Il ringraziamento ai clienti e alla città: "Tante cose sono cambiare ma la bellezza si questo luogo è rimasta la stessa"

Il Mercato Coperto di Rimini compie 55 anni e i gestori fanno festa anche pubblicando sui social il loro ringraziamento ai clienti e alla città: "Oggi vogliamo dire un grande GRAZIE a tutti i nostri clienti perché è anche grazie a loro che il mercato oggi può festeggiare 55 anni di attività❤️❤️tante cose sono cambiate ma la bellezza di questo luogo di tradizione è rimasta sempre la stessa!! +55 tanti auguri a noi 🎉🎉". Il Mercato Coperto nasce nel 1969 con lo scopo di unire la vecchia pescheria della Città con i banchi alimentari del mercato ambulante, in una struttura più moderna e capace di rispondere meglio alle esigenze del cliente. Trentuno anni dopo, nel 2000, gli Operatori del Mercato hanno dato vita ad un Consorzio al fine di riqualificare la struttura, economizzare i costi di gestione, valorizzare i vari settori del Mercato, promuovendone la commercializzazione dei prodotti. Una scelta che ha fatto sì che negli anni la struttura si mantenesse competitiva e continuasse ad essere l'anima della città di Rimini, punto di riferimento non solo per la spesa alimentare ma anche luogo di incontro, aggregazione e scambio, grazie anche ai bar presenti nella struttura. Il Mercato si estende su una superficie di oltre 4.500 mq e le

Si era da poco concluso il grande sciopero durato ben 51 settimane

Dal 4 al 10 aprile 1985 21 figli e familiari di minatori inglesi furono ospiti a Rimini su invito di CGIL - CISL - UIL e della Centrale sindacale unitaria di San Marino. Lo sciopero dei minatori britannici del 1984-1985 ("UK miners' strike") fu condotto dall'Unione Nazionale dei Minatori (NUM) di Arthur Scargill tra il marzo 1984 e il marzo 1985  perimpedire la chiusura di venti giacimenti carboniferi nel Regno Unito con il conseguente licenziamento di circa 20.000 persone. Dopo oltre 51 settimane di lotta, durante le quali tra i lavoratori si registrarono 2 morti, 710 licenziamenti e 10.000 procedimenti giudiziari, un congresso straordinario del NUM votò a stretta maggioranza (98 a 91) la ripresa del lavoro. Il sindacato uscì fortemente indebolito dallo scontro, mentre Margaret Thatcher poté consolidare il proprio programma neoliberista. Nel video pubblicato sull pagina Facebook FotoCamera del Lavoro Rimini, il giornalista Marco Magalotti intervista Adriano Polverelli, allora Segretario generale CGIL Rimini, con Ermes Venturini (Segretario generale aggiunto) e Franco Pesaresi (Segretario confederale). [video width="428" height="360" mp4="https://www.chiamamicitta.it/wp-content/uploads/2024/10/AQMh-ky-rmvUBNxx7PBbx9vRhADcGrQS9Q3x3uRgNaXNzctjXQpuiqUvHCyLPYj9xqjme3JW07XXhVAjXWwHM8WH.mp4"][/video]   L'Archivio storico CGIL Rimini conserva anche la documentazione relativa a quella straordinaria esperienza di solidarietà: qui un estratto http://tinyurl.com/5d2ymb5c

Si svolse dal 6 all'8 giugno nella Sala dell'Arengo con la prima elezione a segretario di Alfredo Arcangeli che subentrò a Vito Nicoletti

Dal 6 all'8 giugno 1969 si tenne nella Sala dell'Arengo il VII congresso dell'allora CCDL di Rimini Il VII congresso CCDL Rimini fu l'assise che sancì la prima elezione congressuale a Segretario generale di Alfredo Arcangeli, che era già subentrato a Vito Nicoletti nella guida della Camera del Lavoro dal settembre 1968. Vito Nicoletti si era infatti dimesso per motivi di salute, che non gli consentivano più adempiere ad un così impegnativo incarico sindacale. Al termine del congresso venne presentato un appello a tutti i lavoratori riminesi in cui, dopo aver fatto il punto dei successi dell'azione sindacale [è del 1969 la vittoria delle vertenze sulle pensioni e sulle gabbie salariali], si denunciarono senza mezzi termini i nodi critici, l'arretratezza, gli squilibri e le difficoltà dell'economia del Circondario. Venne anche approvato un ordine del giorno contro la guerra in Vietnam e per la smilitarizzazione dell'Aeroporto di Miramare. Nelle foto che pubblichiamo, parte di una più corposa raccolta conservata nell'Archivio storico CGIL Rimini, sono state identificate alcune delle persone presenti, in sala e degli oratori. Riconosci qualcun altro? Scrivicelo a redazione@chiamamicitta.it o nei commenti su Facebook, grazie!

