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Un episodio oscuro, di cui si hanno pochi dettagli, è quello che avviene nel 1543 e che riguarda San Marino. Lo stesso Carlo Tonini, che lo riferisce a fine '800, dice di non averne saputo mai nulla finché "a farcene esperti viene ora una bella memoria dell’amico prof. Marino Fattori Sammarinese, tratta da documenti inediti di quegli Archivi pubblici". C'è dunque un tal Fabiano da Monte S. Savino, fra Arezzo e Siena; è un soldato ed è nipote del Cardinal Giovanni Maria da Monte, che poi sarà papa col nome di Giulio III. Fabiano evidentemente è già a sua agio nella corte pontificia, perché si trova nel seguito di papa Paolo III quando il pontefice si ferma a Bologna. [caption id="attachment_42674" align="aligncenter" width="1305"] Il cardinal Giovanni Maria Ciocchi del Monte, poi Papa Giulio III, ritratto dal bolognese Prospero Fontana[/caption] E qui qualcuno inizia a covare l'impresa: dare l'assalto a San Marino. Ma perché? "ad istigazione e a profitto di cui, non è noto", si limita ad annotare il Tonini. Comunque, Fabiano di San Savino è certamente in combutta con Nicolò di Ser Giusto dei Giusti di Anghiari, altro luogo dell'aretino e soprattutto castellano della rocca di Rimini, anche lui in quel momento a Bologna. I due se

Il 3 giugno 1999 si svolge la cerimonia della posa della prima pietra dei nuovi quartieri della Fiera di Rimini. L'inaugurazione è prevista per il 2001. Come sottolinea il presidente dell'Ente Fiera Rimini, Lorenzo Cagnoni, "L’investimento che la provincia di Rimini ha deliberato per la nuova Fiera, è un investimento di tutto rispetto: 214 miliardi per quanto riguarda il quartiere in senso stretto e alcune decine di miliardi per le opere di collegamento". Il nuovo quartiere espositivo ospiterà 12 padiglioni climatizzati e privi di colonne su una superficie totale di intervento di 360 mila mq, con 6 mila posti auto, terminal trasporti, 10 punti di ristorazione, sala convegni da 700 posti, altre due da 200 e varie minori.  Il progetto è del tedesco Volkwin Marg dello Studio GMP di Amburgo; le imprese chiamate a realizzarlo la ATI Impregilo di Milano e la SCI Costruzioni di Genova. E' già in previsione la realizzazione della stazione ferroviaria per la nuova fermata Rimini Fiera sulla linea Bologna - Ancona. Oggi la Fiera di Rimini fa parte di IEG - Italian Exibition Group, che si presenta così: "L’internazionalizzazione è la nuova frontiera dell'attività per le fiere italiane, strumenti indispensabili per supportare il processo di espansione delle aziende in tutti settori. Fiera di Rimini

Il 30 gennaio 1945 nella riunione del consiglio dei ministri, come ultimo argomento, si discuteva del voto alle donne. La questione fu esaminata con poca attenzione, ma la maggioranza dei partiti (a esclusione di liberali, azionisti e repubblicani) si dimostrò favorevole all'estensione. Il 1 febbraio 1945 venne emanato il decreto legislativo luogotenenziale n. 23 che conferiva il diritto di voto alle italiane che avessero almeno 21 anni. Le uniche donne ad essere escluse erano citate nell'articolo 354 del regolamento per l'esecuzione del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza: si trattava delle prostitute schedate che lavoravano al di fuori delle case dove era loro concesso di esercitare la professione. Il 21 ottobre 1945 papa Pio XII, in presenza delle presidenti del CIF (Centro Italiano Femminile) si dimostrò favorevole al suffragio femminile affermando: “Ogni donna, dunque, senza eccezione, ha, intendete bene, il dovere, lo stretto dovere di coscienza, di non rimanere assente, di entrare in azione [..] per contenere le correnti che minacciano il focolare, per combattere le dottrine che ne scalzano le fondamenta, per preparare, organizzare e compiere la sua restaurazione”. Con queste parole Pio XII, adeguatosi ai tempi, aveva interrotto la tradizione clericale in merito alla questione. Il decreto Bonomi tuttavia

Scrive Iano Planco (Giovanni Bianchi) su "Novelle letterarie" di Firenze del 22 giugno 1771: "La venuta delle Balene nel mare Adriatico è cosa molto rara, con tutto ciò anche in esso capitano talora con altri pesci cetacei di gran mole". E il dotto riminese prosegue: "Ora qui vi voglio riferire una Balena viva, che capitò in questa spiaggia il dì 3 di questo mese di giugno, dopo una gran burrasca di vento e d'acqua, che fu la notte antecedente a questo giorno, il quale la mattina essendosi fatto sereno, fu da un contadino lavoratore di questo Spedale, che era a caccia per le quaglie vicino al mare, veduto guizzare nel mare poco distante da terra un grandissimo pesce in poca acqua, e in un luogo vicino chiamato la Pantera, per la caccia, che ivi una volta si faceva alle anitre selvatiche, il qual luogo è anche chiamato la Sagramora da una fonte d'acqua perenne". [caption id="attachment_259576" align="aligncenter" width="802"] La fonte Pantera a Rivabella[/caption] Il luogo tutt'ora conserva quel nome, così come la fonte che si vede presso il passaggio a livello ferroviario di Rivabella. Nome che non a che fare con il grande felino, ma con "pantano". Deriva dal tardo latino in

