Home___primopianoARPAE: “Mucillagine in Adriatico difficile da spiegare, peggio sembra passato” – VIDEO

L'oceanografa della Daphne Cristina Mazzotti: "Fenomeno naturale anche se molti non ci credono"


ARPAE: “Mucillagine in Adriatico difficile da spiegare, peggio sembra passato” – VIDEO


8 Agosto 2024 / Redazione

Bagni non proprio consigliati, ma fondamentalmente innocui, se non si hanno ferite aperte. Il ritorno della mucillagine sulle coste dell’Adriatico è una delle “grane” che vive il settore turistico balneare quest’estate, in Romagna come nelle altre regioni costiere. E sul tema prova a fare chiarezza chi lo studia da anni, Cristina Mazziotti, responsabile della struttura oceaonografica Daphne di Arpae.

Come spiega questa mattina a Rimini durante la presentazione dei dati sullo stato di salute del mare raccolti dalla Goletta Verde di Legambiente, si tratta di un fenomeno “naturale” le cui cause sono “difficili da spiegare”. Come Daphne, ricorda, “abbiamo seguito i casi di fine anni ’90, del 2014 e del 2018, che sono stati più pesanti”. Tutto, prosegue, parte a fine giugno da Croazia e Slovenia, dove tra l’altro non ci sono fiumi che sfociano in mare. Per cui, chiosa, occorre essere “cauti” sulla responsabilità dell’entroterra.

A portare la mucillagine in Italia ci ha poi pensato la corrente levantina che risale dall’Albania e sostanzialmente “porta di qua quello che c’è di là”. E infatti “tutto l’Adriatico è coinvolto”. Si tratta di escrezioni da fitoplanton, le microalghe cominciano a produrre mucillagine in quantità enorme e i motivi sono difficili da identificare, appunto. Concorre, spiega ancora Mazziotti, uno squilibrio tra valori di acqua dolce e salata, e sono fondamentali venti e correnti. La mattina la mucillagine è sott’acqua e riaffora con il sole per la fotosintesi. Quando poi si deposita, per esempio nelle scogliere da dove è difficile ch esca, si crea odore e preoccupazione tra le persone a fare il bagno.

Il consiglio di Mazziotti è di “usare il buon senso”, come sempre, la mucillagine è composta di zuccheri e col tempo, “come una fetta di mela”, si ossida. Il fenomeno, conclude, è “ancora in atto, è passato nella seconda fase e abbiamo scavallato il peggio”. Certo la preoccupazione resta alta in spiaggia. Per esempio a Cesenatico, in provincia di Forlì-Cesena, è una “grossa criticità”, ammette la vicesindaco Lorenza Fantozzi. Anche perchè “trasferire all’esterno la giusta informazione non è facile”. Si cerca di “capire il problema e sono monitorati gli scarichi. È un fenomeno che può spaventare ma è nella normalità”. Anche a Misano adriatico nel riminese, aggiunge l’assessore all’Ambiente Nicola Schivardi, alberghi e bagnini incolpano gli scarichi e non credono a un fenomeno naturale.

Il problema delle mucillagini è “molto complesso”, conferma il presidente regionale di Legambiente Davide Ferraresi, per “una serie di fattori che si combinano, come temperature e quantità di sostanze nutrienti che arrivano dai fiumi”, mentre la correlazione con piogge intense e abbondanti è un “elemento da tenere monitorato ma trovare una correlazione è difficile”, conclude.

 

(Agenzia DIRE)