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Nel totale dei settori il saldo negativo dal pre-pandemia è di 2.500 posti e l'economia sta frenando: il rapporto Ires presentato dalla CGIL


A Rimini il turismo ha perso quasi 13mila occupati in quattro anni


1 Marzo 2024 / Redazione

In provincia di Rimini persi duemila e cinquecento posti di lavoro tra il 2019, anno pre-pandemia, e il 2022, secondo il Rapporto Ires presentato ieri dalla Cgil nella sala Massimo Pironi della Provincia.

Il settore turistico è tra i più colpiti, con il numero di occupati che è sceso da 46.605 nel 2018 a 33.813 nel 2022. La pandemia ha accentuato la situazione, portando il settore ‘commercio, alberghi e ristoranti’ a una perdita significativa di posti di lavoro. Nonostante i dati macroeconomici provinciali abbiano registrato un aumento, il numero dei lavoratori è rimasto pressoché stabile, segnando un -18,6% rispetto al 2019.

L’agricoltura è il settore che ha subito la maggiore contrazione, passando da 2.580 occupati nel 2019 a soli 1.461 nel 2022. Nel settore delle costruzioni, l’effetto Superbonus ha portato a un aumento dei lavoratori da 6.613 nel 2018 a 8.463 nel 2022.

Il tasso di disoccupazione è in diminuzione, con 10.000 persone alla ricerca di lavoro nel 2022, rispetto alle oltre 12.700 nel 2019. Tuttavia, il numero di inattivi, coloro che smettono di cercare lavoro, è cresciuto del 11% in soli quattro anni.

Il rapporto evidenzia anche un aumento della popolazione anziana nella provincia, con un numero di anziani doppio rispetto alla popolazione sotto i 15 anni. Le previsioni per l’economia regionale indicano un rallentamento nel 2024, con l’industria come il settore più colpito.

La presentazione del rapporto è stata accompagnata dalla discussione sull’Osservatorio della Caritas, che ha rivelato un aumento delle persone in stato di fragilità sociale che vivono in case con contratto in comodato d’uso gratuito, spesso legate a situazioni di affitti ‘in nero’.

LILLA PARCO, MANCINO, BRAGAGNI

Demografia
L’invecchiamento della popolazione residente raggiunge un indice di vecchiaia che nel 2023 ha raggiunto quota 197,7 e, per il Comune di Rimini, superiore a 200. Significa un numero di anziani doppio rispetto alla popolazione con meno di 15 anni. I dati segnalano che nelle aree interne l’indice di vecchiaia supera quota 300, perciò 1 “giovane” ogni 3 “anziani”. Dal 2003 al 2023 la popolazione anziana è cresciuta del 45%. Si tratta di elementi da mettere al centro della programmazione economica e sociale per gli investimenti pubblici dei prossimi anni.

Mercato del lavoro
Nonostante una quasi stabilità degli occupati nel 2022, si è registrata una flessione nel medio periodo, con un decremento del tasso di occupazione provinciale. Tuttavia, il tasso di disoccupazione diminuisce, sebbene sia necessario considerare le dinamiche di medio periodo, inclusi gli aumenti degli inattivi. In tal senso restano da affrontare alcuni nodi: l’attrattività del mercato del lavoro riminese anche in rapporto a politiche attive e passive del lavoro che – di fatto – sono inadeguate alla struttura dell’economia riminese, come nel caso delle “coperture” NASPI per i rapporti di lavoro stagionali.

Ambiente
Una prima dimensione esplorata grazie ai dati resi disponibili da Ispra è quella del consumo di suolo, alla base di diverse criticità, come l’aumento del rischio idro-geologico. La provincia di Rimini nel 2022 presenta un consumo di suolo pari al 12,5%, decisamente superiore a quello medio emiliano-romagnolo, attestato all’8,9% (l’Emilia-Romagna è fra le prime regioni italiane, con Lombardia, Veneto e Campania, per quota percentuale di suolo consumato) e anche a quello italiano (7,1%).

Al riguardo, un altro indicatore di interesse è quello relativo alla disponibilità di verde urbano: il comune capoluogo, con 21,2 mq. per abitante, mostra un valore significativamente inferiore rispetto al territorio regionale (45 mq per abitante) e a quello nazionale (32,5 mq per abitante).
Un altro aspetto, legato ai precedenti, da tenere in considerazione è il rischio idro-geologico, problema assai critico in Emilia-Romagna. Ciò vale anche per la provincia di Rimini. Più in specifico, la pericolosità idraulica (rischio alluvioni) interessa il 9,2% del territorio (11,6% a livello emiliano-romagnolo), su cui insiste però il 26,7% della popolazione residente (mentre a livello Emilia-Romagna non si arriva al 10%), il 24,8% delle imprese e il 4,2% dei beni culturali della provincia.

VANELLI

Al termine dell’illustrazione della ricerca sono stati affrontati i temi connessi a legalità e povertà, attraverso gli interventi di Francesco Bragagni (Assessore alla legalità del Comune di Rimini) e Isabella Mancino (Responsabile Osservatorio CARITAS).
Caritas, nel suo Osservatorio, ha posto l’accento, tra i vari temi, su quelli legati all’abitare. In particolare aumentano nella Diocesi le persone in stato di fragilità sociale che vivono in case con contratto in comodato d’uso gratuito; si tratta spesso di situazioni di affitti “in nero”, tema sul quale va posta la dovuta attenzione e vigilanza.

Le crescenti fragilità sociali del territorio, in quanto elementi di attrazione della criminalità organizzata, sono state affrontate anche dall’intervento dell’Assessore Francesco Bragagni. Su questi temi è stata posta l’attenzione in modo particolare sulla “cultura della legalità”, perciò sulla necessità di proseguire in tutte quelle attività volte a far crescere questa consapevolezza tra le studentesse e gli studenti del comune di Rimini, in rapporto con le realtà associative locali. In tema di beni confiscati alle mafie, oltre all’Assessore Francesco Bragagni, si è soffermata anche la Segretaria generale CGIL Rimini Francesca Lilla Parco, evidenziando l’esigenza di introdurre meccanismi che accelerino il rientro dei beni nella disponibilità della collettività.

Qui il rapporto completo