Alimentari, turismo, divertimento e tantissime costruzioni: le epopee dei personaggi che hanno fatto la storia recente della riviera

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Iniziativa dell'ex sindaco di Coriano Pierini e dell'ex direttore della Biblioteca Zaghini per allestie una nuova mostra fotografica dopo quella di due anni fa su Ospedaletto

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Il mistero di Eugenio Brigidi maitre d'hotel e fotografo, che alle sue feste di compleanno in Valconca vedeva arrivare folle di vip e artisti

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Paolo Zaghini: "Il Partito Comunista a Coriano 1921-1991" - La Piazza. Il centenario del Partito comunista italiano, nel 2021, è stato per gli studiosi l’occasione per ripercorrere il tragitto di un grande soggetto politico che ha segnato la vita italiana del Novecento. Ne sono un esempio le iniziative che a livello nazionale e anche regionale, a partire dall’Emilia-Romagna, sono state stimolate dall’anniversario per una ricostruzione di quel percorso, così importante per la nostra società, e per una riflessione che ha riportato in luce un modo di intendere e vivere la politica che è difficile riscontrare oggi, in tempi di partiti ‘liquidi’ e poco radicati sul campo. Tra le caratteristiche principali dei partiti della cosiddetta “prima repubblica” che sono state ricordate, vi era indubbiamente la loro capacità di mobilitare le persone, il capillare radicamento sul territorio, la forza organizzativa e la sagacia nel selezionare una classe dirigente preparata. A testimoniare quanto queste peculiarità fossero presenti anche in aree circoscritte contribuisce il caso di studio affrontato, con grande capacità di sintesi nonostante l’enorme mole di dati utilizzata, da Paolo Zaghini, “Il Partito comunista a Coriano 1921-1991”, pubblicato da La Piazza editore. Quella di Zaghini è un’analisi che ricostruisce le vicende del partito, e con esso del

Credo sia naturale, per chi ha intersecato decenni della propria esistenza con quella del Partito Comunista, provare una particolare emozione ricordando Enrico Berlinguer nel centenario della nascita. Ho ancora ben presente la sua prima partecipazione a Tribuna Elettorale, mi pare in vista delle elezioni del 1968. Una partecipazione sorprendente, poiché fino ad allora le poche occasioni televisive dell'epoca vedevano la presenza di dirigenti comunisti storici, di consolidata notorietà. Ma bastarono poche altre analoghe apparizioni a mettere in risalto “l'efficacia televisiva” di quel suo ragionare privo di appesantimenti retorici, facilmente comprensibile anche a chi non avesse una gran dimestichezza con la politica. Nel gennaio del 1980, eletto nel frattempo Segretario del PCI riminese, sto uscendo da una riunione tenuta a Botteghe Oscure da Napolitano quando mi sento chiamare «Berlinguer ti vuole vedere». È Antonio Tatò, che di Berlinguer è stato lo storico segretario particolare. Sul momento penso mi abbia scambiato per il segretario di una ben più importante Federazione: «Ma guarda che io sono il Segretario di Rimini». E lui: «Proprio per questo che ti deve parlare». Così lo seguo, emozionato e incuriosito. Berlinguer mi comunica la decisione di partecipare al Conferenza Nazionale della FGCI in programma a Rimini dal 7 al 10 febbraio, che

