Alluvione, on line la piattaforma Sfinge per chiedere rimborsi ma beni mobili esclusi
23 Novembre 2023 / Redazione
Dal 15 novembre è on line la piattaforma informatica regionale “Sfinge alluvione 2023” per le richieste di famiglie e imprese che possono chiedere il contributo per i danni causati dalle alluvioni di maggio attraverso la piattaforma informatica (https://alluvione2023.regione.emilia-romagna.it/).
La piattaforma, realizzata dalla Regione nel 2012 per la gestione delle richieste di contributo a seguito del sisma in Emilia, è stata riconfigurata, in collaborazione con la Struttura commissariale per la Ricostruzione, sulla base dei parametri e requisiti indicati nelle ordinanze firmate dal Commissario straordinario per l’alluvione, il generale Francesco Paolo Figliuolo, d’intesa col presidente Stefano Bonaccini, che riveste il ruolo di subcommissario: la numero 11/2023 che indica le modalità da seguire per le domande provenienti dalle attività produttive e la 14/2023 dedicata a quelle per cittadini e famiglie.
La quantificazione del danno subito, ma soprattutto il nesso di causalità tra il danno e gli eventi calamitosi, dovranno essere giustificati tramite perizia asseverata o, a seconda dei casi, tramite perizia giurata, utilizzando l’apposito modello riportato negli allegati delle ordinanze; le perizie dovranno essere redatte da un tecnico abilitato, iscritto a un ordine o a un collegio, privo di interessi comuni con il committente.
Ciò che sarà riconosciuto è indicato dettagliatamente nelle singole ordinanze commissariali: sul sito della struttura commissariale.
Per accedere a “Sfinge Alluvione 2023” occorre avere l’accreditamento digitale (Spid, Carta di Identità Elettronica o Carta Nazionale Servizi) e possedere un indirizzo di posta certificata (pec).
Come presentare la domanda
La domanda per ottenere i rimborsi deve essere presentata dagli interessati o da un loro delegato munito di procura speciale solo tramite la piattaforma informatica dedicata. Alla domanda dovranno essere allegati obbligatoriamente i seguenti documenti: scheda di rilevazione dei danni, redatta da un professionista abilitato, secondo lo schema riportato negli allegati; perizia tecnica asseverata o giurata rilasciata da un professionista abilitato; progetto degli interventi proposti, con l’indicazione degli interventi di ricostruzione, di ripristino e di riparazione necessari, corredati da computo metrico estimativo, da cui risulti l’entità del contributo richiesto.
Il link d’accesso alla piattaforma, così come le informazioni via via che saranno aggiornate, si troverà anche sul portale della Regione Emilia Romagna e nella sezione ‘Misure di sostegno’ del sito dedicato all’alluvione: https://www.regione.emilia-romagna.it/alluvione/aiuti
Beni mobili non rimborsabili
Per il momento non potranno essere chiesti rimborsi per i beni nobili distrutti dall’alluvione, come per esempio le automobili. Per esse si sono stati solo i contributi della Regione Emilia-Romagna a chi è stato costretto a sostituirle: “Mancano risorse e gli indennizzi per beni mobili distrutti. Non arretreremo fino a quando la ricostruzione non sarà completata e i rimborsi garantiti al 100%”, ha ricordato il presidente Stefano Bonaccini.
“Approfitto del fatto che Meloni si sia finalmente ricordata dell’alluvione per tornare a chiederle se sia confermato l’impegno solenne che proprio lei prese qui, sul territorio, all’indomani dell’alluvione, e cioè garantire il 100% di rimborsi per i danni subiti da famiglie e imprese”, prosegue sui social il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, ricordando alla premier “che il decreto del suo Governo ancora oggi esclude dai rimborsi tutti i beni mobili devastati dall’alluvione (cucine, sale da pranzo, camere da letto, elettrodomestici, autovetture e motoveicoli, eccetera). Venga a spiegarlo alle famiglie alluvionate che quei danni non possono essere ristorati”.
Oppure, è l’invito di Bonaccini, “corregga la norma, accogliendo l’emendamento che abbiamo presentato al Senato per coprire finalmente questi beni esclusi. Ecco, mi aspetterei di sentire la premier parlare di questo. O del fatto che, ad oggi, sono presenti meno di un terzo delle risorse necessarie per la ricostruzione in generale, e in particolare meno di un terzo di quelle stimate dal suo esecutivo per gli indennizzi per famiglie e imprese. Un Governo dovrebbe parlare con gli atti concreti più che alimentare polemiche sul nulla”