Alleanza Verdi Sinistra: “Sulle spiagge la destra sbaglia da sempre”
12 Agosto 2024 / Redazione
“Ha illuso per anni le imprese balneari – scrivono in una nota Fortunato Stramandinoli di Sinistra Italiana e Paolo Silingardi di Europa Verde – che fosse possibile rinviare le gare sine die, traendone forse un vantaggio elettorale, ma contribuendo certamente a rendere sempre più difficile una soluzione che sia in linea con la normativa europea, ma senza penalizzare gli investimenti e le giuste aspettative degli operatori. Ora che i nodi vengono al pettine, continua a rinviare qualsiasi decisione, a causa delle proprie divisioni interne e di una generale incapacità di disegnare una prospettiva.
Noi manteniamo la nostra posizione di sempre: è necessario procedere alle gare, ma con alcuni vincoli ben precisi.
Innanzitutto – prosegue la nota – il riconoscimento di un indennizzo per i concessionari uscenti, che ripaghi gli investimenti effettuati previa autorizzazione, compreso l’avviamento, riconoscendo la particolarità, tra cultura dell’ospitalità e tradizione, che appartiene alla gestione sui nostri territori.
La possibilità per lo stesso soggetto imprenditoriale di detenere un numero molto limitato di concessioni e proporzionato all’area di riferimento e che abbia sede fiscale in Italia.
La decadenza immediata della concessione in caso di gravi o reiterate violazioni della normativa in materia fiscale, di lavoro e di tutela ambientale – continuano Fortunato Stramandinoli di Sinistra Italiana e Paolo Silingardi di Europa Verde – nonché l’obbligo di garantire il pieno e libero accesso all’arenile.
Un adeguamento al rialzo dei canoni, che possono anche essere oggetto di offerta al rialzo, ma sempre in un contesto che privilegi la qualità ambientale e sociale della proposta e con una durata temporale chiara ed adeguata alle richieste ed ai vincoli imposti dai bandi.
In ogni caso – conclude la nota di Alleanza Verdi Sinistra – le spiagge vanno dichiarate bene comune e di conseguenza una grande parte di esse devono restare e tornare pubbliche e libere.
Riteniamo che questa impostazione consenta di rispondere ai giusti timori degli operatori di veder vanificare anni di impegno e lavoro, risponda alle sollecitazioni comunitarie e consenta di fare un passo in avanti nella direzione di un’offerta balneare responsabile sul piano sociale e ambientale”.