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Croatti (M5S): "Governo onori questa ricorrenza emanando immediatamente decreti e misure urgenti"


Alluvione Romagna, CGIL: “Promesse Meloni finite nel fango”


16 Maggio 2024 / Redazione

Le promesse del Governo Meloni “sono finite nel fango”. Duro il bilancio della Cgil dell’Emilia-Romagna un anno dopo l’alluvione. Ad un anno di distanza “è necessario ricordare il dramma che il nostro territorio ha subito e stringersi al fianco di chi continua purtroppo a subirne le conseguenze. Serve però fare anche un bilancio delle scelte che sono state fatte”, afferma il sindacati. I danni complessivi inferti al nostro territorio sono stati di circa 9,5 miliardi di euro e il Governo “nei giorni immediatamente successivi all’alluvione si è speso in passerelle, promettendo che avrebbe garantito il risarcimento del 100% dei danni subiti dalla popolazione e una ricostruzione rapida ed efficace. Le cose però non sono purtroppo andate in questo modo”, rileva la Cgil. A oggi, spiega infatti la Cgil regionale, “quasi la totalità delle famiglie colpite non ha ricevuto nessun risarcimento per i danni subiti, a eccezione dei primi interventi realizzati attraverso il Cas ed il Cis. Il Governo, che aveva promesso il risarcimento del 100% dei danni, non ha invece ancora trovato il tempo di approvare un emendamento che consenta il risarcimento dei beni mobili (mobilio, elettrodomestici, eccetera). Si tratta di una autentica vergogna, uno schiaffo alla popolazione colpita”.

Inoltre, argomenta ancora il sindacato, le “procedure previste risultano complesse e farraginose e mancano ancora le regole per disciplinare l’utilizzo del credito di imposta per l’erogazione dei risarcimenti, provvedimento richiesto dalle organizzazioni Sindacali e recepito nell’ultima legge di bilancio”. Sul versante della ricostruzione, poi, il Governo “ha stanziato la metà dei fondi necessari. Inoltre, non si hanno più notizie dell’assegnazione di 1,2 miliardi di euro del Pnrr annunciata in pompa magna dalla presidente Meloni. Non si sa quindi se si tratta di risorse aggiuntive rispetto a quelle già stanziate e quali siano le modalità e le tempistiche per la realizzazione dei progetti”.

Non ultimo il tema del personale negli anti locali per gestire bandi e cantieri. “Ad oggi risultano grandi difficoltà a realizzare anche le poche assunzioni previste. In questo modo diventa sempre più un miraggio l’obiettivo di una ricostruzione rapida e sostenibile dal punto di vista sociale e ambientale, in grado di affrontare l’emergenza climatica che stiamo attraversando”. Al commissario Figliuolo “abbiamo da subito proposto di condividere un protocollo con tutte le istituzioni e le parti sociali per garantire la legalità, la qualità del lavoro e la sicurezza sul lavoro nella ricostruzione. Non siamo stati ascoltati e il commissario ha predisposto un protocollo con le Prefetture parziale e insufficiente”. Il bilancio che ne emerge, dunque, “è chiaramente preoccupante e negativo per i territori coinvolti e per le persone che hanno subito danni”.

“Le istituzioni agiscano affinché tragedie del genere non si ripetano”. Il parlamentare del Movimento 5 Stelle, Marco Croatti, riflette sul “maledetto maggio del 2023 con il suo carico di pioggia, di morte, di distruzione” che “non sarà dimenticato dai romagnoli”. Sottolineando che “nei paesi della Romagna ferita ci si chiede con timore cosa succederebbe oggi con precipitazioni simili”. Quel territorio, prosegue, “sta ancora facendo i conti con i danni dell’alluvione, con le oltre 81.000 frane registrate, con problemi alle infrastrutture viarie e agli argini”.

E un anno di distanza “sono evidenti i ritardi e le mancanze del governo, anche verso le famiglie per la mancanza degli indennizzi promessi per mobili ed elettrodomestici”. Di certo i romagnoli non si sono pianti addosso, si sono rimboccati le maniche, per questo, conclude Croatti, “chiediamo a gran voce al governo di onorare questa ricorrenza emanando immediatamente decreti e misure urgenti che rispondano ai dubbi, alle sollecitazioni, alle paure di chi lo scorso maggio ha perso tutto e che ancora vede bloccata la questione dei ristori sui beni mobili”.