La “scoperta” di questo articolo storico di Francesco Alici (1929-1997), l’unico che ha mai scritto, sul numero 1 del periodico “Rimini Oggi”, quindicinale di vita cittadina, del 15 novembre 1959, ci rivela un aspetto del giovane politico riminese che non conoscevamo. Alici ha trent’anni. E’ uno dei giovani dirigenti comunisti in ascesa. Dopo il drammatico 4° Congresso della Federazione Comunista Riminese del dicembre 1956 che vide il durissimo confronto fra i riformatori e coloro che difendevano rigidamente il passato, il Segretario della Federazione Augusto Randi lo chiamò a ricoprire ruoli di primo piano. In quegli anni Alici si occupò della Commissione Stampa e Propaganda (gestì lo scontro propagandistico delle due elezioni amministrative del 1956 e del 1957), dal 15 novembre 1959 divenne il Direttore del nuovo periodico della Federazione “Rimini Oggi” (che uscì sino al 1963), scrisse per “L’Unità” e prese la tessera da giornalista pubblicista (la n. 310 il 28 ottobre 1960). Vien da pensare che ci potesse essere un poco di spirito concorrenziale con l’altro astro nascente riminese a Bologna, Renato Zangheri (1925-2015). Cresciuto nel clima sociale e politico della Rimini del dopoguerra, eletto nel Consiglio Comunale di Rimini nel 1951, nei primi anni ’50 si trasferì a Bologna per esercitare
Trentacinque anni fa si consumava a Rimini uno dei più clamorosi episodi della storia giornalistica italiana del dopoguerra: Raul Gardini, proprietario de “Il Messaggero” di Roma, “comperò” quasi tutta la redazione de “Il Resto del Carlino” di Rimini. Chiuse le pagine della giornata, nella serata di lunedì 19 febbraio 1990, dopo che il capopagina Andrea Basagni aveva inviato al Direttore de “Il Resto del Carlino” Marco Leonelli le sue dimissioni, la redazione quasi per intero prende armi e bagagli e trasloca nella nuova sede riminese de “Il Messaggero” in Via Cairoli 11. [caption id="attachment_505573" align="alignleft" width="2091"] 1990, 3 mar. Il Messaggero. 1. pagina del nuovo inserto riminese[/caption] Con Basagni ci sono Silvano Cardellini, che si dimette dall’Associazione Industriali per fare il giornalista a tempo pieno, Maria Patrizia Lanzetti passata al “Carlino” dopo aver diretto “Radio San Marino”, Paolo Ricci Bitti, Valerio Lessi, Stefano Muccioli, Paolo Menghetti, Stefano Passini, Mauro Cavalli e il fotografo Paolo Miccoli. Al “Carlino” Rimini rimangono Pier Luigi Martelli e Luigi Biliotti. “Scippo di Gardini ai danni di Monti” titola mercoledì 21 febbraio la “Gazzetta di Rimini”. “L’Unità” in prima pagina nazionale titola “Gardini acquista la redazione intera. Annientato il Carlino a Rimini” (ma giovedì 22 febbraio Mauro Tedeschini, capo delle
Qualche mese fa ho pubblicato qui, su Chiamamicitta.it, un articolo dedicato al trebbo di Coriano del 1968 (“Quel Trebbo di Coriano perduto e ritrovato”) in cui raccontavo dell’articolo della rivista “La Piè”, diretta da Aldo Spallicci, a firma di Ferruccio Tassinari, sul numero 4 del luglio/agosto 1968 (pp. 215-217) intitolato “il Trebbo di Coriano …”. In questo articolo si affermava che quello del 1968 era il secondo trebbo che si svolgeva a Coriano: ce n’era stato un altro nel 1954. Mentre di quello del 1968 la Biblioteca Comunale “Battarra” aveva tre foto che fino al ritrovamento di questo articolo di Tassinari non si erano riuscite correttamente a identificare, di quello del 1954 non si aveva più memoria, né traccia. La curiosità di saperne di più a quel punto era diventata tanta: per quarant’anni ho diretto la Biblioteca “Battarra” e mi sono divertito a scoprire fatti, personaggi, luoghi della storia corianese e di pubblicare queste storie in libri e articoli sul giornalino del Comune “Comune di Coriano-Informazioni” che ho diretto per quasi trent’anni, dal 1981 al 2009. Sono lieto di vedere che le mie scoperte storico/culturali sono ancor oggi utilizzate dall’Amministrazione di destra che, in oltre dieci anni che è al governo,
