Home___aperturaAlluvione Romagna: 2.500 sfollati, bimba di 7 anni salvata dall’aeronautica

Dall'inizio dell'emergenza impegnati circa 650 volontari di cui 400 da altre regioni, raccolto di frutta colmpletamente perduto


Alluvione Romagna: 2.500 sfollati, bimba di 7 anni salvata dall’aeronautica


20 Settembre 2024 / Redazione

“Si è spinta su e mi ha abbracciato, piangeva. A bordo finalmente si sentiva sicura e ha smesso di piangere. E’ stata la sensazione più bella”. Ricorda con emozione la bimba di 7 anni, salvata da un balcone mentre l’acqua era sempre più alta, l’aerosoccoritore dell’Aeronautica militare, del 15mo stormo che, con tutta la Difesa, su ordine del ministro Guido Crosetto, è intervenuta con i suoi equipaggi SAR nelle aree dell’Emilia Romagna colpite dall’alluvione.

“Gli equipaggi del 15mo stormo dell’Aeronautica militare – ha spiegato infine- hanno iniziato ad operare la sera di mercoledi, soccorrendo 45 persone tra Lugo e Traversara”.

In questi giorni di maltempo, in Emilia-Romagna, sono in tutto 2.500 gli sfollati, “la gran parte in via precauzionale”, e alcuni già al rientro a casa. Al momento non si registrano infatti più fuoriuscite d’acqua su Senio e Lamone e intanto, le previsioni meteo vedono un deciso miglioramento, con i prossimi tre giorni di tempo sereno. La presidente della Regione, Irene Priolo, stamattina in volo in elicottero sulle aree alluvionate, ha potuto vedere la situazione a Lugo e Traversara di Bagnacavallo, nel ravennate, e Idice nel bolognese. Con lei Carlo Dall’Oppio, capo del corpo nazionale dei Vigili del fuoco, Francesco Notaro, comandante regionale, e Rita Nicolini, direttore dell’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile. Poi Priolo ha partecipato al Centro Coordinamento Soccorsi (Ccs) in Prefettura a Ravenna, insieme al prefetto, Castrese De Rosa, dove ha fatto il punto con i sindaci del territorio.

I territori più colpiti sono nel ravennate, con il Lamone che ha rotto a Traversara di Bagnacavallo, e il Senio che ha passato l’argine all’altezza di Cotignola, con l’acqua defluita verso Lugo, che si sta allagando. Per il ponte ferroviario di Boncellino è stato chiesto l’aiuto a Rfi per intervenire per rimuovere il legname: qui è al lavoro il Genio guastatori paracadutisti della Folgore.

A Faenza gli allagamenti sono stati in particolare in via Cimatti e via Pellico, e ci sono criticità a Castel Bolognese e in Appennino, con frane e ruscellamenti diffusi. Nel forlivese, il Montone ha causato un grosso sfiancamento dell’argine a valle del capoluogo e qui il cantiere per l’intervento d’urgenza è già attivo. Nel bolognese le criticità sono causate dall’Idice (il cantiere in corso aveva lasciato aperta una “finestra” per consentire un deflusso controllato) e dal Quaderna si spiega. Questa mattina alle 8, risultavano ancora 1.300 interruzioni di energia elettrica, in corso di ripristino. Guardando ai singoli territori, nel forlivese oggi otto Comuni hanno disposto la chiusura delle scuole.

A Modigliana ci sono tecnici di Hera al lavoro, autobotti e camion cisterna in azione per gestire la rottura dell’acquedotto. L’obiettivo è mettere in piedi entro sera un’infrastruttura provvisoria per garantire l’acqua. I tecnici sono al lavoro anche sulla rete fognaria. Diverse strade provinciali sono chiuse per allagamenti o frane. Passando al ravennate, ieri sera è partita l’evacuazione di 180 pazienti dall’ospedale di Lugo, mentre a Bagnavallo si sta mettendo in sicurezza un allevamento di suini, circa 5.000 capi dove è arrivata l’acqua. Le strade statali sono tutte percorribili. Sono in corso le attività di svuotamento di strade e case alluvionate.

