Home___aperturaAlta velocità? A Rimini no grazie

A Riccione gli "scappati di casa" contro la Notte Rosa, mentre qualcosa si muove per le colonie della riviera e in Europa vincono le api e perde Giorgia Meloni


Alta velocità? A Rimini no grazie


16 Luglio 2023 / Maurizio Melucci

No all’alta velocità Bologna-Taranto

Da qualche anno a questa parte, periodicamente si discute dell’alta velocità sulla linea adriatica da Bologna a Bari. Nei giorni scorsi il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti avrebbe chiesto al gestore della rete di elaborare uno studio di fattibilità per una nuova linea dell’alta velocità. L’alternativa, che poi sarebbe il progetto attuale, è la velocizzazione della linea esistente. La differenza di costi tra le due soluzioni è di 50-60 miliardi contro 5 miliardi di euro.

Dico subito che Rimini si dovrebbe schierare contro senza se e senza ma. Le ragioni sono semplici e riguardano l’impatto ambientale, ragioni trasportistiche e turistiche.

  • L’alta velocità sarebbe una nuova linea che nel nostro territorio passerebbe molto a monte dell’autostrada. Sarebbe necessario una stazione dell’alta velocità lontana qualche chilometro da Rimini e dalle altre località costiere. Inevitabile nuovi collegamenti ferroviari con l’attuale linea. Una vera e propria devastazione del territorio.
  • Per ragioni del tutto ovvie non risolverebbe il problema dell’attuale linea Bologna-Bari che passa nel cuore delle zone turistiche e divide in alcuni casi in due le città. L’attuale linea rimarrebbe pienamente funzionale per la connessione tra le località minori. Per essere chiaro, l’alta velocità si potrebbe fermare a Rimini, Pesaro ed Ancona. I collegamenti tra Rimini e Pesaro e via decidendo sarebbero garantiti dall’attuale sede ferroviaria.
  • Da ultimo, ma non per importanza economica, l’alta velocità non conviene a Rimini e alla costa romagnola. Attualmente il nostro bacino principale è quello della Lombardia che conta 1,6 milioni di presenze. Abbiamo tutto l’interesse di intensificare i collegamenti sull’attuale linea Milano-Rimini e non certo incentivare collegamenti più veloci con le coste meridionali. Dalla Puglia giungono sulle nostre spiagge turisti per 70mila presenze.

 Noi abbiamo tutto l’interesse a velocizzare la tratta Bologna-Rimini, riducendo i tempi ed aumentando la frequenza con l’alta velocità per Milano. Sarebbe anche molto interessante intervenire sulla linea Ancona-Roma per un collegamento efficace con la capitale.

Riccione, gli “scappati di casa” contro la Notte Rosa

Alcuni “scappati di casa” (nel senso che hanno abbandonato i loro partiti di provenienza) per dimostrare che esistono ancora dopo il terremoto politico che ha colpito Riccione, hanno lanciato una petizione popolare per abolire la Notte Rosa. Scrivono: “questo Format infatti ha ormai esaurito la sua energia attrattiva da anni e andrebbe sostituito con un nuovo evento che qualifichi tutto il territorio romagnolo.”

Abolire un evento è la cosa più semplice di questo mondo. Non si fa più. Sostituirlo con un altro evento è invece solo un auspicio. Ci sono voluti anni per affermare la Notte Rosa. Ora sta attraversando la difficoltà di essere un prodotto “adulto”. Sarebbe un errore cancellarla. Salterebbe l’unico evento di sistema della costa romagnola. Per questa ragione occorre impegnarsi per il rilancio.

Gli scappati di casa sono: Luigi Santi ex assessore della giunta Tosi passato con Azione di Calenda. Gianluca Vannucci consigliere del Partito Democratico passato al gruppo misto. Valentina Villa (Uniamo Riccione) passata al gruppo misto. Mauro Villa, cugino di Valentina, in passato consigliere comunale e capogruppo del PD.

Luigi Santi e Gianluca Vannucci

Qualcosa si muove per le colonie

Dopo anni di immobilismo e dopo la pesante crisi che ha colpito il settore immobiliare dal 2011 in poi, qualcosa si sta muovendo sul versante delle ex colonie. Qualche mese fa viene acquistata da un’asta fallimentare l’ex colonia Bolognese a Miramare da imprenditori riminesi che hanno intenzione di realizzare un 5 Stelle. Qualche giorno fa  viene acquistata sempre all’asta l’ex colonia Dalmine nota come “Le Conchiglie “da parte di un gruppo riminese affermato nel turismo alberghiero”.  L’obiettivo è realizzare una struttura ricettiva da oltre 200 camere e tutti i servizi conseguenti. L’intervento edilizio più consistente riguarda l’hotel (13.500 mq circa), il cui fabbricato principale verrà ristrutturato, migliorato sismicamente ed ammodernato, mentre la dependance verrà completamente demolita e ricostruita nella misura tale da passare da una ricettività complessiva di 136 camere (233 posti letto) a 198 camere (582 posti letto), realizzando quindi il più grande hotel della riviera Romagnola.

Inoltre verrà completamente ridefinito il format dell’hotel passando da una struttura che si rivolgeva ad un turismo congressuale, di certo non il più adatto a massimizzare le potenzialità di tale struttura, ad un struttura che si rivolge al turismo delle famiglie mutuato con il tema dell’acqua e del wellness.

La riqualificazione di queste due ex colonie è un bel sagnale per tutta la riviera.

In Europa vincono le api e perde Giorgia Meloni

Vincono le api. Perde Giorgia Meloni. Il tentativo delle destre europee di cooptare il Ppe in una crociata contro l’ambiente è naufragato nei giorni scorsi nel Parlamento Ue con un voto di stretta misura. Per la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, e per il suo progetto di Green Deal che punta ad una Europa più verde, sarebbe stato un colpo mortale. Invece la proposta di Bruxelles sul ripristino ambientale delle aree ecologicamente degradate, già approvata dai governi nonostante l’opposizione dell’Italia, è passata con 336 voti a favore, 300 contrari e 13 astensioni. Tutti gli eurodeputati italiani della maggioranza di governo, da Forza Italia alla Lega a FdI, hanno votato contro. Ma non è bastato, perché 21 parlamentari del Ppe e perfino 5 conservatori dell’Ecr, di cui Meloni è presidente, si sono schierati a favore del provvedimento. Questo prevede, tra l’altro, la bonifica ambientale del 20 per cento del territorio europeo entro il 2030 e l’obbligo giuridico per i governi di incrementare la popolazione delle api e degli altri insetti impollinatori che da anni vengono sterminati con i pesticidi: una strage evidentemente molto gradita alla nostra destra patriottica.

Maurizio Melucci