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Il 22 febbraio 1566 a Rimini in Consiglio si decide la costruzione di una nuova strada. Che verrà chiamata infatti Strada Nuova, come del resto sempre accadeva ai tempi in cui le vie non venivano intitolate a personaggi o fatti del tutto avulsi dal luogo. E non esistevano "commissioni toponomastiche", dove, come ora, le intitolazioni vanno attentamente soppesate, anche in base alla collocazione politica del personaggio in questione. Prima della Rivoluzione francese, l'ideologia non aveva nulla a che fare con le vie e a deciderne il nome era la vox populi, la consuetudine degli abitanti. Ci si riferiva alla presenza di una certa chiesa o porta o edificio importante, di una casata di rilievo, di determinati mestieri, di un fatto memorabile che vi era accaduto, della topografia (fiume, cloaca, lago, destinazione della strada). E così via, come ancora si vede in tante città italiane come Bologna o Firenze. Nomi labili, non segnati da alcuna targa stradale e che potevano cambiare insieme alle abitudini che li avevano generati. L'anno prima, il 4 ottobre, era stato stabilito che il Comune acquistasse il terreno degli orti che appartenevano ai Francescani, "e di pagare a questi un annuo livello per ogni tavola secondo la misura di Rimini

E' Luneri rumagnol di Gianni Quondamatteo annota alla data del 22 febbraio: "La Scarana ad San Pir". Oggi infatti la Chiesa cattolica celebra la Cattedra di San Pietro Apostolo, ovvero la "consegna delle chiavi". [caption id="attachment_454377" align="aligncenter" width="750"] La Cattedra di San Pietro nella basilica vaticana: un trono ligneo donato da donato nell'875 dal re dei Franchi Carlo il Calvo a papa Giovanni VIII, fra il 1656 e il 1665 fu incastonato dal Bernini in una fastosa composizione barocca[/caption] Una festa che la Romagna ha sempre celebrato a modo suo. E cioè provando in tutti modi a liberarsi di quella "scarana" che qui significava dominio non solo religioso, ma temporale e politico. Salvo una tregua fra i secoli XVI e XIX, durante i quali il governo della Chiesa fu direttto, la storia della regione è quella dei tentativi di staccarsi dal potere di Roma. Gli esarchi "bizantini" come i signorotti dei medio evo e i patrioti dell'Ottocento, del Papa Re avrebbero fatto volentieri a meno. I pontefici potevano pur accampare il breve passo dell'evangelista Matteo ("Tu sei Pietro.."), la (falsa) "Donazione di Costantino" del IV secolo o le (autentiche) concessioni dei Franchi del IX e di Rodolfo d'Asburgo nel XIII. Fin da

Il 22 febbraio la Chiesa celebra la festa della Cattedra di San Pietro. Dal Vangelo secondo Matteo: «In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: "La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo?". Risposero: "Alcuni Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti"». «Disse loro: "Ma voi, chi dite che io sia?". Rispose Simon Pietro: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente"». «E Gesù gli disse: "Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli"». [caption id="attachment_454383" align="aligncenter" width="660"] "Tu sei Pietro..", affresco di Pietro Perugino nella Cappella Sistina (1481-82)[/caption] Su questa frase si fonda tutta la Chiesa cattolica. Sono queste le parole che giustificano l'autorità del vescovo di Roma su tutti gli altri e non a caso uno dei primi a

Il 21 febbraio la Chiesa cattolica commemora San Pier Damiani (Pietro di Damiano), il più importante Santo romagnolo di tutti i tempi ed uno dei più eminenti nella storia della Chiesa. Pier Damiani nacque a Ravenna nel 1007 e morì a Faenza il 21 febbraio 1072. Coltissimo, considerato il miglior latinista del suo tempo, asceta per scelta e grande politico suo malgrado, ci ha lasciato ben 700 scritti che restano un tesoro fondamentale sia per dottrina che per la conoscenza di quell'epoca tumultuosa. E' stato proclamato dottore della Chiesa nel 1828. Proprio la sua immensa cultura lo portò ad apprezzare, all'opposto, la sancta simplicitas, santa semplicità. [caption id="attachment_454166" align="alignleft" width="2560"] Il corpo di San Pier Damiani nel duomo di Faenza[/caption] Piero nacque a Ravenna tra la fine del 1006 o più probabilmente l'inizio del 1007. Non sappiamo il nome della famiglia, che doveva essere stata illustre ma all'epoca non di alta condiozine. Era l'ultimo di sette fratelli, orfano di entrambi i genitori in giovanissima età. Fu allevato dapprima dalla sorella maggiore Rodelinda, poi dal fratello secondogenito; non viene nominato e nella biografia del discepolo prediletto Giovanni da Lodi si dice lo costrinse a durissimi servizi e lo maltrattò. Lasciò allora quella casa e venne accolto

