Il confronto sulla Piada dei morti non è stato facile, ma noi dobbiamo andare avanti perché l’Autunno è ricco di sorprese. Ma prima prendete la strada di Montescudo, passata la Parrocchia di don Tarcisio, frutto, e che frutto! del vivaio di don Michele Bertozzi, e arrivate alla Gaiofana, dove Carlo, in illo tempore, ha insegnato come si fa la vera pizza napoletana.
Il paesaggio si apre ed è bellissimo: i rurali in gran parte marchigiani hanno coltivato le terre con maestria e le colline sfumano nell’azzurro del Titano e prima che la salita vi metta in difficoltà, ecco Ospedaletto che ha avuto nella sua Cassa Rurale, grazie a Mario Fabbri, la possibilità di uno sviluppo inimmaginabile e proficuo.
A Ospedaletto c’è un forno che a giudizio di tanti, fa la miglior Piada dei morti, degna della nostra attenzione. Il nome non posso dirlo, ma lei è Giuliana, è mia cugina, la moglie di Bruno che giocava con me a pallone con “Marcon” al secolo Oviglio Balducci e “Meco” il migliore di tutti, l’indimenticabile Domenico Arlotti.
Rurali sempre,
Enrico Santini
P.S. un saluto a Gaetano Bianchi