Home___primopianoAlluvione Romagna, Figliuolo sbotta: “A volte i pubblici amministratori hanno più voglia di polemica che di rimboccarsi le maniche»

Il Commissario straordinario: "Mio ufficio a Bologna non serve, le decisioni si prendono a Roma"


Alluvione Romagna, Figliuolo sbotta: “A volte i pubblici amministratori hanno più voglia di polemica che di rimboccarsi le maniche»


8 Novembre 2023 / Redazione

«Potevo essere nominato prima come commissario all’alluvione? Non lo so, ma anch’io sono un essere umano. Non mi interessa che mi dicano “bravo”, voglio guardare ai fatti. Le prime stime sui danni dell’alluvione sono state fatte con i dati allora disponibili, poi verranno raffinate man mano che ci arriveranno le richieste di risarcimento. La perizia giurata, chiesta da qualcuno, serve solo quando è crollata e bisogna ricostruirla, ad esempio. Lo dice la legge, non lo dice il generale Figliuolo. Per il resto, si sta lavorando molto bene insieme». Così Francesco Paolo Figliuolo, commissario all’alluvione in Emilia-Romagna, facendo il punto sulla ricostruzione oggi in Comune a Castenaso, nel bolognese.

«Le divergenze di vedute fanno migliorare le cose. Non dico che le ordinanze siano perfette, ma le miglioreremo», apre il generale. E se «qualcuno ha addirittura detto che non teniamo alla legalità, ricordo che stiamo chiudendo invece anche sulla convenzione con la Guardia di finanza e con i Carabinieri forestali», tra gli altri.

Tornando alle polemiche, continua Figliuolo sul suo ruolo operativo: «Anche il fatto di “non avere un ufficio a Bologna, come si dice, non vuol dire nulla: ogni settimana i miei sono qui, e oggi si lavora molto in modalità telematica. È importante stare a Roma perché poi è lì che si decidono le cose».

Sul proprio incarico, aggiunge il generale: «Per ora il mio mandato è fino a giugno, fino all’ultimo farò il massimo con la squadra eccezionale che ho a disposizione».

«A volte i pubblici amministratori – aggiunge Figliuolo – hanno più voglia di fare polemica che di rimboccarsi le maniche», che aggiunge in un duro sfogo: «Dei 290 milioni di somma urgenza – ha detto – ho erogato solamente poco più di 60,5 milioni, perché i Comuni devono fare il loro lavoro che è semplicissimo. Il mio vuole essere uno sprone: chiedete i rimborsi che ve li diamo». Al centro delle parole del generale anche l’ordinanza sui rimborsi.

«Quando si porta un’ordinanza in registrazione alla Corte dei Conti – dice – bisogna fare il perimetro finanziario. Se le polemiche arrivano da qualcuno che è stato insieme a noi a costruire questa ordinanza, sembra quasi uno schiaffo a chi si impegna. Il rimborso arriva a coprire la totalità del danno asseverato, dimostrato e riconosciuto, con una dinamica da 20mila euro subito, poi 40mila, poi ulteriori in funzione delle risorse».

E conclude: «Spesso sento dire che siamo in ritardo, dal 10 luglio abbiamo messo oltre 300 milioni per i lavori di somma urgenza, 237 per il piano di difesa, 771 per la rete viaria: questo per la ricostruzione pubblica. Noi tra il ’23 e il ’24, con piccola appendice nel ’25, abbiamo messo quasi 1.500 milioni, ora gambe in spalla, bisogna spenderli bene. Sul fronte del risarcimento – ha poi aggiunto – sono pronti 600 milioni a cui si aggiungeranno altri 700 frutto del credito d’imposta presente in manovra. Io credo che la sinergia istituzionale sia la chiave per raggiungere gli obiettivi».

(Agenzia DIRE)