Home___aperturaAddio al presidente Napolitano: le immagini delle sue numerose visite a Rimini

Si è spento a 98 anni dopo una lunga malattia, fu il primo a essere rieletto nella più alta carica dello Stato


Addio al presidente Napolitano: le immagini delle sue numerose visite a Rimini


22 Settembre 2023 / Redazione

Alle ore 19.45, il Presidente Emerito della Repubblica, senatore Giorgio Napolitano, si è spento presso la clinica Salvator Mundi al Gianicolo in Roma.

Ci lascia l’uomo delle riforme a tutti i costi, napoletano di gran classe, elegante e “pignolo”, come egli stesso si è definito.

La foto ufficiale del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano affissa in tutti gli uffici pubblici d’Italia nel corso della durata del suo incarico, dal 15 maggio 2006 al 14 gennaio 2015

Attento ad ogni dettaglio, lavoratore instancabile, profondo conoscitore della vita parlamentare e delle dinamiche politiche dell’intera storia repubblicana. Sempre accompagnato con discrezione dalla moglie Clio, Giorgio Napolitano ha iniziato il suo primo settennato al Quirinale, nel 2006, gioendo per la vittoria dell’Italia ai mondiali di calcio di Berlino e ha concluso i quasi due anni del secondo mandato con qualche rimpianto per non essere riuscito a vedere del tutto compiuti quei cambiamenti istituzionali per i quali tanto si è speso.

8 febbraio 1980. Cattolica, Cinema Ariston. Manifestazione con Giorgio Napolitano, membro della Segreteria Nazionale del PCI, su “Pace, disarmo, distensione”. Al microfono Napoltano

Ma soprattutto “re Giorgio” ha dovuto affrontare quello che in molti considerano il periodo più buio degli ultimi 50 anni, navigando a vista tra gli scogli di una durissima crisi economica. E lo ha fatto con una convinzione incrollabile: che l’Italia avesse bisogno di stabilità politica. In nome di questo principio ha cercato sempre di evitare scioglimenti anticipati della legislatura. Certamente il momento peggiore – che ha coniugato amarezza personale e preoccupazione istituzionale – è stato il suo coinvolgimento indiretto nel processo sulla presunta trattativa Stato-mafia con l’eccezionale deposizione alla Corte di Palermo salita in trasferta al Quirinale.

Quella di Napolitano non è stata infatti una presidenza leggera, né facile. Ma ha mantenuto sempre l’impegno preso il 15 maggio del 2006 quando da neo-presidente promise solennemente davanti alle Camere che non sarebbe mai stato il capo dello Stato della maggioranza che lo aveva eletto, ma che avrebbe sempre guardato all’interesse generale del Paese. E così è stato, visto che dopo essere salito sul Colle più alto della politica italiana con i soli voti del centrosinistra, ha chiuso il primo settennato con l’aperto sostengo del centrodestra.

9 febbraio 1980. Bellaria. Giorgio Napolitano all’inaugurazione della sede del PCI di Bellaria-Igea Marina (in Via Alicata). Da sin. l’on. Francesco Alici, il Segretario del PCI di Bellaria-Igea Marina Nino Vasini, Napolitano, il Segretario della Federazione Comunista Nando Piccari, il membro della Segreteria Federale Primo Ghiradelli

Un sostegno che si è via via raffreddato durante lo storico bis nel 2013 al Quirinale che ha visto Silvio Berlusconi condannato e spesso i suoi all’attacco politico del presidente. L’elezione del 2006 non era per niente scontata. La sua provenienza dal Pci lo faceva guardare con sospetto dal centrodestra berlusconiano. Ma il fatto di essere il primo dirigente comunista a diventare presidente della Repubblica non ha impedito al Cavaliere di riservargli, dopo poco, pubbliche lodi. Fino alla richiesta di far restare lui al Quirinale per superare quella turbolenta fase politica. Un Parlamento annichilito, dopo aver bruciato nel segreto dell’urna calibri come Franco Marini e Romano Prodi gli consegnò di nuovo lo scettro del Colle, inondandolo di applausi mentre Napolitano teneva nell’aula di Montecitorio un discorso durissimo nei confronti di un’intera classe politica.

10 febbraio 1980. Da sin. Renato Zangheri, Sindaco di Bologna, Giorgio Napolitano

Le sue capacità di tenuta psicologica e mediazione gli sono state unanimemente riconosciute negli anni. Persino la Lega ha dovuto inizialmente riconoscergli l’impegno sul fronte del federalismo, nonostante piu’ volte il capo dello Stato abbia redarguito il Carroccio sul tema dell’Unita nazionale. Lasciata con dispiacere l’amatissima casa nel rione Monti, ha dedicato grande attenzione alle relazioni internazionali. Indubitabile è stata infatti la stima che ha goduto all’estero: Washington, ad esempio, lo ha sempre considerato uno fra gli interlocutori più autorevoli e affidabili.