Riccardo Fellini nasce a Rimini il 21 febbraio 1922. Si diploma da ragioniere, inizia a fare il rappresentate di generi alimentari come il padre Urbano, ma con Federico, maggiore di un anno, condivide l'amore sconfinato per il mondo dello spettacolo, a iniziare dal circo. [caption id="attachment_454160" align="alignleft" width="1134"] Riccardo e Federico Fellini[/caption] Anche lui appena può va a Roma, per iscriversi al Centro Sperimentale di Cinematografia. Debutta nel cinema, con Mario Mattoli, con una comparsata nel film I tre aquilotti del 1942. Ne seguono alcune altre, fino alla guerra che spazza via tutto. Dopo il conflitto, torna all'attività commerciale, finché nel 1953 Federico lo chiama per I Vitelloni, dove interpreta praticamente se stesso. La carriera sul grande schermo può ricominciare. Ma non decolla. E poi non vuole più stare davanti alla cinepresa, ma anche lui a dirigere per realizzare i suoi, di sogni. In quel ruolo però c'è posto per un solo Fellini, secondo Federico. Tutto questo e il resto della storia, meglio di tutti lo hanno raccontato Roberto Naccari e Stefano Bisulli, con il film "L’altro Fellini”, presentato per la prima volta la festival di Roma il 10 novembre 2013. La storia di un rapporto non facile fra i due fratelli, fra drammatiche rotture, sensi di colpa, fino alla riappacificazione in extremis. [caption

20 febbraio 1977 - Muore a soli 24 anni, stroncato da un improvviso malore al Palasport Villa Romiti di Forlì, Luciano Vendemini, il primo professionista della pallacanestro riminese trovato e formato dal Prof. Rinaldi. Vendemini era nato a Rimini e precisamente a San Forunato l'11 luglio 1952. Giorgio Papetti, ora stimato medico ed allora giocatore dell’Olimpia Milano e Pallacanestro Milano e suo compagno di tante avventure cestistiche, lo ricorda così: Luciano Vendemini cominciò tardi a giocare, dopo i 15 anni, con un fisico altissimo ma ipotonico e le mani di "pastafrolla" impiegò molto tempo ad apprendere i fondamentali della pallacanestro. In più aveva un grave deficit visivo che almeno gli rallentava i riflessi e gli diminuiva la visione panoramica. Per tutti questi motivi Luciano non percorse come me, Della Fiori, Marzorati ed altri coetanei la trafila dei Nazionali giovanili (Allievi, Cadetti, Juniores) e della Nazionale Militare. Al suo arrivo a Cantù incuriosì molto sia per l'altezza eccezionale sia perché si vociferava che avesse anche un fisico particolare, il petto carenato e le dita lunghe che sembravano le zampe di un ragno. La deformazione della gabbia toracica caratterizzata dalla protrusione anteriore dello sterno era ben visibile anche sotto la maglietta da gioco. Nonostante le cattiverie ed i

Il 20 febbraio 1336 Gotius Battaglis viene consacrato Patriarca latino di Costantinopoli. Papa Benedetto XII lo aveva elevato a quella cattedra il 14 giugno dell'anno prima. Cosa significasse all'epoca tale ruolo lo spiega Luigi Tonini ("Storia civile e sacra riminese - Vol. Quarto: Rimini nella Signoria de' Malatesti"): "Ognun sa che al Patriarca latino di Costantinopoli papa Innocenzo III (sul Soglio dal 1198 al 1216, ndr) accordò il secondo posto d'onore dopo il Pontefice Romano: come sa del pari che il Patriarcato latino di giurisdizione in Costantinopoli cessò nel 1261, per la occupazione di quella Capitale fatta dai Greci Sismatici". [caption id="attachment_453953" align="alignleft" width="1024"] I cavalli bronzei "di San Marco", predati dai veneziani a Costantinopoli nel 1204[/caption] Il che però necessita di ulteriori lumi, data la sconcertante propensione dello storico ottocentesco riminese (e non certo solo sua) a parteggiare per Roma contro Bisanzio pur a distanza di sei secoli dai fatti. Che furono quelli della IV crociata del 1202-04, quando i guerrieri arrivati dall'Occidente, invece di combattere in Terrasanta contro i mussulmani, incitati e fattivamente coadiuvati da Venezia, assediarono, conquistarono e saccheggiarono selvaggiamente la metropoli cristiana fondata da Costantino il Grande, fino ad allora mai espugnata da nessuno, detronizzando il legittimo imperatore

Ai primi del '500 il dominio malatestiano sul Montefeltro era ormai un ricordo. Dopo l'umiliazione di Sigismondo del 1463, quella che era stata la culla della sua famiglia era ormai passata quasi tutta nel Ducato d'Urbino. Ma nonostante la fine della faida secolare fra riminesi e urbinati (e la fine del potere per le due famiglie dominanti e rivali, i Malatesta e i Montefeltro, questi ultimi estinti) la pace per quelle terre era ancora un miraggio. E verso la fine di febbraio del 1523 vi si abbatté la più temuta fra le sciagure di allora: un enorme esercito guidato niente di meno che da Ludovico di Giovanni de' Medici, il terribile Giovanni delle Bande Nere, da tutti allora conosciuto come "il Gran Diavolo". [caption id="attachment_432651" align="alignleft" width="1200"] La statua di Giovanni delle Bande Nere agli Uffizi di Firenze[/caption] Il Ducato d'Urbino era passato ai Della Rovere nel 1513. Ma Papa Giulio II aveva appena fatto in tempo a firmare l'investitura a suo nipote Francesco Maria, che venne a mancare, nella notte tra il 20 e il 21 febbraio. [caption id="attachment_432652" align="aligncenter" width="907"] Papa Giulio II in un particolare dell'affresco di Raffaello "La cacciata di Eliodoro dal Tempio"[/caption] Con il suo successore, il cardinal Giuliano de’ Medici che prese il nome di Leone X,

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