Il 26 maggio 1968 si svolse una commemorazione dei circa 200 militari locali caduti nella Prima Guerra Mondiale di cui restano alcune foto solo ora riconosciute

Ordinando negli anni l’archivio fotografico della Biblioteca Comunale “Battarra” (consistente nel momento in cui lasciai la direzione della biblioteca a fine 2019 di oltre cinquantamila foto su Coriano digitalizzate e ordinate, con data, luogo, nomi delle persone ritratte) c’erano tre foto che ritenevo importanti, ma di cui non ero mai riuscito a individuare l’evento ritratto. Avevo individuato la data (il 26 maggio 1968), il luogo (il vecchio Teatro Comunale), individuato alcuni dei protagonisti (il Sindaco Renato Muccioli, Aldo Spallicci, medico, poeta e politico repubblicano, nonché cultore e promotore dell’identità e delle tradizioni popolari della Romagna, direttore della rivista “La Piè”). Ma la didascalia di queste tre foto ha recitato per anni solamente data e luogo dell’evento. [caption id="attachment_482221" align="alignleft" width="1818"] 26 maggio 1968, mattino. Coriano, Teatro Comunale. Al microfono il sen. Aldo Spallicci commemora il Cinquantenario della Vittoria 1918-1968. A destra il Sindaco Renato Muccioli (dall’Archivio fotografico della Biblioteca Comunale “Battarra” di Coriano)[/caption] Ora, in questi giorni agostani, sfogliando le annate de “La Piè” mi sono imbattuto in un articolo, firmato Ferruccio Tassinari, sul numero 4 del luglio/agosto 1968 (pp. 215-217) intitolato “il Trebbo di Coriano …”. Il dizionario Treccani riporta: “trébbo s. m. [lat. trĭvium: v. trebbio e trivio]. – Italianizzazione della voce romagnola trébb che significa (come il

Quasi 20mila visitatori nel primo mese e mezzo, qui il discorso completo tenuto dall'ex rettore dell'Alma Mater Ivano Dionigi

Ultime settimane per visitare la mostra “I luoghi e le parole di Enrico Berlinguer” allestita a Bologna nelle sale del Museo Civico Archeologico (Viale dell’Archiginnasio, 2): chiude il 25 agosto. Nella ricorrenza del centenario della sua nascita, e a quarant'anni dalla morte, la mostra "I luoghi e le Parole di Enrico Berlinguer" ripercorre la biografia del leader politico, diventato un'icona del Novecento italiano e fra le personalità di maggior rilievo della Repubblica. Era stata inaugurata l’11 giugno con i discorsi di Stefano Bonaccini e Matteo Lepore, rispettivamente Presidente della Regione Emilia-Romagna e Sindaco di Bologna. La prolusione storica e politica la fece Ivano Dionigi, Professore Emerito dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna di cui è stato Magnifico Rettore dal 2009 al 2015. Professore ordinario di letteratura latina, il 10 novembre 2012 fu nominato da Benedetto XVI presidente della Pontificia accademia di latinità. 👉 Riportiamo qui il suo discorso tenuto quel giorno denso di spunti di riflessione sull’azione politica di Enrico Berlinguer. La Mostra è stata visitata in questo primo mese e mezzo da quasi 20.000 persone. Le foto illustrano il momento dell’inaugurazione l’11 giugno con Bonaccini, Lepore e Dionigi. Paolo Zaghini

L’hanno festeggiata il PD, l’ANPI, l’Istituto Storico della Resistenza, lo SPI-CGIL, il Coordinamento Donne

