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Il 14 marzo 1927 nasce a Rimini Emilio Zavattini, Si iscrive all'Università di Roma La Sapienza nella Facoltà di fisica nel 1950 ed ottiene il dottorato nel 1954. Attivo fino agli ultimi giorni della sua vita, le scoperte dei suoi studi sui campi forti e deboli e sulle interazioni elettromagnetiche, realizzati sia al CERN sia in altri laboratori europei ed americani, rappresentano importanti risultati nella fisica delle particelle. Zavattini muore per un infarto il 9 gennaio 2007. Così, il 15 gennaio dello stesso anno, il fisico riminese vienericordato da Il Piccolo di Trieste, città dove aveva insegnato per quasi vent'anni: «Era uno scienziato come quelli d'una volta, che non aveva mai voluto abbandonare la ricerca, gli esperimenti, per fare il manager. Aveva mantenuto fino all'ultimo un'invidiabile vivacità intellettuale e la curiosità d'un ragazzino». Così Roberto Petronzio, presidente dell'Infn (l'Istituto nazionale di fisica nucleare), ricorda Emilio Zavattini, per quasi vent'anni professore all'Università di Trieste. Zavattini è morto martedì scorso per un infarto nella sua abitazione di Meyrin, la cittadina vicino a Ginevra sotto la quale corre l'anello sotterraneo degli acceleratori del Cern e dove oggi si svolgeranno i funerali. A marzo avrebbe compiuto 80 anni. Emilio Zavattini («Mimmo» per i suoi amici e collaboratori) era noto tra i colleghi come

"E dopo il più rigoroso processo non altro il tribunale potè fare che condannar alla pena dell'esiglio per anni dieci Pietro Urbinati e Matteo Fabbri, come si ha dalla sentenza pronunciata a’ 14 marzo del 1813 dalla Corte di Giustizia civile e criminale del Rubicone residente a Forli". Così Carlo Tonini nel suo "Compendio della Storia di Rimini" (1896). Chi erano Urbinati e Fabbri? Di cosa erano accusati? E perchè dieci anni di esilio pare al cronista riminese una pena lieve a confronto di quella rischiavano? L'accusa è niente meno che cospirazione contro lo stato. Che di questi tempi normalmente comporta la fucilazione. E lo stato è il Regno d'Italia, noto comunemente come Regno Italico, fondato da Napoleone Bonaparte nel 1805, allorquando il generale francese cinse la corona ferrea nella cattedrale di Monza, facendo sparire la precedente Repubblica Italiana il cui Presidente era lui medesimo. Il Regno non arrivava a comprendere un quarto della penisola, ma non certo il meno rilevante: Lombardia, Veneto, Friuli, Trento e Bolzano, la Garfagnana, Ferrara, Reggio Emilia, Modena, Bologna, la Romagna e le Marche. Sarebbe sopravvissuto fino alla catastrofe del 1814, governato pro forma dal Vicerè Eugenio de Beauharnais, figlio di Giuseppina prima amatissima moglie di

Il 13 marzo 1415 Papa Gregorio XII scrive e firma a Rimini la bolla con cui rinuncia al pontificato. Sarà l'ultimo Papa a compiere questo gesto fino a Benedetto XVI, 598 anni più tardi, nel 2013. La bolla fu letta da Carlo Malatesta, plenipotenziario di Gregorio, il 4 luglio dello stesso anno al concilio di Costanza. Terminava così lo "Scisma d'occidente", la più grave crisi che la Chiesa cattolica avesse fino ad allora mai vissuta e che aveva visto anche tre Papi contendersi simultaneamente il Soglio di Pietro. [caption id="attachment_30380" align="aligncenter" width="664"] Miniatura del XV secolo da un manoscritto delle Cronache di Jean Froissart: nel 1377 la Chiesa si scinde in due "obbedienze" che lotteranno per quarant'anni l'una contro l'altra[/caption] Gregorio XII, il veneziano Angelo Correr, era succeduto a Innocenzo VII il 30 novembre 1406. Ma lo Scisma d'Occidente era già in atto dal 1378, quando il Collegio cardinalizio si era diviso fra Roma e Avignone. [caption id="attachment_30376" align="aligncenter" width="667"] Gregorio XII[/caption] Gregorio fu eletto a Roma da un conclave di obbedienza romana; i quindici cardinali giurarono che, se l'antipapa Benedetto XIII avesse rinunciato a tutte le sue pretese al papato, anche Gregorio avrebbe rinunciato alle sue. In questo modo si sarebbe svolta una nuova elezione e lo scisma avrebbe avuto fine. [caption id="attachment_30379" align="aligncenter" width="669"]

