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Il 6 febbraio la Chiesa cattolica commemora San Paolo Miki (1556 circa - 1597) primo giapponese  proclamato santo da papa Pio IX insieme ai 25 compagni di martirio. [caption id="attachment_133262" align="aligncenter" width="776"] Il martirio di San Paolo Miki e dei suoi compagni[/caption] Nato nei pressi di Kyōto da una nobile famiglia, ricevette il battesimo a 5 anni e a 22 entrò nei Gesuiti come novizio: studiò presso i collegi dell'ordine di Azuchi e Takatsuki e divenne un missionario; non poté essere ordinato sacerdote a causa dell'assenza di un vescovo in Giappone. La diffusione del Cristianesimo fu inizialmente tollerata dalle autorità locali, ma nel 1587 il daimyō Toyotomi Hideyoshi mutò il suo atteggiamento nei confronti degli occidentali ed emanò un decreto di espulsione dei missionari stranieri. [caption id="attachment_133260" align="aligncenter" width="788"] Il daimyō (gran feudatario) Toyotomi Hideyoshi, "secondo unificatore del Giappone"[/caption] L'ostilità antieuropea raggiunse il suo culmine nel 1596, quando si scatenò una persecuzione contro gli occidentali, quasi tutti religiosi, e i cristiani giapponesi, considerati traditori. Nel dicembre di quell'anno, Paolo Miki venne arrestato insieme ad altri due compagni giapponesi del suo ordine, sei frati missionari spagnoli e i loro diciassette discepoli locali, terziari francescani. Vennero crocifissi sulla collina di Tateyama, nei pressi di Nagasaki. Secondo

Nel 1830 in Francia era scoppiata la rivoluzione. Dopo un periodo di tensione e scontri, durante tre giornate particolarmente violente - le "tre gloriose" del 27, 28 e 29 luglio - i parigini diedero battaglia per le vie cittadine ai soldati del re Carlo X, che non riuscirono a tenere testa alla folla. L'assalto delle truppe venne respinto sulle barricate e il sovrano dovette rinunciare al trono fuggendo in Inghilterra. Di lì a poco venne offerta la corona di Francia a Luigi Filippo d'Orléans, appartenente a un ramo cadetto dei Borbone e figlio di Filippo "Egalitè", che era di sangue reale ma si era schierato con la Rivoluzione del 1789 e infine ghigliottinato dai Giacobini durante il Terrore. [caption id="attachment_25465" align="aligncenter" width="670"] "La Liberté guidant le peuple" di Eugène Delacroix (1830), icona delle Trois Glorieuses[/caption] I fatti francesi e le altre sollevazioni in Belgio, Polonia, ma perfino in Sud America, riaccendono in alcuni italiani le speranze per una nuova insurrezione. Particolarmente agitate sono le popolazioni dello Stato della Chiesa e dei Ducati; in testa quello di Modena, dove l'arresto di Ciro Menotti, il 3 febbraio 1831, su ordine del duca Francesco IV, accende la rivolta, subito divampata anche a Bologna, Ferrara e in Romagna. [caption id="attachment_25478" align="aligncenter" width="666"] L'arresto

Il 5 febbraio le Chiese cattolica e ortodossa commemorano Sant'Agata Vergine e martire (San Giovanni Galermo, 8 settembre 229 / 235 – Catania, 5 febbraio 251). Il suo nome compare nel Martirologio da tempi antichissimi; dopo la Vergine Maria, è una delle sette vergini e martiri ricordate nel canone della Messa. [caption id="attachment_133118" align="aligncenter" width="766"] "Il martirio di S. Agata" di Sebastiano del Piombo (1519 ca, Firenze, Palazzo Pitti)[/caption] Secondo la tradizione, la giovane e nobile Agata sarebbe stata orrendamente torturata, fino all'asportazione dei seni, per non aver voluto rinnegare la sua fede. Sarebbe morta nella sua cella per le sevizie subìte. [caption id="attachment_133119" align="alignnone" width="781"] Il martirio di S. Agata in un'icona ortodossa[/caption] La martire fu poi invocata nel corso dei secoli dai Catanesi durante le eruzioni dell'Etna e più volte la sua immagine portata in processione salvò la città dalla lava. E' stata eletta a patrona da fonditori di campane, donne affette da patologie al seno, balie, nutrici, infermieri; in Sicilia anche dalle tessitrici e in Argentina dai Vigili del Fuoco. E' invocata contro incendi, eruzioni, disastri ambientali. Sant'Agata è patrona, oltre che ovviamente di Catania, di Gallipoli e di Malta.  [caption id="attachment_133120" align="alignleft" width="776"] S. Agata di Piero della Francesca (1460 - Perugia, Galleria Nazionale