Oggi Carla Zannuccoli compie cent’anni. Questa mattina il Partito Democratico, l’ANPI, l’Istituto Storico della Resistenza, lo SPI-CGIL, il Coordinamento Donne l’hanno festeggiata presso l’Hotel Nora di Via Italia, della famiglia Ottaviani, alla Cagnona di Bellaria. Ho passato una decina di anni fa con Carla e il marito Odo Fantini, l’ex Sindaco di Bellaria-Igea Marina, alcuni pomeriggi a guardare le tante scatole di fotografie da loro possedute e non ordinate. Mi hanno donato per l’Archivio Fotografico dell’Istituto Storico della Resistenza un centinaio di foto che sono andate ad arricchirne il patrimonio di immagini. La stragrande maggioranza riguardanti la vita pubblica di Odo alla guida del Comune e del PCI di Bellaria, ma in mezzo a queste anche una decina di fotografie “private”, soprattutto di Carla. [caption id="attachment_478805" align="aligncenter" width="474"] 12 aprile 1940. Spiaggia di Bellaria. Da sin. Carla Zannuccoli, la piccola Luisa figlia di Modesto (il fratello di Odo Fantini morto durante la guerra in Jugoslavia), Gerardo Morelli[/caption] Purtroppo non c’erano foto del terribile anno vissuto fra il settembre 1943 e il settembre 1944 nella guerra di Liberazione contro le forze nazi-fasciste, né di Carla né di Odo. Carla fu una della cinquantina di donne riminesi che parteciparono alla Resistenza. Fu una delle “staffette” che

I giornalisti locali fin dal 1899 diedero vita a Circoli, sindacati e associazioni: ecco chi erano gli iscritti

Rimini da sempre ha avuto un buon numero di giornalisti, professionisti e non, che spesso erano anche scrittori. Questi, nel corso dei decenni, hanno dato vita più volte a Circoli della Stampa che hanno avuto vita più o meno lunga. Del resto le attività artistiche, sportive, mondane dell’estate influirono notevolmente, sin dagli ultimi decenni dell’Ottocento, ad una ricchezza di testate in loco e quindi anche di giornalisti (a vario titolo). E molti di questi erano oltre che redattori per i periodici locali, spesso anche corrispondenti per le testate nazionali che volevano notizie dalla Riviera. [caption id="attachment_477378" align="alignleft" width="954"] 23 gennaio 1958. Rimini, Sala dell’Arengo. Due dei protagonisti della vita giornalistica e culturale riminese degli anni ’50 e ’60 assistono dal banco della stampa alle dimissioni del Sindaco Veniero Accreman e alla nuova elezione del Sindaco Walter Ceccaroni al termine della sospensione di tre anni inflittagli dal Prefetto. Da sin. Luigi Pasquini, Nevio Matteini[/caption] Il primo Circolo della Stampa di cui si ha notizie nasce a Rimini sul finire dell’Ottocento. A tutti i giornalisti venne inviata una circolare che fissava un incontro per il 26 settembre 1899, alle ore 20.30, presso Palazzo Guerrieri (in Via Giordano Bruno, oggi Hotel Duomo) per la costituzione della

Una cartella fra i documenti di Giulio Cesare Mengozzi donati alla Biblioteca Gambalunga, chi avesse dei ricordi di quei giorni ce li invii

Fra le tante carte che costituiscono l’archivio personale del geom. Giulio Cesare Mengozzi (1910-1988) in corso di versamento alla Biblioteca Gambalunga di Rimini c’è una cartellina con su scritto “Gita d’istruzione a Venezia”. Le carte insieme ai tanti libri, dopo la morte di Giulio Cesare, passarono al figlio Augusto (1940-2017), bancario e poi braisseur d’affari a San Marino. Da allora sono rimasti nel suo ufficio all’Admiral Point di Dogana, sino a quando la direttrice della Gambalunga Nadia Bizzocchi nei mesi scorsi non ha contattato la vedova, la dott.ssa Nataliya Lobas, con la quale ha concordato la donazione dei libri e delle carte di Giulio Cesare alla Biblioteca Gambalunga. Mengozzi aveva lavorato per molti anni alla Gambalunghiana, ricoprendo ruoli diversi (sino ad essere reggente per alcuni anni a metà degli anni ‘50), e come pochi altri ne aveva esplorato gli angoli più nascosti. Collaboratore di infinite testate giornalistiche, soprattutto cattoliche, ma anche di “Il Resto del Carlino” (ricorda Antonio Montanari nel coccodrillo a lui dedicato in occasione della morte: “In quei primi anni Sessanta ricordo Mengozzi che al Carlino riminese sostituiva come capo-pagina Amedeo Montemaggi quando questi andava in vacanza”, su Il Ponte n. 7/1988). Scrisse centinaia di pezzi sulla storia di