Il primo di giugno del 1449 muore Polissena Sforza, seconda moglie di Sigismondo Pandolfo Malatesta. Polissena era nata a Fermo nel 1428, figlia del (non ancora) duca di Milano Francesco Sforza e della sua amante Giovanna d'Acquapendente, detta La Colombina, che fu legata allo Sforza per 17 anni dandogli cinque figli. Lo Sforza volle quel nome in memoria della sua prima moglie, Polissena Ruffo principessa di Rossano, morta nel 1420 forse avvelenata da uno zio insieme ad una figlioletta di un anno, Antonia Polissena. [caption id="attachment_469929" align="aligncenter" width="800"] Francesco Sforza Duca di Milano[/caption] Il 29 aprile 1442 la quattordicenne Polissena sposa a Rimini Sigismondo, 25 anni. In quel momento fra Malatesta e Sforza l'alleanza è di ferro; questo matrimonio ne è il suggello. La prima moglie di Sigismondo, Ginevra d'Este, era morta nel 1440 senza avergli dato figli. Le nozze "fonno bellissime, famose et sontuose cum molto ordine et provedimento": si finisce di festeggiare solo il 2 maggio. Subito dopo Sigismondo parte con 1600 cavalieri e 400 fanti per andare ad aiutare il neo suocero nella Marca. La dote di Polissena è Mondavio, capoluogo di Vicariato con giurisdizione su ventiquattro castelli, che subito Sigismondo fa abbellire e fortificare. [caption id="attachment_469930" align="aligncenter" width="709"] La rocca e il castello di Mondavio[/caption] Entro la fine

Rimini, 31 maggio 1799: «Oggi è stata un’altra giornata di gran funesta; verso mezzo giorno si è saputo che il Conte Fabert Francese con circa 150 soldati Piemontesi, e altri di suo seguito veniva con un canone avanti per entrar in Città. Tutti li nostri Solevati, con li Contadini ed alla testa il Tenente Carlo Martiniz sono andati in contro con canone, ed hanno fugati li Nemici, col far prigionieri sette, e morti si dice altrettanti; vanno dietro al Comandante, e tutti gli altri si sono dispersi; questa sera hanno fatti prigionieri altri, e presi due pezi di canone. La nostra popolazione è molto riscaldata. Il nostro vescovo Feretti ha fatto un fervorino sulla Piazza della Fontana al Popolo, ha fatto liberare il Padre, ed il Figlio Zavagli dall’arresto, ed ha creato unitamente al popolo un Magistrato, ed il Comandante Civico. Il Magistrato è composto di 5 soggetti: Ercole Bonadrata, Marco Bonzetti, Girolamo Soleri, Carlo Zollio, e Giuglio Cesare Bataglini, ed il Comandante Giovanni Battista Agolanti. La residenza del Magistrato è in Casa Gambalunga». Così riporta il mercante Nicola Giangi negli appunti quotidiani vergati nel suo stentato italiano. Ma cosa sta succedendo? Rimini è nella Repubblica Cisalpina; la Repubblica Francese, dopo

Giovanni Maria ("Nino") Pedretti nasce a Santarcangelo il 13 agosto 1923, figlio di un impiegato comunale e di una maestra elementare, Maria Cola. Il padre, Luigi Renato, è noto in paese come appassionato di archeologia e studioso di storia locale: le sue ricerche del 1936 avevano dato impulso alla scoperta delle grotte di Santarcangelo. Trascorre l’infanzia nella casa di via del Tavernello. Nel 1928 nasce sua sorella Giaele. Dopo essersi diplomato presso l’Istituto per geometri di Rimini, nel 1942 è chiamato alle armi a Trieste, da dove fugge dopo l’8 settembre 1943 per tornare a Santarcangelo e scappare poi a San Marino. Nell’immediato dopoguerra si unisce al gruppo di intellettuali santarcangiolesi noto con il nome di “E’ cìrcal de giudéizi” di cui fanno parte fra gli altri Tonino Guerra, Raffaello Baldini, Gianni Fucci, Flavio Nicolini, Rina Macrelli. Dopo aver conseguito il diploma di maestro presso l’Istituto Magistrale di Forlimpopoli si iscrive all’Università di Urbino dove si laurea nel 1949 con una tesi sul jazz. Successivamente si trasferisce in Germania. Rientra in Italia e dopo un breve periodo come addetto alle pubbliche relazioni presso l’Azienda nazionale idrogenazione combustibili (ANIC) di Ravenna, ricopre provvisoriamente il ruolo di insegnante di inglese a Forlì. Ha inizio un periodo di relativa stabilità, cui contribuisce anche il

Il 29 maggio 1278 l'imperatore Rodolfo I d'Asburgo scioglie le città della Romagna dal giuramento di fedeltà che egli stesso aveva ottenuto nel novembre 1275. Con questo atto termina la secolare disputa fra papato e impero sulla sovranità degli antichi domini dell'impero romano che, unici superstiti in un'Italia ormai quasi tutta dei Longobardi, si era chiamata Romània e che aveva la città esarcale di Ravenna quale capitale imperiale. Già nel 754 la Chiesa di Roma era riuscita a farsi cedere Esarcato e Pentapoli da Pipino il Breve, padre di Carlo Magno, che le aveva strappate ai Longobardi. E i papi accampavano anche la donazione di Costantino, di cui ancora nessuno sospettava la falsità. Ciò nonostante non erano mai riusciti a far valere le loro pretese. Finchè la rovina degli imperatori svevi Hohenstaufen aveva loro spianato la strada. E' vero, la Parte Ghibellina in Italia era ancora forte, sebbene l'impero fosse rimasto senza guida per ben 28 anni, dalla deposizione di Federico II da parte di papa Innocenzo IV nel 1245 all'elezione di Rodolfo I nell’ottobre 1273.  Durante questo periodo vennero eletti Re dei Romani Enrico Raspe, Guglielmo II d'Olanda, Alfonso X di Castiglia e Riccardo di Cornovaglia. Nessuno di loro però

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