A Riccione l’ordine pubblico l’hanno privatizzato
20 Luglio 2020 / Nando Piccari
È da giorni che gli esponenti più fortunati della vipperia locale non stanno più nei panni, ovviamente firmati, per la contentezza di essere riusciti, giovedì scorso, chi a toccare il loro mito Briatore e chi solo a vederlo, ma così vicino da poterlo guardare nelle palle degli occhi.
È indubbio che il divo Briatore, con quella sua “toccata e fuga”, abbia onorato non solo Riccione, dove s’è intrattenuto per il tempo di una coppa di champagne, ma pure l’intera Provincia di Rimini, la sua Riviera e un po’ anche Miramare, avendo parcheggiato all’aeroporto il suo aereo privato.
Ha scritto il Carlino che «i bagnini lo hanno visto comparire davanti agli stabilimenti, tra chiringuiti, turisti e tende, scambiando qualche parola». Se nel farlo ha ripetuto il frasario che qualche sera fa gli ho sentito usare in TV, rispondendo a Giletti che lo intervistava genuflesso, avrà più o meno detto che “a chi hanno fatto tutto questo ci dico bravo, perché la gente sono molto contenti”.
Annota ancora il quotidiano che «chi lo ha visto (…) qualche domanda se la sarà fatta». Magari è probabile che si sia chiesto: “Ma come può andare in televisione uno che in italiano fa questi“sfromboloni”? Che avesse ragione Tremonti quando sosteneva che per fare i soldi non serve la cultura” ?
A quella serata mondana ha naturalmente preso parte la “Sindaca ridens” di Riccione (pardon, il “Sindaco ridens”, perché lei e la corianese Spinelli non vogliono smancerie di stampo femminista).
Nell’occasione, i giornali ci hanno regalato una delle dodici foto settimanali del suo ammiratissimo “sorriso Durbans” . Veramente sarebbero “undici e mezzo”, poiché s’intuisce che, al contrario, nella foto che la ritrae con Bonaccini il suo sorriso sia piuttosto stiracchiato: che stesse pensando “ma non poteva esserci qui la Bergonzoni?”.
La foto insieme al Presidente della Regione testimonia tuttavia come il Signor Sindaco Renata Tosi non partecipi solo ad eventi festaioli, ma anche ad una miriade di riunioni inerenti al suo mandato.
Ne ha disertato solo una: quella del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, il che le ha procurato una caterva di critiche. Ma le cose vanno dette come sono: lei (pardon, lui) aveva tre validissime ragioni per “fare puffi”.
La prima: anche se tutti sostengono che la Dottoressa Alessandra Camporota e due suoi predecessori, Umberto Calandrella e Claudio Palomba, siano stati i tre migliori Prefetti finora assegnati alla nostra provincia, il Sindaco Tosi non ci casca. Sì, perché solo lei (pardon, lui) ha capito di che pasta sia fatta la Prefetta che sta per lasciarci: «un funzionario dello Stato che fa politica e offende i cittadini della provincia di Rimini con parole offensive che denotano scarsa conoscenza del territorio, della sua economia, del carattere dei romagnoli, delle città e delle comunità romagnole». Insomma, una comunista e per di più incompetente, che se ci fosse ancora Salvini al Viminale ci penserebbe lui…
La seconda: ma perché il Sindaco Tosi dovrebbe perdere tempo in Prefettura, a chiacchierare di sicurezza e ordine pubblico, quando la Giunta di Riccione vi ha già provveduto da sola, mettendo insieme una bella quaterna di vigilanza rondaiola?
Ha voglia il Questore a obiettare «sia ben chiaro, noi facciamo il nostro lavoro e loro non possono svolgerlo. Non ci possono sostituire, loro possono fare presenza e fare segnalazioni, le forze dello Stato sono un’altra cosa». Dica ciò che vuole, ma alla sicurezza dei Riccionesi continuerà a pensarci la Lega, cioè il Signor Sindaco e il suo assessore… d’acqua salata, Elena Raffaelli.
La terza ragione è forse la più importante: ma che senso avrebbe avuto partecipare ad una riunione senza neanche un fotografo che la (pardon, lo) ritraesse in tutto lo splendore della sua dentatura?
Nando Piccari
Post scriptum
Io razzista? Sono loro che son negri!
Francamente non capisco tutto questo can can contro il povero Cristiano Mauri, l’assessore leghista di Bellaria che si dice fosse stato in precedenza anche Consigliere Comunale a Rimini. Ma la cosa non è sicura, dato che nessuno se ne ricorda.
Lo infamano perché sui social ha messo un like a chi si dichiarava «orgoglioso di essere bianco». Ma cosa c’è di male?
Per ragioni che qui sarebbe lungo esporre, sono due estati che non metto piede in spiaggia, per cui mi ritrovo anch’io ad essere bianco come non mi era mai successo.
Però, contrariamente all’assessore legaiolo, non arrivo a vantarmene; anzi, quando incrocio qualcuno abbronzatissimo, pur non sentendomi sfigato proprio del tutto, devo ammettere che l’istinto di mandarlo a quel paese mi verrebbe.
Il fatto che il Mauri, al contrario di me, si senta orgoglioso del suo pallore, dipende solo da una differenza di punti di vista.
E allora cosa vogliamo fare? Per dimostrare che non è un razzista a cui fanno schifo quelli di pelle scura, lo costringiamo a stare sdraiato delle ore su di una brandina, in riva al mare, a prendere la tintarella? E magari anche a comprare qualcosa da un venditore abusivo “negro”? E quando torna in Comune, ad assentarsi di tanto in tanto dalle riunioni di Giunta per andare in bagno, a spalmarsi uno spruzzo di crema autoabbronzante?
Insomma, ognuno deve avere la libertà di sentirsi come vuole. Anche un coglione, se gli va.