Abbiamo la nostra Felliniland ma possiamo fare di meglio
20 Agosto 2022 / Giuliano Bonizzato
A Borgo San Giuliano Gelsomina esegue con la tromba il motivo de “La strada”. In Piazza Tre Martiri Zampanò si esibisce spezzando una catena coi ‘muscoli pettorali ovverosia del petto’, mentre quattro ragazze dal culone impressionante salgono e scendono continuamente dalle biciclette davanti alla cappella di Sant’Antonio. In Corso d’Augusto due Vescovi scivolano veloci sui pattini a rotelle tenendosi vezzosamente per mano.
In Piazza Ferrari un tizio allampanato, arrampicato su un albero, urla voglio una donaaaa, mentre una bambina travestita da suorina nana gli intima di scendere. In Piazza Cavour la Volpina mostra la lingua occhieggiando tra le colonne di Palazzo Garampi e lo Zio Pataca fa il giocoliere davanti alla fontana della Pigna. A Marina Centro una formosa Anita Ekberg si bagna nella Fontana dei Quattro Cavalli.(N.B. I turisti possono entrare nella vasca per abbracciarla uno alla volta e soltanto quando lei grida ‘Marcelooo’).
Non può mancare la Saraghina che ancheggia nella zona della spiaggia libera circondata da nugoli di bambini, mentre sulla terrazza del Grand Hotel Ginger e Fred danzano il tip tap a beneficio dei più abbienti. Alla Darsena sfreccia avanti e indietro “Scurezza” di Corpolò su Guzzi d’epoca, il Ponte di Tiberio è stato trasformato nel set della cena di Trimalcione del Satiricon con i commensali vestiti da antichi Romani stesi sui lettini da spiaggia. C’è perfino una finta Tabaccheria dove una gigantessa, a richiesta, solleva di peso il turista sin all’altezza dei suoi enormi seni.
E’ Felliniland, la Nuova Rimini che ci verrà prima o poi proposta, stante l’irresistibile richiamo turistico del “fellinesque”. Il termine, ovviamente spregiativo, (fellinesco nulla ha a che vedere con felliniano) fu coniato da una Francia amante sincera del nostro Federico, per definire la tendenza a ridurre a marionette i suoi personaggi e in stereotipi le sue creazioni.
Una tendenza che si è rivelata vincente con l’Oscar conquistato dalla “Grande bellezza” di Sorrentino che riprende in senso volutamente caricaturale temi e stilemi del Maestro. Nasca dunque Felliniland che, oltre a farci conquistare l’Oscar del Turismo, darà lavoro a musicisti, circensi, attori, costumisti registi e sceneggiatori. Qualcosina a Rimini si è già vista.
Ma possiamo fare di meglio. Avete presente la ‘fabbrica della nebbia’ davanti alla Rocca Malatestiana? Beh, cominciamo col piazzare lì davanti un buon filodrammatico locale che interpreti il nonno di Amarcord, ripetendo in continuazione : –‘Mo se la morte è così …non è mica un bel lavoro! Sparito tutto: la gente , gli alberi gli uccellini per aria , il vino…Tè cul!
Irresistibile.
Giuliano Bonizzato
(Il sorriso della motociclista. Cronache di Rimini e della Romagna. Ed. Il ponte Vecchio 2021.)