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Il ministro Musumeci "Non credo di alimentare polemiche ma basta soldi senza sapere dove vanno", Bonaccini: "Mai caduti così in basso"


Alluvione Romagna: ripartono i treni, dubbi sui dispersi, oltre 1000 interventi dei VVF


20 Settembre 2024 / Redazione

A seguito dell’ondata di maltempo che ha colpito gran parte dell’Emilia-Romagna, generando “alluvioni, frane e danni d’acqua”, i Vigili del fuoco hanno svolto, in due giorni, oltre 1.000 interventi. Lo comunicano gli stessi pompieri, precisando che “tra squadre ordinarie con pompe idrovore, esperti in topografia, soccorritori fluviali, sommozzatori, dronisti ed elicotteristi sono più di 250 le unità al lavoro, il cui impegno è concentrato nel ravennate, dove permangono criticità tra Bagnacavallo e Lugo”.

Infine, i Vigili del fuoco fanno sapere che “proseguono, a Traversara di Bagnacavallo, le ricerche di due persone segnalate come disperse da un testimone, anche se al momento non è pervenuta alcuna denuncia di scomparsa, né risultano cittadini mancanti all’appello”.

Intanto è  ripresa delle 6 di questa mattina la circolazione ferroviaria fra Portomaggiore e Ravenna, sulla linea Ferrara-Ravenna, sospesa dalla mezzanotte di ieri in seguito all’ondata di maltempo.

Già interamente riaperte nella giornata di ieri le linee Bologna-Prato (fra Grizzana e Monzuno), Bologna-Rimini (fra Faenza e Forlì) e Faenza-Ravenna.

Non ci sono dunque interruzioni o problemi per i treni a lunga percorrenza sulla linea adriatica (Intercity e Frecce). Al momento permangono due interruzioni che impattano sulla circolazione dei treni regionali: si tratta della tratta Castel Bolognese-Russi (e quindi del collegamento tra Bologna e Ravenna, che viene deviato su Faenza con alcune fermate che saltano) e del collegamento tra Faenza e Marradi (Firenze) sulla Faentina.

Nel frattempo non si placano le polemiche politiche. “Diciamo alle regioni che non siamo più disposti ad erogare fondi senza capire come e dove verranno spesi”. Torna ad attaccare Nello Musumeci, ministro per la Protezione Civile a 24 Mattino su Radio 24. Questo il suo ragionamento completo: “In Italia non siamo fatti per la prevenzione, questo è un dato culturale di cui dobbiamo tristemente prendere atto. Noi siamo bravissimi a guidare la gestione dell’emergenza ma non siamo bravi nel prevenire, eppure non mancano i soldi che preferiamo dirottare verso il centro urbano, verso l’arredo, l’aiuola, qualcosa che si vede e che ti fa tagliare il nastro, le cose che non fanno tagliare il nastro non piacciono ad alcuni politici. In Italia noi abbiamo bisogno di dirottare il massimo delle risorse nella prevenzione, perché gli alluvioni saranno sempre più frequenti, perché siamo esposti al 60% al rischio terremoti, perché l’Italia è vulnerabile al 94% della sue estensione, perché i Campi Flegrei dovrebbero aver insegnato qualcosa, ecco perché noi diciamo alle regioni che non siamo più disposti ad erogare fondi senza capire come e dove verranno spesi”.

E ancora: “La programmazione è l’elemento base per potere pianificare la prevenzione strutturale. In dieci anni la regione ha avuto circa 600 milioni per mettere in sicurezza il territorio. Se ogni volta che piove in Emilia-Romagna, succede il finimondo è chiaro che qualcosa non torna, allora vogliamo sederci attorno a un tavolo? È questo quello che abbiamo chiesto da un anno alla regione per capire dove è stato speso, dove non si è potuto spendere o potuto progettare, non è un atto di accusa”. Lo ha detto Nello Musumeci, ministro per la Protezione civile, a 24 Mattino su Radio 24. “Si tratta solo di pianificare per evitare che quella regione, assieme ad altre debba diventare ogni volta un campo infernale dopo una pioggia abbondante, che non è più eccezionale. Smettiamola col dire ‘non avevo mai visto tanto’, ormai è diventata ordinarietà. Sappiamo che con il cambiamento climatico ci saranno lunghi periodi di siccità e brevissimi periodi di piogge intense, quindi i danni sono inevitabili. Se poi cementifichiamo il terreno, e in questo l’Emilia-Romagna è una delle regioni che ha consumato maggiore suolo negli ultimi anni, è chiaro che l’acqua diventa ruscello e quando si gonfia e aumenta di volume e passa fa danno”, specifica Musumeci. Ciò detto, “noi siamo stati accanto alla regione, continuiamo ad esserlo ma non parliamo di costruzione affidata al generale Figliuolo, quella è straordinarietà e non c’entra con la prevenzione ordinaria che va fatta in tempo di pace”.

Il ministro però sostiene di non voler alimentare polemiche: “In questo momento la polemica non serve assolutamente né credo di averla alimentata, ma da Governo nazionale voglio tendere la mano alle strutture del territorio, alla Regione, per dire: ‘Sediamoci attorno a un tavolo, ragioniamo confrontiamoci, lo Stato non eroga solo risorse, ma verifica anche come sono state spese'” dice il ministro della Protezione civil ein un’intervista a Sky Tg24.

“La prevenzione infrastrutturale spesso non si può fare, non perché manchino risorse, non è questo il caso dell’Emilia Romagna, ieri mi sono limitato a dire che, a fronte di oltre 600 milioni erogati negli ultimi 10 anni, le infrastrutture avrebbero dovuto raggiungere un grado consistente”, aggiunge Musumeci. Secondo il ministro non si tratta di capire “quanto denaro è stato speso o non speso”, ma “da dove e come si è intervenuti e perché si continui a essere in emergenza. Se un fiume esonda tre o quattro volte nonostante gli interventi fatti, vuol dire che l’intervento non è stato fatto bene bisogna andare a monte”.

Gli risponde fra gli altri Stefano Bonaccini, ex presidente della Regione Emilia-Romagna e ora parlamentare europeo: “Attaccare frontalmente i nostri sindaci e i nostri amministratori regionali mentre l’emergenza è ancora in corso e il sistema di protezione civile è impegnato a soccorrere le persone, significa non avere rispetto né delle comunità alluvionate, né delle istituzioni. Se a farlo sono poi il Ministro Musumeci e il viceministro Bignami, per il Governo, che dovrebbe assicurare sostegno e leale collaborazione, allora siamo precipitati nel punto più basso del senso istituzionale. Dopo l’alluvione del maggio 2023, mai registrata nella storia per quantità d’acqua caduta, come tutti sanno il Governo decise di non ascoltare il territorio e di accentrare nelle proprie mani la ricostruzione: ma con quale faccia gli esponenti dello stesso Governo e dello stesso partito scaricano oggi le responsabilità sugli amministratori locali? Dopo aver promesso il 100% il rimborso dei danni a cittadini, famiglie e imprese, i quali hanno ricevuto invece nulla. O dopo aver ricevuto dall’Unione Europea un miliardo e duecento milioni di euro da PNRR, per la ricostruzione pubblica, che ai nostri sindaci non sono mai arrivati?”.

“L’intento è chiaro: accendere polemiche in chiave elettorale per le prossime regionali, così come fecero in previsione delle elezioni amministrative ed europee dello scorso giugno. Un grazie immenso a tutti coloro che si stanno prodigando a soccorrere e assistere le comunità colpite. Forza Emilia-Romagna, ti risolleverai anche questa volta”. conclude Bonaccini.