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Nonostante il cane ami tutti i componenti di una famiglia, solo uno è il suo vero "punto di riferimento"

Negli USA Donald Trump, nonostante i suoi guai giudiziari, sta vincendo le primarie. Molti gli americani che lo sostengono, che tifano per lui. Lui per loro è un esempio, il loro idolo! Esempi di persone carismatiche che affascinano chiunque incontrino e per le quali molti sarebbero disposti a morire, potrei farne tanti. La ricerca di un idolo per il quale tifare inizia da quando siamo piccoli. Li troviamo negli attori, negli atleti, nei cantanti ed altre categorie di persone che sono al centro dell’attenzione. Ma cosa spinge tutti noi a ricercare degli idoli e a fare pazzie per loro? Per chi non lo sapesse questo fenomeno è stato studiato nel ‘900 da Albert Bandura. Bandura suddivise dei bambini in tre gruppi, in due gruppi sono stati inseriti degli adulti, nel terzo no. I tre gruppi poi sono stati isolati ciascuno in una stanza. Dopo un certo periodo di tempo i bambini dei gruppi dove c’erano stati gli adulti, hanno esattamente riprodotto il comportamento di quest’ultimi. Uno dei processi di apprendimento di ogni essere vivente è l’imitazione, e da qui la ricerca dei modelli a cui ispirarsi. Trovato un modello, un idolo lo si stima e lo si segue, cercando di imitarlo. Anche il cane apprende per imitazione,

Una sorta di Paradiso per cani e padroni che nell’immaginario collettivo si trova prima del Paradiso

Ultimamente sui social network si sono visti purtroppo, troppi, post raffiguranti l’ennesimo animale (cane o gatto) ucciso dalla crudeltà umana che cammina sul Ponte dell’ Arcobaleno. In effetti tra amanti degli animali ogni volta che un animale  muore anche  se, per cause naturali, si dice che è volato sul Ponte dell’Arcobaleno. Ma perchè si dice così? Non si può semplicemente dire che il cane o gatto è volato in cielo? O che è volato in Paradiso? Certo si dice anche questo, ma la storia che ci si vuole raccontare è sempre quella del Ponte dell’ Arcobaleno, e il motivo è uno, ossia la necessità di affrontare la perdita dell’amato animale  e, quindi,  per reagire al trauma e andare avanti, si inventano delle storie che allevino il dolore, e questa è quella principale. Il Ponte dell’ Arcobaleno è una sorta di Paradiso per cani e padroni, e nell’immaginario collettivo si trova prima del Paradiso. E’ un luogo dove il nostro amico a quattro zampe va, dopo  la morte, un luogo dove  sta bene, gioca spensierato ed è felice; ma è anche il luogo dove lui ci aspetterà. Quando saremo anche noi sul Ponte dell’ Arcobaleno, lui cesserà di giocare per venirci in contro, facendo le feste, 

Il microchip è l’unico sistema di identificazione nazionale ed è un dispositivo che ha la funzione di carta identità del cane (o del gatto o del furetto) e permette, in caso di smarrimento dell’animale di risalire al padrone. È un ottimo metodo per la lotta al randagismo e al furto dell’ animale. È un dispositivo a forma cilindrica di pochi millimetri in materiale biocompatibile e non ha batterie e non è soggetto a guasti; sfrutta la tecnologia di onde a radiofrequenza (R.F.ID), onde che si attivano solo con il lettore apposito e deve essere conforme alla norma ISO 111784. Il codice identificativo è formato da 15 cifre a cui all’anagrafe canina viene associato nome e indirizzo del proprietario. Si applica nella sottocute nella regione del collo o sotto l’orecchio a sinistra, lo può applicare solo un medico veterinario abilitato dal Ministero della Salute. Il microchip è obbligatorio? Per il cane sì. La legge di riferimento è la 281 del 14 agosto del 1991 anno in cui ha sostituito il tatuaggio. Ai cuccioli il microchip va applicato dal 60° giorno di vita, ad ogni modo un proprietario di cane ha tempo quindici giorni per registrarlo all’ anagrafe canina. Il microchip insieme al libretto sanitario adeguatamente aggiornato (vaccinazione antirabbica)

Per arousal s’intende lo stato emotivo del cane

Chiunque abbia fatto un corso di cinofilia di qualsiasi altro tipo o in alternativa letto qualche libro, si è certamente imbattuto nella parola Arousal. L’ Arousal del cane. Ma che cos'è, e perché è importante tenerlo in considerazione? Per Arousal s’intende lo stato emotivo del cane. Lo stato emotivo del nostro cane va sempre monitorato perché, se è agli estremi esso è il campanello d'allarme di un malessere o di un problema, spesso non solo del cane ma anche della vita che fa. Da un punto di vista fisico, l’arousal coinvolge la pressione cardiaca, pressione arteriosa, aumento del cortisolo che è l’ormone dello stress; da quello psicologico: la difficoltà di prendere decisioni, la messa in atto di comportamenti non giusti ed altro ancora. Il cane con arousal basso è un cane  triste, che può cadere in depressione se non si interviene subito parlando con il veterinario, che darà le giuste indicazioni  (cibo, medicine, attività) per rimettere in sesto il nostro amico. L’arousal molto alto invece è sinonimo di un cane troppo agitato, stressato, ansioso che non ha autocontrollo. L’autocontrollo emozionale non è solo un fatto di carattere dell’ individuo, ma anche dovuto alle esperienze; ad esempio, se la madre è stata una buona madre il cucciolo crescerà con