Il 4 febbraio la Chiesa Cattolica commemora San Gilberto di Limerick (Limerick, Irlanda XII secolo – 1143), che fu primo vescovo della sua città e legato papale. Gilla Espaic, come lo chiamavano i compatrioti, cercò di imporre loro la liturgia romana, ma non ci fu nulla da fare: gli Irlandesi rimasero tenacemente legati ai loro Chiesa "celtica". Il porto atlantico di Limerick, in origine covo di pirati vichinghi, dà anche il nome ai celebri nonsense, brevi componimenti poetici largamente diffusi anche in inglese a partire dall'Ottocento. [caption id="attachment_451406" align="alignleft" width="810"] La cattedrale di St. Mary a Limerick[/caption] Sempre il 4 febbraio si ricorda un altro San Gilberto e sempre vescovo nelle isole britanniche, ma in Inghilterra: St. Gilbert of Sempringham nel Lincolnshire (1083-1190), fondatore dell'Ordine Gilbertino, l'unico ordine religioso originatosi fra gli Inglesi nel medio evo; fu soppresso da Enrico VIII. [caption id="attachment_451407" align="aligncenter" width="415"] San Gilberto di Sempringham[/caption] Sen Zilbert, non si sa quel fra i due, è annotato da Gianni Quondamatteo alla data del 4 febbraio nel suo E' Luneri rumagnol. Ma questo giorno in Romagna e soprattutto a Forlì è dedicato a tutt'altra ricorrenza. “Sen Svir par prim, Senta Maria Candlora, Sen Bies cavalir, la Madona de fug”, San Severo per primo, Santa

Il 4 febbraio 1797 a Rimini «..giunse sulle 22 un Corpo di Dragoni a cavallo

Il 3 febbraio tutte le Chiese cristiane commemorano San Biagio (Sebastea d'Armenia, III secolo –  3 febbraio 316), vescovo e martire. [caption id="attachment_451292" align="alignleft" width="967"] San Biagio nel Libro d'Ore di Catherine de Cleves (1440, Morgan Library Museum)[/caption] Secondo la tradizione Biagio, (dal latino Blesus, "balbettante", nomignolo attribuito comunemente agli stranieri: l'Armenia era allora un regno indipendente dall'impero romano, convertitosi al Cristianesimo ancor prima di esso) era in origine un medico.  Sarebbe stato torturato dai romani di Licinio con pettini di ferro per cardare la lana e poi decapitato. Fra i suoi miracoli, l'aver salvato dalla morte un bambino che aveva ingoiato una lisca di pesce. Si ritiene che questo prodigio alluda a una guarigione dalla difterite, una delle principali cause di morte dei bambini fino al '900, prima delle vaccinazioni. [caption id="attachment_451298" align="aligncenter" width="600"] "Il supplizio di San Biagio " in una miniatura della  Legenda sanctorum aurea (1362-Bayerische Staatsbibliothek, Monaco)[/caption] San Biagio è pertanto invocato contro ogni mal di gola: è tra i quattordici "Santi ausiliatori". Durante la sua celebrazione liturgica, in molte chiese i sacerdoti benedicono le gole dei fedeli accostando ad esse due candele, spesso benedette il giorno prima, quello della Candelora. E' stato eletto a patrono da otorinolaringoiatri, pastori, agricoltori, cardatori, fiatisti,

Il 3 febbraio 1561 nasce a Rimini Cesare Clementini. Di nobile famiglia, nel 1582 entra in Consiglio comunale. Ricopre numerose cariche - tra cui quella di Capoconsole - e assolve delicati incarichi diplomatici. Nel 1592 diventa Cavaliere, essendo insignito dell'Ordine di Santo Stefano istituito dal Granduca di Toscana. Dalla moglie, la contessa Leonida Bernardini della Massa, ha tre figli. Muore nel 1624. Clementini, che tante volte abbiamo citato, fu il primo storico di Rimini. Nel 1617 diede alle stampe il primo volume del suo Raccolto istorico; il titolo completo recita, come vuole il prolisso uso di allora: "Raccolto istorico della fondatione di Rimino, e dell'origine, e vite de' Malatesti. Con vari, e notabili fatti in essa città, e fuori di tempo in tempo successi, distinto in quindici libri di Cesare Clem.ni riminese dell'ord.e e militia di S.to Stefano". A corredo dell'opera c'è anche la più antica mappa della città di Rimini che sia giunta fino a noi, realizzata dal pittore riminese Alfonso Arrigoni. Vi sono minuziosamente annotati gli edifici sacri e civili, le fortificazioni e le porte, oltre al reticolo delle vie e degli isolati riportato con notevole precisione.  Sul terzo e sul quinto dei primi libri pubblicati nel 1617, campeggia lo stemma inquartato di

Il 2 febbraio 2009 muore Corrado Sberlati; era nato a Torre Pedrera e aveva 71 anni. Era stato lui a fondare con altri soci, nel 1972, la Marr spa (Magazzini Alimentari Riuniti Riminesi) divenuta leader italiana nella distribuzione di prodotti alimentari agli alberghi e nel catering.  Nel 1992, dopo che anche Montedison aveva acquistato delle quote, cedette la sua azienda a Luigi Cremonini. Nel settembre 1983 Sberlati entrò nella Rimini Basket, che prese il nome della sua azienda. L'obbiettivo era di quelli storici: portare Rimini per la prima volta in A1. E fu centrato immediatamente, grazie a Piero Pasini in panchina e un gruppo leggendario con i Wansley, Cecchini, Benatti, Sims, Sandrino Angeli. [caption id="attachment_77407" align="alignnone" width="915"] La Marr Rimini promossa in A1 nel 1984[/caption] L’anno dopo arrivò Reggie Johnson, campione NBA nel 1983 con i Philadelphia 76ers di Julius Erving e Moses Malone; insieme a Wansley  formò la coppia più amata in assoluto dai tifosi riminesi. Poi anche Rodney Buford e Maurizio Ferro. Per la Marr la salvezza fu agevole, ma a Sberlati non bastava. Si puntò ancora più in alto e nel 1985-86 il basket riminese raggiunse il massimo piazzamento nella sua storia, il sesto posto assoluto arrivato con l'ingresso nei quarti di finale

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