Home___primopianoAlluvione Romagna, ora Salvini ammette ritardi: “Soldi a settembre, ho detto a Figliuolo di accelerare”

PD e 5 Stelle: "Pontificano al Meeting di Rimini ma non si vede un centesimo", Tajani come Meloni: "Bonaccini deluso perchè non è commissario"


Alluvione Romagna, ora Salvini ammette ritardi: “Soldi a settembre, ho detto a Figliuolo di accelerare”


23 Agosto 2023 / Redazione

“Ieri ho sentito il generale Figliuolo, gli ho chiesto di accelerare al massimo perchè 8 mila famiglie in Romagna sono ancora fuori di casa. A settembre devono arrivare i primi soldi alle famiglie e alle imprese in Romagna perchè non si può aspettare oltre”. Lo dice il vice premier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, intervenendo dal palco del Meeting di Cl a Rimini.

Ma la promessa del capo leghista, che è anche un’ammissione di ritardinei ristori  fin qui negati o minimizzati, non basta certo a placare le opposizioni.  “I ministri del governo Meloni sfilano e pontificano dal palco del Meeting a Rimini parlando di tutto tranne che delle risorse che, ad oltre tre mesi dall’alluvione avvenuta proprio nella Romagna in cui si trovano, avrebbero dovuto sostenere imprese, famiglie ed enti locali ma che ancora non si vedono. Fondi stanziati che apparivano già insufficienti e che, ulteriore beffa, non sono mai arrivati”. Così in una nota il senatore riminese del MoVimento 5 Stelle Marco Croatti.

“Dei 4,5 miliardi stanziati, a fronte di 8,8 miliardi di danni, solo 60 milioni sono stati effettivamente spesi, precisamente il 5% degli 1,2 miliardi del primo decreto destinati a cassa integrazione, autonomi ed export delle imprese. Tutti gli altri fondi non sono mai arrivati in Romagna e sempre più alto si leva il grido di rabbia degli amministratori locali, anche di centrodestra, di famiglie e imprese. Questo governo, che anche dal Meeting di Rimini lancia slogan e proclami, prosegue la sua azione politica caratterizzata dalla lotta ai poveri anziché alla povertà e dimenticando chi è in difficoltà, chi ha necessità di essere sostenuto, come le comunità della Romagna piegate dal fango dell’alluvione e abbandonate da un governo inadatto e incapace. La mission della fondazione Meeting parla di ‘desiderio di felicità, di bene, di verità e di giustizia’ e anche di ‘valorizzazione di ogni diversità’. Davvero viene da chiedersi cosa leghi questi condivisibili intenti con l’azione governativa della destra che fin dal suo insediamento ha perseguito nei fatti obiettivi antitetici. Dentro il Palacongressi di Rimini applausi al governo degli slogan e delle chiacchiere, fuori la Romagna alluvionata e frustrata che chiede invano di essere aiutata a rialzarsi”, conclude Croatti.

“Il piano economico per affrontare l’emergenza post alluvione dell’Emilia Romagna è al palo. A fronte di nove miliardi di danni certificati c’è disponibile solo la metà di questa cifra. E, cosa ancora più grave, non ci sono le risorse per rimborsare, come il governo ha promesso, il 100% dei danni a cittadini e imprese. Sono passati più di 90 giorni dalle passerelle di Giorgia Meloni nel fango e questa è la situazione. Siamo di fronte a un governo che fa promesse che non mantiene e che prende in giro le famiglie e le imprese della nostra regione”. Così invece il senatore Daniele Manca, già sindaco di Imola, capogruppo del Partito Democratico in commissione Bilancio a Palazzo Madama.

Da parte sua il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, anche lui al Meeting di Rimini, ha badato soprattutto a difendere il proprio operato, riservando però al presidente dell’Emilia-Romagna Bonaccini la le medesime parole usate da Giorgia Meloni: “Capisco che ci sia delusione per non essere strato nominato commissario ma non è giusto fare polemica”.

“Noi stiamo dando risposte concrete. Io non sono abitato a fare passerelle – ha aggiunto Tajani – Sono stato a Forlì poco dopo l’alluvione, ho promesso un impegno del ministero annunciando pronti investimenti per 700 milioni alle imprese che lavorano con export”. E tutto quello che ho promesso ho mantenuto; le polemiche stanno a zero, non si fa propaganda”.