di governo.
  • Avere fatto passare l’idea che ci sono stati brogli elettorali. Certo, come già scritto, il Tar ci ha messo del suo. Ma cavalcare quella sentenza da parte della politica è stato un gravissimo errore. In primo luogo, perché le elezioni sono state gestiste dalla giunta Tosi. Inoltre è un discredito per tutta la politica a di là degli schieramenti politici.
  • Ritenere che la sentenza del Consiglio di Stato, netta e motivata, non cancelli i “fatti” secondo Elena Raffaelli, che scriveva: “Qualunque sia l’esito della sentenza del Consiglio di Stato, rimarrà comunque indelebile un grave deficit di credibilità nei confronti di Angelini e della sua Giunta. I fatti non si cancellano”. I presunti “fatti” sono stati cancellati dal Consiglio di Stato.

Molto meglio Fratelli d’Italia che ha evitato strumentalizzazioni e polemiche gratuite. Anzi ha precisato che non aveva  fatto il ricorso al Tar.

Elena Raffaelli della Lega

A chi da fastidio il Pd di Riccione?

Una cosa è certa. C’è chi pensa che il Pd di Riccione debba essere ridimensionato, emarginato, ridotto ai minimi termini. Non si tratta degli avversari del centrodestra. Troppo facile. E’ un filo rosso che unisce esponenti riminesi, commentatori politici, riccionesi con la ricerca di una rivincita, finti civici.

Dà fastidio che il Pd sia l’unica forza politica che sta “occupando” in modo serio la scena riccionese. Da fastidio che il Pd abbia ritrovato, con la segreteria di Riziero Santi, un’unità interna che mancava da anni. Non è solo fastidio, vi è anche una buona dose di paura o preoccupazione.

Il Pd riccionese negli anni è stato in grado di cambiare gli equilibri politici di tutta la federazione del Pd. Penso che lo possa fare anche in futuro.

Il Pd di Riccione esce dal commissariamento rafforzato. E’ stato sulla scena politica in modo autorevole, ha tenuto la barra sulla sindaca Angelini, ha fatto politica, ha spiegato ai cittadini cosa è successo con la sentenza del Tar. Una vera forza politica.

Questa forza politica sarà determinante per la sindaca Angelini. Non deve preoccuparsi della forza del Pd. Anzi deve saperla usare per l’azione del governo. Daniela Angelini ha il compito di valorizzare questa forza politica come merita. Non deve ascoltare chi consiglia di fare da sola. Non è il tempo e neanche il momento. Troppe le sfide delle prossime settimane e mesi che richiedono un grande sforzo comune.

Maurizio Melucci