Dal 12 al 14 marzo del 2004 si svolge al palacongressi di Rimini il congresso della Margherita. Fra gli esponenti di spicco che vi partecipano c'è Sergio Mattarella, oggi Presidente della Repubblica. Fra gli ospiti, Ciriaco De Mita, Piero Fassino per i Ds, Enrico Boselli per i socialisti (nella foto con Mattarella). In platea anche i giornalisti Enzo Biagi e Michele Santoro, estromessi dalla Rai dopo il cosiddetto "editto bulgaro" di Silvio Berlusconi del 2002. Segretario della Margherita è Francesco Rutelli, in questo congresso (il primo "vero", si disse allora) unico candidato e riconfermato dai mille e settecento i delegati provenienti da tutta Italia. Il traguardo sono le elezioni europee di giugno. [caption id="attachment_30325" align="aligncenter" width="688"] Francesco Rutelli[/caption] “Siamo il terzo partito d’Italia – dice Rutelli, giunto al palacongressi a bordo di un veicolo elettrico – in cui convivono culture politiche, cattoliche popolari, liberaldemocratiche, laiche, ambientaliste, riformatrici”. Rutelli parla circa due ore leggendo 43 cartelle e viene applaudito in tutto 36 volte. Ma, scrive il quotidiano Europa "il clima di preoccupazione aleggia anche qui al Palacongressi di Rimini per le stragi a Madrid. La platea, forse rispettando questa atmosfera, ha applaudito con sobrietà". "Gli unici passaggi che hanno riscosso un prolungato e convinto applauso - continua il giornale -  sono stati in

L'11 marzo 1952 nasce a Rimini Pier Paolo Bianchi, tre volte campione del mondo di motociclismo. A oggi è il pilota romagnolo ad aver vinto più tutoli iridati assieme a Loris Capirossi. [caption id="attachment_30200" align="aligncenter" width="259"] Pier Paolo Bianchi[/caption] Il debutto nelle competizioni avvenne a Cesenatico nel 1968, in sella ad una Guazzoni 60. Con le "zanzare" milanesi, Bianchi corse sino al 1971, ottenendo buoni risultati sia in pista che nelle gare in salita. Nel 1972 divenne pilota ufficiale Minarelli, vincendo il Campionato della Montagna nella 50, titolo ripetuto nei due anni successivi. Il suo esordio nel mondo del motomondiale avvenne nel campionato della Classe 125 del 1973, in sella ad una Yamaha. Wild-card della Minarelli nell'anno successivo, fu ingaggiato prima come gregario e poi come pilota principale dalla Morbidelli, con cui esordì nel 1975. [caption id="attachment_138212" align="aligncenter" width="766"] Bianchi a Imola nel 1976[/caption] L'anno successivo vinse il suo primo titolo mondiale nella 125 dopo aver conquistato sei gran premi (Austria, Germania, Jugoslavia, Paesi Bassi, Svezia e Finlandia) e aver preceduto di 23 lunghezze nella classifica generale il campionissimo spagnolo Ángel Nieto. Nel 1977 bissò il titolo conquistato in maniera ancora più netta: sette vittorie, due secondi posti e 131 punti in classifica generale. Nel 1978 tornò alla