Il nostro giornale on-line ha dedicato da sempre grande attenzione al dialetto, sia pubblicando le poesie in vernacolo del nostro amico Ivano Aurelio Muratori, sia segnalando da parte mia numerosi libri in dialetto nella rubrica “La Torre di Babele Riminese”, ed ultimamente con la rubrica “I que us dis isè” degli amici Beppe e Paolo. Un dialetto sempre meno parlato correntemente, fatto salvo per le compagnie teatrali dialettali che con coraggio e ostinazione continuano a proporre, anno dopo anno, nuovi testi che vengono rappresentati sui palcoscenici della provincia, e direi anche con grande successo di pubblico. Ma in questi ultimi anni sono venuti a mancare alcuni degli auatori aiù importanti: da Guido Lucchini ad Amos Piccini, a Giuseppe Lo Magro. E poi c’è l’ampio numero di “poeti romagnoli”, non sempre di qualità eccelsa, ma comunque tutti meritevoli di attenzione. Ed è importante che il più vecchio premio romagnolo dedicato alla poesia a San Clemente prosegua: il “concorso di poesia dialettale Giustiniano Villa” è arrivato nel 2024 alla 32. edizione. Poesie e zirudele. Ma anche qui la scomparsa dei grandi vecchi, da Tonino Guerra a Raffaello Baldini, da Gianni Fucci a Nino Pedretti, a Giuliana Rocchi, si avverte. La vera novità degli ultimi
Il Mercato Coperto di Rimini compie 55 anni e i gestori fanno festa anche pubblicando sui social il loro ringraziamento ai clienti e alla città: "Oggi vogliamo dire un grande GRAZIE a tutti i nostri clienti perché è anche grazie a loro che il mercato oggi può festeggiare 55 anni di attività❤️❤️tante cose sono cambiate ma la bellezza di questo luogo di tradizione è rimasta sempre la stessa!! +55 tanti auguri a noi 🎉🎉". Il Mercato Coperto nasce nel 1969 con lo scopo di unire la vecchia pescheria della Città con i banchi alimentari del mercato ambulante, in una struttura più moderna e capace di rispondere meglio alle esigenze del cliente. Trentuno anni dopo, nel 2000, gli Operatori del Mercato hanno dato vita ad un Consorzio al fine di riqualificare la struttura, economizzare i costi di gestione, valorizzare i vari settori del Mercato, promuovendone la commercializzazione dei prodotti. Una scelta che ha fatto sì che negli anni la struttura si mantenesse competitiva e continuasse ad essere l'anima della città di Rimini, punto di riferimento non solo per la spesa alimentare ma anche luogo di incontro, aggregazione e scambio, grazie anche ai bar presenti nella struttura. Il Mercato si estende su una superficie di oltre 4.500 mq e le
Dal 4 al 10 aprile 1985 21 figli e familiari di minatori inglesi furono ospiti a Rimini su invito di CGIL - CISL - UIL e della Centrale sindacale unitaria di San Marino. Lo sciopero dei minatori britannici del 1984-1985 ("UK miners' strike") fu condotto dall'Unione Nazionale dei Minatori (NUM) di Arthur Scargill tra il marzo 1984 e il marzo 1985 perimpedire la chiusura di venti giacimenti carboniferi nel Regno Unito con il conseguente licenziamento di circa 20.000 persone. Dopo oltre 51 settimane di lotta, durante le quali tra i lavoratori si registrarono 2 morti, 710 licenziamenti e 10.000 procedimenti giudiziari, un congresso straordinario del