Top Stories

Il 25 marzo la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa celebrano l'Annunciazione della Beata Vergine Maria (per le Chiese ortodosse che usano il calendario giuliano, il 25 marzo corrisponde al 7 aprile del calendario gregoriano). In molte nazioni (per esempio nel Granducato di Toscana fino al XVIII secolo) il giorno dell'Annunciazione era il capodanno, per cui il sistema di calcolo degli anni era detto Stile dell'Incarnazione. Con molta probabilità, già prima della Festa dla Nunzièda esisteva la Fira di Garzùn: "In quella data - spiega fra gli altri Gianni Quondamatteo - i garzoni di campagna rinnovavano, scioglievano o facevano il contratto annuale di lavoro". [caption id="attachment_459636" align="alignleft" width="1045"] Grandi e piccoli al lavoro per filare il baco da seta[/caption] Con gli occhi di oggi, si trattava di un orribile mercato di bambini, orfani oppure offerti in affitto dalle famiglie più povere a quelle che ne avevano bisogno per i lavori più umili. Ma il lavoro minorile, come sappiamo, era la norma fino a non tanto tempo fa. Il più delle volte i garzoni non ricevevano compenso in denaro ma solo vitto e alloggio; quanto bastava però per sopperire a quanto le famiglie di provenienza il più delle volte non erano in grado di garantire.

Con legge n.124 del 24 marzo 1907 viene costituito il Comune di Mercatino Marecchia, che nel 1941 assumerà la denominazione di Novafeltria. Del nuovo Comune fanno parte alcune frazioni frazioni staccate dal Comune di Talamello. Il primo nucleo di quella che sarà Novafeltria si fa risalire all'anno 950 d.C.,  con la pieve di San Pietro in culto (cioè eretta su di un terreno coltivato) e l'oratorio di Santa Marina. È un tipico "mercatale" medievale, cioè un punto d'incontro aperto e privo di mura, dove le popolazioni dei centri circostanti si incontravano in occasione di fiere e mercati. Caratteristiche simili a quelle di Mercatino Conca o di Mercatale di Sasso Corvaro sulle rive del Foglia: circa a metà di una valle, all'incrocio con vie di comunicazione (nel caso di Novafeltria, la strada per Talamello e Sant'Agata e quella per Maiolo e San Leo oltre il guado del Marecchia, che si dipartono dalla Marecchiese). Per immemorabile tradizione, le fiere di Mercatino Marecchia si tenevano soprattutto nel mese di agosto. [caption id="attachment_32264" align="aligncenter" width="1074"] San Pietro in culto[/caption] Nella prima metà del '600 il luogo fu scelto come dimora dai Conti Segni di Bologna, che vi edificarono una sontuosa villa: oggi è il palazzo municipale. Un forte impulso allo sviluppo di Novafetria fu

Il canto del cigno dell'antica capitale imperiale nel pieno della lotta per le investiture

Il 24 marzo 1084 Guiberto Arcivescovo di Ravenna viene consacrato papa in San Giovanni in Laterano; prende il nome di Clemente III e fra i tre Vescovi che partecipano alla solenne cerimonia c'è anche quello di Rimini, Opizzone, insieme ai colleghi di Bologna Gerardo I e di Modena Landolfo I. Siamo al culmine della lotta per le investiture e Clemente è l'anti-papa che l'imperatore Enrico IV oppone all'arcinemico Gregorio VII. Pertanto nella sua monumentale storia di Rimini scritta in pieno Risorgimento, il neo-guelfo Luigi Tonini rigetta quella notizia, riportata da Matteo Villani: il Vescovo di Rimini non poteva essere fra gli autori di quell'atto ai suoi occhi sacrilego e filo-germanico "ma per molti si prova che quelli furono il Bolognese, il Modanese, e l'Aretino; onde il facile equivoco tra Aretinus e Ariminensis; sebbene altri per terzo pongano invece il Cremonese. Così potessimo assolverlo dall'aver seguito le parti di quell'Antipapa". E a sostegno di ciò si aggrappa a una pergamena "vista dal Clementini" nell'Archivio di Scolca ma evidentemente già scomparsa ai tempi suoi, così datata: "Gregorii pape anno octavo, die 29 octobris, Indic. IV, territorio Castri Conca in castro Morciano; segno che nè Arrigo nè Clemente ebber anche tirate a se queste