Dall’inizio dell’emergenza sono stati impegnati circa 400 volontari dalle altre regioni e circa 250 dai coordinamenti e associazioni emiliano-romagnole. Le colonne mobili regionali (Friuli Venezia Giulia, Toscana, Veneto, Lombardia, Provincia autonoma di Trento) da oggi è ridislocato così: Friuli Venezia Giulia a Forlì, Lombardia a Faenza e Bagnacavallo, Toscana a Lugo, Veneto a Riolo, Brisighella e, a seguire, Unione Faentina e Bagnacavallo; Provincia autonoma di Trento: San Lazzaro di Savena e, a seguire, Bagnacavallo.

Dopo le piogge incessanti degli ultimi giorni e la rottura dell’argine del Senio, a Lugo si fanno i conti con una nuova alluvione. Da ieri pomeriggio infatti in città è arrivata l’acqua del Senio, che aveva rotto l’argine all’altezza di Cotignola. La carica sembra essersi esaurita, ma gli effetti sono tuttora ben visibili. Ora gli abitanti, aiutati anche dal sole della giornata, sono al lavoro con pompe e idrovore, e lasciano fuori dai cancelli quello che rimane nelle cantine e dei garage.

La zona più colpita è in particolare Dogana, vicino all’Ospedale Umberto I che ieri per precauzione era stato evacuato, ma che non ha subito danni, e un tratto di strada ancora allagato in via Lato di Mezzo, poco prima di un sottopassaggio ancora inaccessibile. Fino a ieri, raccontano i residenti, le strade erano un unico fiume che arrivava al ginocchio, mentre oggi gradualmente l’acqua sta defluendo dai tombini con il livello in progressivo abbassamento. Tra via Toscana e viale Dante, invece, un grosso pezzo di strada è ancora allagato, con l’acqua fin sopra le caviglie. Nelle case attorno, tanti ingressi sono ancora inaccessibili e i danni sono evidenti.

In alcune abitazioni l’acqua è entrata, e non solo nei seminterrati, mentre i cortili di alcune strade sono completamente sommersi. La sensazione è che, seppur la furia della calamità sia ormai alle spalle, il lavoro per gli abitanti di Lugo sia appena cominciato.

Coldiretti non esita a definire “drammatica” la situazione delle aziende agricole in Romagna. Nelle campagne colpite dalla violenta ondata di maltempo delle ultime ore prosegue la conta dei danni. E nel ravennate l’80% delle aziende danneggiate sono le stesse devastate dall’alluvione del 2023. Secondo il monitoraggio della Coldiretti l’acqua ha inondato i terreni coltivati a ortaggi e gli alberi di mele, pere, kiwi, susine con impianti danneggiati nella zona del faentino, nel bagnacavallese e a Cotignola, dove l’acqua è arrivata alla frutta, ricoprendola di fanghiglia.

Così il raccolto si può considerare “perso”, ma il ristagno idrico, se dovesse prolungarsi, metterebbe a rischio tutti i frutteti, come accaduto nel 2023. Le piante cariche di frutta, spiega l’associazione, stanno collassando, piegandosi, e al momento è complesso stabilire se gli impianti saranno o meno recuperabili. Danni si contano anche ai vigneti, con il pericolo di non poter riprendere a breve le attività di vendemmia.

“Drammatica” anche la situazione nelle colline dove i nuovi movimenti franosi hanno colpito molte delle aziende agricole già danneggiate dall’alluvione dello scorso anno. Anche nelle Marche, conclude Coldiretti, si contano i danni degli allagamenti che hanno interessato tutta la fascia costiera colpendo soprattutto terreni coltivati a ortaggi. Ma il maltempo ha colpito anche in Puglia con una grandinata che si è abbattuta sugli uliveti nel barese, a Ruvo di Puglia, spazzando via le olive e spezzando rami e foglie.

(Agenzia DIRE)