 9 febbraio 1980. Bellaria. Giorgio Napolitano all’inaugurazione della sede del PCI di Bellaria-Igea Marina (in Via Alicata)

Europeista convinto, Napolitano ha sempre sostenuto l’indispensabilità dell’Unione europea convincendosi via via che, così come in Italia, solo decise riforme dell’euroburocrazia potevano frenare il distacco dei cittadini e raffreddare il populismo crescente. Affabile e cortese, dai toni sempre misurati, si è trovato a dover affrontare un muro contro muro solo con Grillo e il suo movimento, visto dal capo dello Stato, almeno nelle sue componenti più estreme, come il germe dell’antipolitica. Uno degli elementi caratterizzanti della sua presidenza è stato il tentativo di parlare all’Italia intera, di sedare lo scontro fra le correnti (a partire da quelle del Pd), di promuovere il dialogo fra le forze politiche nell’interesse del Paese. Compito non facile durante gli anni turbolenti dei suoi mandati. I primi due dei quali li passa monitorando le fibrillazioni che tengono il governo Prodi costantemente sul filo del rasoio. Fino alla caduta e al ritorno del Cavaliere a palazzo Chigi.

22 giugno – 7 luglio 1985. Rimini-Miramare, Colonia Bolognese. Festa de L’Unità al mare. Saluto di Giorgio Napolitano, membro della Segreteria Nazionale. A sin. il sen. Francesco Alici

I successivi tre anni scorrono nello sforzo di arginare l’attivismo di Berlusconi, evitando che le furiose polemiche sulle leggi ad personam prima e sugli scandali sessuali poi minassero la saldezza delle istituzioni. Tentando di non fare ‘sconti’ al centrodestra, ma preferendo l’arma della ‘moral suasion’ a quella, ben più dirompente, del rinvio dei provvedimenti alle Camere.

4 aprile 1998. Rimini, conferenza stampa nella sala della Giunta. Incontro dei pubblici amministratori riminesi sull’ordine pubblico svoltasi nella Sala del Museo. Da sin. Beniamino Andreatta, Ministro della Difesa, Giorgio Napolitano, Ministro degli Interni, il Sindaco Giuseppe Chicchi

21 agosto 2012. Rimini, Piazza Tre Martiri. Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica, rende omaggio ai Tre Martiri, i giovani partigiani Mario Capelli, Luigi Nicolò e Adelio Pagliarani impiccati il 16 agosto 1944. Da sin. l’Assessore regionale Maurizio Melucci, il Sindaco Andrea Gnassi, Napolitano

21 agosto 2012. Rimini, Grand Hotel. In occasione del 40° anniversario della nascita dell’Istituto per la Storia della Resistenza della Provincia di Rimini venne stampata una litografia del pittore Alberto Sughi, la cui prima copia venne donata al Presidente Napolitano in occasione della sua visita a Rimini. Da sin. il Sindaco Andrea Gnassi, il Presidente della Provincia Stefano Vitali, Napolitano, il Prefetto, il Presidente dell’Istituto Storico della Resistenza Paolo Zaghini, il sen. Sergio Zavoli, l’editore Pietroneno Capitani

Ma il passaggio che lo consegnerà alla storia come ‘re Giorgio” (così lo incoronò il New York Times) è quello che nel novembre 2011 porta Mario Monti a palazzo Chigi. I critici parleranno di Repubblica presidenziale, di interpretazione estensiva delle sue prerogative. I sostenitori la giudicheranno una mossa determinante per evitare che il Paese, spinto sull’orlo del baratro dalla crisi del debito sovrano, precipiti. Evitato il default, l’Italia non riesce però a schivare la recessione. L’immagine del governo ‘tecnico’ del presidente risulta danneggiata. E con essa anche il sostegno politico all’inquilino del Colle. Le fibrillazioni del Pdl portano alle dimissioni di Monti e a quella ‘salita in politica’ del professore che Napolitano, inutilmente, sconsigliò. I risultati elettorali che non diedero una maggioranza chiara, i veti incrociati dei partiti spinsero quindi Napolitano a nominare Enrico Letta sulla base di una larga intesa. Poi l’ascesa irrefrenabile di Renzi con il quale, nonostante la differenza di età, ha saputo costruire un rapporto sincero e pragmatico. Napolitano ha rassegnato le dimissioni il 14 gennaio 2015. È divenuto poi Senatore di diritto e a vita quale Presidente Emerito della Repubblica.

(ANSA)

(Nell’immagine in apertura: 25 settembre 2013. Roma, sede RAI. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano interviene alla festa organizzata dalla RAI per i 90 anni del sen. Sergio Zavoli. Da sin. Zavoli, Napolitano)