Il Sindaco Bruno Bigucci a nome della Giunta Comunale, al termine del suo incarico nel 1985, scriveva nel fascicolo “Comune di San Giovanni in Marignano. 1980/1985 cinque anni di progresso”: “il Comune di San Giovanni in Marignano ha vissuto una fase intensa di sviluppo. Con sicurezza possiamo dire che gli ultimi sono stati cinque anni di progresso. Non ci arroghiamo certamente il merito esclusivo dello sviluppo di questo paese cresciuto visibilmente in qualità e in quantità. (…) è stata determinante la laboriosità di questa gente. All’Amministrazione Comunale deve essere riconosciuto il merito di aver promosso e condotto lo sviluppo con una programmazione lungimirante e stimolante. A San Giovanni si vive bene. Non possiamo però accontentarci di questo: si può vivere ancora meglio”. Bruno Bigucci era nato il 5 giugno 1942. Giovanissimo aveva incominciato ad occuparsi di politica e a soli 22 anni era entrato in Consiglio Comunale nella lista unitaria PCI-PSIUP alle elezioni del 22 novembre 1964. Il 18 settembre 1966 il Sindaco comunista Guido Donati (in carica dal dicembre 1964 al giugno 1975) lo volle in Giunta (incarico che mantenne sino a giugno 1970). [caption id="attachment_213635" align="aligncenter" width="1718"] 1974 ca. Morciano di Romagna, sede del PCI. Conferenza economica della FGCI della

Misano Adriatico nel 1945 era un comune completamente agricolo, con poco più di 4.000 abitanti. Ancora nel 1951 contava solo 5 alberghi. Era uscito dalla guerra con gravi danni agli edifici e alle infrastrutture pubbliche. Nell’autunno 1944, subito dopo l’arrivo delle truppe alleate, il CLN locale aveva provveduto a nominare una Giunta comunale e un Sindaco in attesa delle prime libere elezioni, che saranno però solo due anni dopo, ad ottobre 1946. Scriverà Vincenzo Rossi, consigliere democristiano misanese dal 1988 al 1990, nel suo libro “Misano A. ieri e oggi”, pubblicato dall’Associazione Albergatori di Misano nel 1984: la Giunta CLN era “composta da membri di diversa estrazione politica, ma con una netta maggioranza socialcomunista. Ne è a capo con funzioni di Sindaco, il sig. Armando Ramenghi, radiotecnico bolognese, trasferitosi per matrimonio nella vicina frazione di Scacciano. Convinto marxista, ex partigiano, è salito alla ribalta rapidamente e, come una meteora, è ripiombato nell’oscurità con le prime elezioni amministrative del dopoguerra. Lo si ricorda come un uomo duro, inflessibile, talvolta impulsivo, ma onesto e ligio al dovere. Vagheggiava processi sommari, condanne per direttissima, epurazioni di massa. Diversi impiegati comunali furono licenziati in tronco, perché ritenuti compromessi con il passato regime”. Ma sin dall’estate 1945 si

Nei primi anni ’90 Bruno Ghigi intervistò una trentina di uomini e donne bellariesi sulla loro vita fra inizio secolo e seconda guerra mondiale per il terzo volume della “Storia di Bellaria-Bordonchio-Igea Marina. Ricerche e studi sugli abitanti e sul territorio (1500-1970)" (Ghigi, 1994). Fra questi intervistati c’era Odo Fantini. “Che attività svolgeva suo padre quando lei è nato? Mio padre continuò a svolgere il lavoro del nonno e del bisnonno: il carrettiere”. “Cosa trasportava sul suo carro? Si dedicava prevalentemente al trasporto di sabbia e ghiaia che andava a prelevare nel letto dei fiumi Uso e Marecchia. Era un lavoro pesantissimo perché la ghiaia e la sabbia dovevano essere caricate con il badile”. [caption id="attachment_206510" align="alignleft" width="1848"] 22 aprile 1946. Bellaria Cagnona. Matrimonio di Carla Zannuccoli con Odo Fantini. Da destra Ernesto Mantani, Odo Fantini, Carla Zannuccoli, Castelluzzi[/caption] “Quando smise suo babbo di fare il carrettiere? Nel 1922, l’anno in cui nacqui io, perché aprì un forno nella zona a mare della Cagnona”. “Quando ha iniziato a lavorare nel forno? A otto/nove anni, quando le scuole erano chiuse: con due sporte di paglia appese al manubrio di una bicicletta, senza freni né parafanghi, portavo il pane a domicilio. Una volta cresciuto, il pane