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In Emilia-Romagna già nove morti nei primi due mesi del 2024, l'edilizia è sempre il settore più colpito


A Rimini crescono ancora infortuni sul lavoro e malattie professionali


6 Aprile 2024 / Redazione

Aumentano, passando da otto a nove (+12,5%) gli infortuni mortali in Emilia-Romagna: sono quelli dei primi due mesi del 2024 e tutte le nove morti bianche hanno riguardato persone tra i 41 ed i 65 anni, con prevalenza di occupazione nei settori dell’industria e dei servizi. Gli infortuni invece sono cresciuti del 5,1%: 11.820 rispetto agli 11.243 dello stesso periodo 2023 (va un po’ meglio a Rimini: ‘solo’ +3 con 684 denunce). In generale la fascia di età dove si è concentrata la maggior parte degli infortuni è stata ancora 41-65 anni, ma con un aumento del 45% degli infortuni di ultra 65enni, confermando una tendenza già in atto. Spiccano anche 1.229 malattie professionali denunciate tra gennaio e febbraio (+31,9% rispetto alle 932 dello stesso periodo del 2023).

Analizzando i settori dove sono avvenuti gli infortuni in Emilia-Romagna, per primi vengono industria e servizi (9.003), poi agricoltura (492), attività per conto dello Stato (2.325). A gennaio-febbraio, rispetto allo stesso periodo 2023, aumentano “significativamente” gli infortuni denunciati nelle costruzioni, nell’industria alimentare, nel trasporto e magazzinaggio ed infine in sanità-assistenza sociale.

A mettere in fila i dati è l’Osservatorio di Cgil e Inca dell’Emilia-Romagna; dati ripresi dalla Camera del lavoro di Rimini per un approfondimento locale. Il settore che in provincia di Rimini conta il maggior numero di infortuni sono le costruzioni (8,3% sul totale). Continuano ad essere numerosi, ed in forte aumento sul 2023, gli infortuni in sanità e sociale: 41 (erano 23 nel primo bimestre dell’anno scorso). Per quanto riguarda le malattie professionali il dato a febbraio, rispetto allo stesso periodo del 2023, conta già 73 denunce (+30,4%). “Il dato conferma il forte aumento già registrato a gennaio 2024, rilevato anche dal patronato Inca di Rimini”.

Nel bimestre gennaio-febbraio 2024 il 41,1% delle denunce di malattia professionale in provincia di Rimini ha riguardato donne, 30 su 73 totali (+76% rispetto allo stesso periodo del 2023, quando le denunce di donne erano state 17). “Si evidenzia nel complesso, tra le patologie denunciate, un’incidenza percentuale superiore alla media regionale per quelle legate al sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo; 64,4% in provincia di Rimini contro il 49,1%”. Per quanto riguarda gli infortuni denunciati e gli infortuni con esito mortale, la Cgil afferma che “risulta rilevante il numero di denunce in cui non è possibile determinare il settore di appartenenza; i dati Inail peraltro non consentono l’attribuzione degli eventi alle attività in appalto”.

L’istituzione, il 4 dicembre scorso, del tavolo provinciale sulla salute, sicurezza nei luoghi di lavoro e legalità, nell’ambito del Patto provinciale per il Lavoro e per il Clima “è stato sicuramente un passo importante nella direzione di ricercare soluzioni condivise” e la Cgil di Rimini ha partecipato ai diversi incontri: ci sarà anhe al prossimo, il 17 aprile, “per rivendicare la necessità di definire azioni specifiche e operative”.

Il Protocollo provinciale sugli appalti pubblici sottoscritto nel 2022 “va aggiornato con gli stessi contenuti di quello firmato recentemente con il Comune di Santarcangelo di Romagna. Vanno infatti estese le tutele in particolare nei settori della logistica e dell’edilizia, affinché si possa garantire maggiore legalità, qualità del lavoro e sicurezza dei lavoratori anche negli appalti privati”.

(Agenzia DIRE)