Il 10, 11 e 12 marzo 1846 piove a dirotto su tutto il Riminese. Il Marecchia "vonta" e si mangia un bel pezzo di "strada Consolare", la via Emilia, appena fuori il Borgo San Giuliano. Si intima allora al Consorzio Marecchia di fare, a proprie spese, i relativi lavori di riparo. Intervengono però i giuristi: il Consorzio, sentito il loro dotto parere, fa sapere che "i fiumi costituiscono i confini consorziali" e quindi non appartengono al Consorzio medesimo. La via Emilia, poi, meno che mai. Se ne deduce che il costo dei lavori tocca "al Governo, al Comune" o a chiunque altro, meno che al Consorzio.  Alla fine giunge la "soluzione politica". Il Governo, ovvero la Legazione pontificia delle Romagne impone al recalcitrante Consorzio di tirare fuori intanto 800 scudi per fare i lavori, dopo di che si sarebbe visto chi avrebbe rimborsato la spesa. E il Consorzio deve chinare il capo; o meglio lo devono chinare i cittadini.  Infatti sono loro a dover pagare, perché il Consorzio si regge sulle contribuzioni dei Riminesi. Sono infatti soggetti all'apposita "sovrimposta alla tassa fondiaria" tutti i proprietari "dei terreni che scolano nell'Uso, nel Marecchia o in mare" e fra grandi e piccoli non sono pochi:

"In mezzo alle ire cittadine, onde la società tutta dilaceravasi, era a conforto almen questo, che uomini religiosi, giovandosi del loro sacro carattere scendessero fra quelle mediatori di pace; e la voce loro fosse accolta con prontezza pari alla venerazione, onde ovunque erano ricevuti. Uno di questi uomini spettabilissimi, ardente di carità e di affetto, si presentò nel pieno Consiglio di Rimini adì 10 marzo del 1249; colla potenza della parola e della santità domandò che ad onore di Dio, e in riverenza delia gloriosissima Madre sua, il Popolo riminese volesse far remissione di ogni ingiuria, danno, od offesa avesse ricevuto nella guerra passata da ogni altro Comune, Castello, o Terra; specialmente da Faenza, Cervia, e Cesena, e da qualunque particolare persona di esse, tanto finché regnò Federico, quanto prima e poi: di modo che d’allora innanzi ciascuna di quelle città in comune, e ciascuno de’ loro uomini in particolare, venisse libero e assoluto da ogni obbligo di restituzione, coi tenuto fosse per guasti dati, furti o rapine, e per ogni mal tolta cosa". Così nella "Storia civile e sacra riminese del dottor Luigi Tonini Rimini nel secolo 13°" Vol. 3, 1862. Che prosegue: "Il Consiglio, convocato e presieduto dall'Assessore di

Il 9 marzo 1963 nasce a Santarcangelo di Romagna il pugile Maurizio "Icio" Stecca, campione olimpico nel 1984, campione del mondo WBO dei pesi piuma dal 28 gennaio 1989 all'11 novembre 1989 e dal 26 gennaio 1991 al 16 maggio 1992; campione europeo e campione italiano. È il fratello minore di  Loris Stecca, campione mondiale WBA. "Icio" comincia a praticare pugilato nel gennaio 1978 presso la Polisportiva Libertas Rimini. La sua struttura fisica non fa intravedere un futuro campione ma Elio Ghelfi, il suo maestro, ha subito fiducia in lui. Comincia ben presto a vincere incontri importanti: il primo è il campionato regionale novizi il 14 aprile 1978; di seguito diviene prima campione interregionale e, qualche mese più tardi, campione italiano a soli quindici anni nella categoria minimosca battendo Strizzi sul ring di Termoli. Chiude l'annata con sette incontri disputati di cui sei vinti e decide di passare al dilettantismo. Dopo una serie di vittorie, Stecca si impone il 1º dicembre 1979 contro La Serra e diviene campione italiano dilettanti. Vince svariati tornei oltre, nuovamente, al titolo italiano (15 novembre 1980 a Terracina contro Giuseppe Contu), il campionato europeo (12 settembre 1982 contro il sovietico Oleg Kulagin), il mondiale militare (10 dicembre 1982 ad Algeri

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