Giulia Anna "Giulietta" Masina era nata a San Giorgio di Piano, in provincia di Bologna, il 22 febbraio 1921. Figlia del violinista e professore di musica Gaetano Masina e della maestra Angela Flavia Pasqualini, visse dall'età di quattro anni in poi a Roma presso una zia di origine milanese rimasta vedova. Frequentò il ginnasio e il liceo dalle Suore Orsoline, dove, incoraggiata dalla zia, cominciò a coltivare la passione per la recitazione. Sin dalla stagione 1941-1942 partecipò a numerosi spettacoli di prosa, danza e musica nell'ambito del Teatro Universitario nei locali dello Stadium Urbis, che poi diventerà il Teatro Ateneo. In quella seguente (la 1942-1943) entrò nella Compagnia del Teatro Comico Musicale dove si esibì come ballerina, cantante e attrice in diverse operette e commedie brillanti. Nel 1942 Giulietta incontra negli studi dell'EIAR Federico Fellini. Già nel luglio 1943 la coppia si presenta ai genitori di lei. Dopo l'8 settembre 1943 la loro unione conosce un'accelerazione: Fellini, invece di rispondere alla chiamata alla leva, convola a nozze con Giulietta il 30 ottobre. Nei primi mesi vivono insieme nella casa della zia milanese della moglie. Intanto il sodalizio artistico era già avviato: dal 1942 la giovane studentessa di Lettere nonché attrice, interpreta il personaggio di Pallina,

Il 22 marzo 1909 a Bellaria si gettano le basi per una nuova banca. Alla presenza del notaio Delmiro Montemaggi di Mercato Saraceno e dei testimoni Giuseppe Gattei, cuoco, Lazzaro Cisterni, agricoltore, nella casa dell'avvocato Vincenzo Nadiani che rappresenta la costituenda società, viene redatto l'atto costitutivo della "Cassa Rurale di deposito e prestiti di Bellaria-Bordonchio". Sono presenti anche diversi cittadini, una ventina, per lo più agricoltori, oltre ai due parroci di Bellaria don Giovanni Ceccarelli e di Bordonchio don Giovanni Vincenzi. Il 9 ottobre 1914 vi sarà il riconoscimento giuridico. Il 13 novembre del 1995 la “Cassa Rurale di Prestiti e Risparmi di Bellaria e Bordonchio” si fonde con la “Cassa Rurale di Prestiti delle Parrocchie di Santa Lucia e Castelvecchio” fondata nel 1904 in Savignano sul Rubicone: nasce Romagna Est Banca di Credito Cooperativo. [caption id="attachment_31857" align="aligncenter" width="1072"] La sede della Bcc Romagna Est a Bellaria[/caption] Al 31.12.2015, Romagna Est conta 2.521 soci, 171 collaboratori, oltre 30.000 clienti, un patrimonio netto di oltre 120 milioni di euro, opera su un territorio di 8 comuni delle Province di Forlì-Cesena e Rimini con 19 sportelli: 5 a Bellaria Igea Marina, 4 a Savignano sul Rubicone, 2 a Santarcangelo di Romagna, 2 a San Mauro Pascoli,