Israeliani e palestinesi insieme rischiano la vita ogni giorno nutrendo e curando cani e gatti randagi

Facendo ricerche per un nuovo articolo mi sono imbattuta in una perfetta Favola di Natale. Una favola-verità che scalda il cuore e che lo riempie di speranza; una cosa di cui tutti abbiamo bisogno in questo momento di guerre e odio. Quando scoppia una guerra i più deboli sono sempre quelli che soffrono di più: donne, bambini, anziani e animali. Già nel conflitto Ucraina – Russia si è parlando di volontari di varie associazioni animaliste che si sono dati da fare per aiutare cani e gatti senza famiglia o di proprietà che hanno perso i padroni nel conflitto; abbiamo pianto davanti a storie di ricongiungimento tra animali e padroni dopo settimane di separazione forzata. È a Betlemme in Cisgiordania che in questi giorni si sta raccontando una vera Favola di Natale. In questi territori come in altre parti del mondo il randagismo è un fenomeno importante, e da quando è scoppiata la guerra tra Israele e Palestina i randagi sono stati ancora più dimenticati, patendo ulteriormente di stenti: mancano cibo, acqua e medicine. L’Animal and Environment Association – Bethlehem, Palestine, ha lanciato l’allarme tramite i mezzi di comunicazione, un allarme che ha mobilitato altre associazioni internazionali e un ‘esercito’ di volontari attivo da

Usati per la guardia, la difesa e la caccia, ma ci sono prove che fossero usati anche in guerra

Arriva il Natale e per molti fare il presepe è una vera tradizione statuine di persone e animali: pecore, asinelli, buoi, cammelli, sparse in un paesaggio tipico e proprio nel punto più alto la Natività senza Gesù che si metterà la sera della Vigilia. E i cani? Beh i cani furono quelli degli antichi romani. All’epoca non c’erano delle razze particolari come oggi, ma una tipologia di cane detta Canis Spugnax, un grosso molosso. Un cane grosso che seguiva l’esercito romano ovunque e che ha dato origine a molte razze attuali come il Rottweiler e il Cane Corso e Il Mastino Napoletano. Ma  anche razze africane e asiatiche dal momento, come sappiamo tutti, che l’Impero Romano si estese in molte terre. Ma cosa facevano questi cani, che utilità avevano? Furono usati per i compiti più ovvi come  la guardia e la difesa e la caccia. Riguardo alla guardia molti ricorderanno il mosaico bianco e nero con scritto: Cave Camen che raffigura un grosso cane nero, era il cartello dell’ epoca: Attenti al Cane. Un altro compito era quello di stanare le persone nascoste durante l’assalto ad un villaggio, e trovare i nemici che si erano dati alla macchia. Ci sono prove che indicano che fosse usato anche in

Sono necessarie ore di teoria e pratica nonché un esame finale teorico-pratico con istruttori certificati

Mentre in Parlamento si sta discutendo di nuove regole per il codice stradale: sanzioni per chi guida armeggiando con il cellulare, casco e assicurazione per i monopattini ecc

Un convegno sulla legge 4/2013 per fare il punto sull'autoregolamentazione

Il 24 ottobre scorso si è tenuto presso il Senato della Repubblica, alla presenza di alcune alte cariche dello  Stato,  un convegno sulla legge 4/2013 per fare il punto a dieci anni da quando è stata creata. Questa legge in pratica permette, a quelle professioni non regolamentate da albi, ordini o collegi, ma di utilità sociale come appunto come quella degli educatori cinofili, di creare delle associazioni di natura privatistica per autoregolamentarsi. Ogni associazione non è esclusiva e per autoregolarsi deve attenersi alla regola UNI dell’ Unione Europea  (direttiva 98/34/CE) sottoscrivendo un codice deontologico. La legge colma un vuoto normativo con tre percorsi: autoregolamentazione, il rilascio di un’apposita attestazione da parte dell’ associazione di appartenenza e la certificazione di organismo accreditato da Accredita, l’ ente italiano di accreditamento. In Senato erano presenti diverse associazioni in rappresentanza delle rispettive professioni. Tra queste anche alcune associazioni cinofile. Dal 2013 sono oltre duemila i professionisti che hanno scelto di affidarsi ad organismi accreditati per svolgere un lavoro di qualità. Tra questi, anche  dei cinofili. Il convegno, dicono le parti interessate, è servito a fare il punto della situazione e a prendere coscienza di quanto è stato fatto e di quanto si deve ancora fare. Logico pensare che, nella cinofilia,

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