Dalle carte dell'avvocato Ricci riemerege anche la storia di uno dei 650 mila caduti italiani della Grande Guerra, che al fronte nemmeno doveva esserci

Dagli archivi a volte emergono storie curiose, come questa raccontata in alcuni fogli contenuti nell’archivio privato della famiglia dell’avv. Pietro Ricci (1888-1958) (di cui ho scritto su Chiamamicitta.it qualche settimana fa: “PCI riminese clandestino, affiorano le carte inedite dell’avvocato Ricci”). Si tratta di una lettera del colono soldato Luigi Pellicioni (8 gennaio 1877-15 luglio 1918) indirizzata al “Pregiatissimo Sig. Padrone” dell’11 novembre 1915 inviata da Verona in cui si raccomanda di fare “coraggio alla mia famiglia” e di una comunicazione del Comando del 90° Reggimento Fanteria ubicato a Sampierdarena (Genova) in data 10 novembre 1919 in cui viene data notizia in maniera ufficiale (oltre un anno dopo!!) alla famiglia della morte del soldato Luigi Pellicioni avvenuta il 15 luglio 1918 in territorio francese “per ferite riportate in combattimento”. Nella lettera dell’11 novembre Pellicioni scrive che sta bene e “col mangiare danno un buon rangio e ne danno in a bondanza”. “Prego a lei Sig. Padrone di fargli coraggio alla mia famiglia specialmente in questa brutta circostanza sarà una sua gentilezza verso di me e della mia famiglia”. “La riverisco lei e sua famiglia”. Una prima considerazione da farsi è sul perché dell’arruolamento del soldato Pellicioni a 38 anni, chiamato alle armi nell’estate del

Così il riminese con la sua gente di mare e il pugliese con il popolo della terra si ritrovarono insieme nella CGIL

A 70 anni dalla scomparsa del sindacalista riminese la CGIL ha inserito la biografia dello storico leader dei marittimi nelle celebrazioni per i 120 anni della Camera del Lavoro. Il 20 giugno, presso la corte della Biblioteca Gambalunga, una tavola rotonda ha affrontato la complessa figura di Giuseppe Giulietti. Chiamamicitta.it ha chiesto a Gianluca Calbucci e ad Andrea Montemaggi, i due relatori dell’incontro del 20 giugno, una sintesi dei loro interventi. Abbiamo già pubblicato l’intervento di Calbucci (“Capitan Giulietti, il romagnolo più famoso del primo Novecento dopo Mussolini”) ed ora pubblichiamo l’intervento di Andrea Montemaggi sul complicato rapporto di Capitan Giulietti con la CGIL e il suo leader Giuseppe Di Vittorio nel dopoguerra italiano. [caption id="attachment_415002" align="alignleft" width="893"] 30 maggio 1927. Nuoro. Giuseppe Giulietti al confino[/caption] Capitan Giulietti e la C.G.I.L. di Di Vittorio di Andrea Montemaggi La figura di Giuseppe Giulietti - meglio noto come Capitan Giulietti - potente leader del sindacato dei marittimi dal 1909 al 1953 ad eccezione della parentesi fascista, è stata riscoperta, studiata e poi dimenticata più volte nell'arco dei settanta anni che sono trascorsi dalla sua morte. Il suo ruolo a volte determinante in cruciali momenti della storia italiana – si pensi ad esempio all'appoggio fornito, anche finanziariamente, al giovane Mussolini

Riminese di Borgo Marina, potentissimo capo del sindacato dei marittimi, a Fiume con D'Annunzio e perseguitato dal fascismo

A 70 anni dalla scomparsa del sindacalista riminese la CGIL ha inserito la biografia dello storico leader dei marittimi nelle celebrazioni per i 120 anni della Camera del Lavoro. Il 20 giugno, presso la corte della Biblioteca Gambalunga, una tavola rotonda ha affrontato la complessa figura di Giuseppe Giulietti. Dal Biennio rosso all’Autunno caldo: leggere la storia del ‘900 attraverso le biografie sindacali. Quello delle biografie è uno dei filoni storiografici attraverso i quali la Camera del Lavoro sta promuovendo le iniziative legate alle celebrazioni per i 120 anni dalla sua fondazione avvenuta il 1 ottobre 1903. La prima di queste iniziative si è tenuta lo scorso 8 marzo ed ha consentito di far riemergere la straordinaria rilevanza della dirigente politica e sindacale Anna Pizzagalli grazie alla ricerca condotta da Gianluca Calbucci dell’Istituto per la Storia della Resistenza e dell’Italia Contemporanea (ISREC) della Provincia di Rimini, che collabora con CGIL nell’ambito del 120° della Camera del Lavoro. Giuseppe Giulietti (21 maggio 1879 – 20 giugno 1953). La poliedrica figura del dirigente sindacale ai più noto come Capitan Giulietti è ricordata nella nostra città dal monumento a lui dedicato nel parco pubblico di Via Destra del Porto a Rimini: opera di Gaetano Scapecchi inaugurata il

Un rarissimo documento del maggio 1944 parla dei protagonisti della Resistenza ben prima della liberazione svelando dettagli sconosciuti

Un rarissimo documento del maggio 1944 parla dei protagonisti della Resistenza ben prima della liberazione svelando dettagli sconosciuti

A Rimini l’ANPI si costituì subito dopo la Liberazione nell’autunno 1944. Non ci sono documenti che attestino la data di nascita e chi operò per farlo. Ma è facile immaginarlo. Sono i principali responsabili della Resistenza riminese a voler vedere organizzato in un organismo le forze partigiane: Decio Mercanti (Presidente del CLN), Guglielmo Marconi (Vice-Comandante dell’8. Brigata Garibaldi), Attilio Venturi (Vice-Comandante del 3° Battaglione della 29.a Brigata GAP Rimini), Cesare Tombesi (Comandante del 1° Distaccamento del 3° Battaglione 29.a Brigata GAP), Guido Nozzoli (Comandante di Distaccamento), Carlo Caldari (ispettore con la responsabilità organizzativa del 3° Battaglione). [caption id="attachment_374955" align="alignleft" width="1134"] Cesare Tombesi[/caption] Anche perchè Decio Mercanti (1902-1992) era stato eletto Presidente del Comitato di Liberazione (CLN) riminese, l’organismo unitario di tutte le forze antifasciste, a metà marzo 1944 e lo rimase sino al suo scioglimento il 7 agosto 1946, oltre ad essere anche il segretario della Federazione Comunista riminese dal 3 marzo 1944 ai primi mesi del 1945. Un potere immenso esercitato per oltre due anni: al CLN spettava dare direttive e controllare le Giunte Comunali, il Comitato di Epurazione, approvare le decisioni del Prefetto (nominato dal Governo centrale), affrontare i vari problemi creati dal fascismo e dalla guerra, avviare le operazioni

L'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia nacque ancora prima che la guerra finisse

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Si è formato in queste settimane il Comitato per valorizzarne la memoria

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Mentre si preparano le celebrazioni per il centenario della nascita e il ventennale della morte

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