Il 21 marzo 1797 circa centocinquanta "montanari", armati e divisi in vari drappelli, si presentano ai proprietari del Comune di San Mauro e della sua campagna "per averne violentemente dei generi" alimentari: "incutono in tutti un gran timore colle jatanze, e colle minaccie, che spargono, massime contro quelli, che si mostrano più fedeli alla Repubblica". Quel che fa più paura, è la loro intenzione "di tagliare la fossa, che conduce l’acqua dalle parti superiori a Santarcangelo, ed a Rimini per uso dei rispettivi molini, lo che seguendo porterebbe la fame a quella Terra", alla città di Rimini, "ed alle rispettive campagne, giacché le farine, che si hanno sono sufficienti alle rispettive popolazioni" . Così Antonio Montanari ricorda i fatti del 1797, quando divampa la ribellione contro l'occupazione francese e la Repubblica Cisalpina voluta da Napoleone. Ma è solo una sollevazione politica? Secondo la cronaca di Nicola Giangi, che è un irremovibile reazionario, questi sono dei "malviventi". Provengono da "Sogliano, e Monti", "e sono scesi a San Mauro perché proprio lì si trovava il grano requisito dal Commissario francese Giulio Fortis". Di lì a poco tocca a Santarcangelo. Qui "il cittadino Baldini ha avvertito che quel Paese si trova esposto al furore di

Ezra Pound viene a Rimini per studiare a fondo il Tempio Malatestiano e la figura di Sigismondo Malatesta, da cui è affascinato e per il quale avrebbe coniato la celebre definizione: “Il miglior perdente della storia”. Aveva già visto la chiesa di San Francesco per la prima volta nel maggio del 1922, durante il tour con la moglie attraverso l’Italia centrale. Ora è in cerca materiali da utilizzare per scrivere i suoi Malatesta Cantos e si ferma più a lungo. E Marchetti lo aiuta in ogni modo, fino ad andare a bussare al portone della biblioteca Gambalunga con il calcio del moschetto per farsela aprire fuori orario da uno sconcertato direttore Massera, poiché il poeta necessitava di vedere subito certi documenti. Ezra Pound resterà legato a Rimini tutta la vita e nei suoi versi ne piangerà le sorti durante la guerra:   Rimini arsa e Forlì distrutta Chi vedrà più il sepolcro di Gemisto Che tanto savio fu, se pur fu greco? Giù son gli archi e combusti i muri Del letto arcano della divina Ixotta   (Canto 72) Ezra Weston Loomis Pound (Hailey, Idaho, 30 ottobre 1885 – Venezia, 1º novembre 1972) è stato uno dei più grandi e controversi artisti del ‘900: poeta, saggista e traduttore, visse per lo più in Europa e fu uno dei protagonisti del modernismo e della poesia di inizio XX secolo. Costituì, assieme a Thomas Stearns Eliot, il punto di

Il 21 marzo 1518 papa Leone X (Giovanni di Lorenzo de' Medici) concede a Verucchio il titolo di "città".  Come sottolinea Enrico Angiolini ("Statuta castri Veruchuli - Gli statuti quattrocenteschi di Verucchio", 2011), non si tratta affatto di un semplice titolo onorifico: la qualifica di "città" comporta per la culla dei Malatesta «la definitiva cessazione di ogni sua residua soggezione giuridico-amministrativa a Rimini». [caption id="attachment_458997" align="alignleft" width="2560"] Papa Clemente VII ritratto da Sebastiano Del Piombo[/caption] La disgregazione dello "stato riminese", che i Malatesta avevano governato e ingrandito a partire dal XIII secolo col "Mastin vecchio" proveniente proprio da Verucchio, aveva avuto inizio con la rovina di Sigismondo nel 1462. Dopo la cacciata dei Malatesta da Rimini e il breve dominio veneziano, la sempre insofferente Santarcangelo rammenta a Roma che il suo Vicariato è del tutto autonomo dalla Diocesi di Rimini. Il titolo di "città", però, sarà concesso ai santarcangiolesi solo nel 1828, quando davvero ormai è solo un riconoscimento simbolico. Gli altri castelli del contado vengono dati in feudo a questa o quella famiglia, sia per nepotismo, che per retribuire servizi resi ai pontefici. Benefici che spesso e volentieri vengono revocati dal successore, che provvede alla loro redistribuzione. E infatti, prosegue Angiolini, «Verucchio conobbe nuovi

/