NUM votò a stretta maggioranza (98 a 91) la ripresa del lavoro. Il sindacato uscì fortemente indebolito dallo scontro, mentre Margaret Thatcher poté consolidare il proprio programma neoliberista. Nel video pubblicato sull pagina Facebook FotoCamera del Lavoro Rimini, il giornalista Marco Magalotti intervista Adriano Polverelli, allora Segretario generale CGIL Rimini, con Ermes Venturini (Segretario generale aggiunto) e Franco Pesaresi (Segretario confederale). [video width="428" height="360" mp4="https://www.chiamamicitta.it/wp-content/uploads/2024/10/AQMh-ky-rmvUBNxx7PBbx9vRhADcGrQS9Q3x3uRgNaXNzctjXQpuiqUvHCyLPYj9xqjme3JW07XXhVAjXWwHM8WH.mp4"][/video] L'Archivio storico CGIL Rimini conserva anche la documentazione relativa a quella straordinaria esperienza di solidarietà: qui un estratto http://tinyurl.com/5d2ymb5c
Dal 6 all'8 giugno 1969 si tenne nella Sala dell'Arengo il VII congresso dell'allora CCDL di Rimini Il VII congresso CCDL Rimini fu l'assise che sancì la prima elezione congressuale a Segretario generale di Alfredo Arcangeli, che era già subentrato a Vito Nicoletti nella guida della Camera del Lavoro dal settembre 1968. Vito Nicoletti si era infatti dimesso per motivi di salute, che non gli consentivano più adempiere ad un così impegnativo incarico sindacale. Al termine del congresso venne presentato un appello a tutti i lavoratori riminesi in cui, dopo aver fatto il punto dei successi dell'azione sindacale [è del 1969 la vittoria delle vertenze sulle pensioni e sulle gabbie salariali], si denunciarono senza mezzi termini i nodi critici, l'arretratezza, gli squilibri e le difficoltà dell'economia del Circondario. Venne anche approvato un ordine del giorno contro la guerra in Vietnam e per la smilitarizzazione dell'Aeroporto di Miramare. Nelle foto che pubblichiamo, parte di una più corposa raccolta conservata nell'Archivio storico CGIL Rimini, sono state identificate alcune delle persone presenti, in sala e degli oratori. Riconosci qualcun altro? Scrivicelo a redazione@chiamamicitta.it o nei commenti su Facebook, grazie!
Ordinando negli anni l’archivio fotografico della Biblioteca Comunale “Battarra” (consistente nel momento in cui lasciai la direzione della biblioteca a fine 2019 di oltre cinquantamila foto su Coriano digitalizzate e ordinate, con data, luogo, nomi delle persone ritratte) c’erano tre foto che ritenevo importanti, ma di cui non ero mai riuscito a individuare l’evento ritratto. Avevo individuato la data (il 26 maggio 1968), il luogo (il vecchio Teatro Comunale), individuato alcuni dei protagonisti (il Sindaco Renato Muccioli, Aldo Spallicci, medico, poeta e politico repubblicano, nonché cultore e promotore dell’identità e delle tradizioni popolari della Romagna, direttore della rivista “La Piè”). Ma la didascalia di queste tre foto ha recitato per anni solamente data e luogo dell’evento. [caption id="attachment_482221" align="alignleft" width="1818"] 26 maggio 1968, mattino. Coriano, Teatro Comunale. Al microfono il sen. Aldo Spallicci commemora il Cinquantenario della Vittoria 1918-1968. A destra il Sindaco Renato Muccioli (dall’Archivio fotografico della Biblioteca Comunale “Battarra” di Coriano)[/caption] Ora, in questi giorni agostani, sfogliando le annate de “La Piè” mi sono imbattuto in un articolo, firmato Ferruccio Tassinari, sul numero 4 del luglio/agosto 1968 (pp. 215-217) intitolato “il Trebbo di Coriano …”. Il dizionario Treccani riporta: “trébbo s. m. [lat. trĭvium: v. trebbio e trivio]. – Italianizzazione della voce romagnola trébb che significa (come il