A Londra social housing per donne dai 50 anni in su, a Rimini sarebbe un successone
27 Agosto 2023 / Lia Celi
C’è chi per la vecchiaia sogna di trasferirsi alle Canarie, chi di ritirarsi in campagna, chi di salire su una nave da crociera e di scenderne solo con i piedi in avanti dopo aver fatto non so quanti giri del mondo. Anch’io ho il mio sogno per la terza età: vivere in un social housing per donne dai 50 anni in su, come quello di cui parla un articolo sul quotidiano inglese The Guardian.
L’idea è nata da un gruppo di signore londinesi, che qualche anno fa hanno escogitato e realizzato, col sostegno pubblico, New Ground, un progetto abitativo fatto di piccoli appartamenti affacciati su un giardino comune, e provvisto di laboratori e sala da ballo. Qui possono venire a vivere, pagando un affitto più che ragionevole, donne sole anziane (in Inghilterra sono la stragrande maggioranza della popolazione over 60). Vedova, separata o single per scelta, ogni inquilina di New Ground può avere la sua privacy e al tempo stesso contare sulla solidarietà e la mutua assistenza di una comunità, che offre anche momenti di creatività con corsi di pittura o di recitazione, feste ed eventi mondani cui invitare figli, fratelli o fidanzati.
Le signore si autogestiscono: divise in apposite squadre, si occupano delle pulizie e della manutenzione del giardino, e quelle più in gamba monitorano la salute delle più anziane e meno autosufficienti, facendo la spesa per loro se non possono muoversi. Questa soluzione ha tolto un gran pensiero a tante famiglie, sicure che le loro mamme e nonne sono serene e in buona compagnia, e ha consentito un bel risparmio di denaro pubblico, visti i costi delle residenze per anziani, che peraltro, come da noi, durante il Covid non hanno fatto proprio una gran figura.
Le ospiti del social housing britannico, anziché intristirsi come inevitabilmente succede in una casa di riposo, vista comprensibilmente come l’anticamera del riposo eterno, vivono una seconda giovinezza, sperimentando a dispetto dei capelli bianchi e degli acciacchi tutto il cameratismo e l’entusiasmo di una banda di studentesse. Compresa la possibilità di ricevere eventuali boyfriend – ma solo in visita. Di farli venire ad abitare, non se ne parla. Pruderie vittoriana? Nemmeno per sogno. Una delle promotrici di New Ground spiega che quando un analogo social housing “for women only” in Canada ha aperto le porte agli uomini pensando che “sarebbero stati utili per cambiare le lampadine”, in quattro e quattr’otto gli ospiti maschi si sono accaparrati tutte le posizioni dirigenziali. Se non potevano comandare, non si divertivano. Così le vecchie ragazze di New Ground hanno imparato a cambiare le lampadine da sole e ad aggiustare tutto l’aggiustabile, frequentando compagnia maschile solo a scopo ricreativo. La piccola città delle donne funziona alla grande, e molte residenti non rimpiangono di aver lasciato case più spaziose per trasferirsi in piccoli bilocali: i benefit sono decisamente superiori alle rinunce.
Spero che per quando sarò diventata una vegliarda (non manca poi molto) siano nati dei New Ground anche dalle mie parti. Un social housing di anziane riminesi potrebbe diventare uno dei luoghi più vivaci e attraenti della città, e vista l’energia e l’intraprendenza delle donne di qui, anche una miniera d’oro. Se al complesso abitativo fosse annesso un ristorante, chi non ci andrebbe fiducioso? Se poi le signore offrissero in appositi locali un servizio di babysitting per chi non ha nonne disponibili (e sono tanti), la «comune» guadagnerebbe abbastanza per mantenersi alla grande. Certo, ogni tanto bisognerà aprire le porte a qualche uomo. Come farebbe un’anziana riminese, senza un uomo da sgridare?
Lia Celi