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La canea social improvvisamente scoppiata nei giorni scorsi sull’argomento lingue classiche era degna di una nuova ingiunzione anti-Covid. Ho perfino immaginato che, visto che non basta il green pass a frenare la quarta ondata, il governo volesse introdurre in alternativa il Greek pass, ovvero un certificato di conoscenza e padronanza del greco antico: niente accesso a uffici, cinema e ristoranti se non te la cavi con aoristi e perfetti e non sai a memoria almeno venti esametri dell’Odissea, in originale e con la metrica. O ti vaccini o devi studiare il greco: questo sì che sarebbe un ricatto anticostituzionale, anche se sicuramente incoraggerebbe molti degli irriducibili a prenotare di corsa la prima dose. E invece no: la contesa su greco e latino - sempre quella: servono o non servono? Erudizione di lusso o ginnastica per la mente? - è nata da un’intervista del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi (nell'immagine in apertura) a una rivista per insegnanti, in cui annunciava l’impegno dei paesi dell’Europa mediterranea per sostenere lo studio delle lingue classiche, fondamento della nostra cultura. E questa è una novità: di solito ad aprire le ostilità è una presa di posizione in senso opposto, ossia un politico o un opinionista si lamenta

Ieri, passando vicino all’Arco, dove si erano raccolti i manifestanti «per la libertà» sfrattati dalle piazze dello struscio e dello shopping, ho finalmente potuto sentire dal vivo le loro proteste contro le restrizioni anti-contagio. Ci vuole un bel coraggio a pretendere la sospensione delle misure che, almeno per ora, ci stanno risparmiando una quarta ondata violenta come quella che sta spaventando Germania, Francia e Olanda. Non mi sorprende solo il rifiuto per ogni tipo di vaccino e perfino della mascherina, vista come emblema di sottomissione e schiavitù, ma anche la voluttà nell’ammantarsi dell’aura di perseguitati e discriminati, tanto da paragonarsi agli internati nei lager nazisti. Chi sono per loro gli aguzzini? Un’accolita di oscure entità identificate nel pronome «loro». «Vogliono chiuderci la bocca, vogliono toglierci la libertà», tuonava indisturbato l’oratore dell’Arco davanti a un centinaio di persone che evidentemente sanno chi sono «loro», i loro babau preferiti, i poteri forti, le banche, Big Pharma, Bilderberg, i rettiliani eccetera. Temo proprio che ormai non ci sia più niente da fare: se queste persone finora non si sono convinte che i vaccini, ancorché non privi al cento per cento di rischi (come qualunque farmaco), e il green pass, ancorché fastidioso da portarsi sempre appresso (ma

A noi attempati l’immagine di una bicicletta che si alza in volo fa subito venire in mente E. T., l’extraterrestre di Steven Spielberg. Ma qui non siamo un suo film, e nemmeno in California. E se una bicicletta si solleva da terra è perché qualcuno la sera del 3 novembre ha avuto la bella idea di incatenarla alla saracinesca di un negozio chiuso in via Mentana e lì l’ha lasciata. Alla mattina il titolare del negozio, per poter riaprire, ha riavvolto la serranda con annessa bici, che è rimasta a penzolare a mezz’aria fino alla pausa pranzo. Trattandosi di un elegante negozio di abbigliamento nella nostra piccola Montenapoleone, i passanti avranno pensato alla trovata originale di un vetrinista che non sapeva più cosa inventare per attirare l’attenzione - e avrebbe visto giusto, perché l’originale decorazione a due ruote ha sorpreso e incuriosito il pubblico. Quella bici appesa lassù dava al negozio un tocco nordeuropeo e insieme surreale, un po’ Amsterdam un po’ Fellini. Oltretutto il mezzo, anche se di locomozione, è un messaggio. E in questo caso, un messaggio forte e attuale. Inserita in modo sbarazzino in un contesto di moda, e in concomitanza con la Cop26, il vertice sul clima corso

Nella notte delle streghe che concluderà questa domenica, qualcuno al Comune di Rimini non dormirà. E non per gli schiamazzi e le messinscene a base di maschere horror che riempiranno piazza Cavour, ma per un dubbio angoscioso: e se il ventiduenne riminese che in una bravata notturna ha smozzicato uno dei banconi in pietra d’Istria della Vecchia Pescheria decide di far causa all’Amministrazione? Già, perché il bancone, pur vecchio e indifeso, non si è lasciato seviziare senza opporre resistenza e ha cercato di restituire qualche colpo all’aggressore, che pure lui è rimasto ferito.  Considerato come vanno le cose in Italia, facile immaginare che un avvocato creativo e pugnace farà di tutto per ribaltare la situazione a favore del suo assistito, nel solco del mitico avvocato Aldo Ceccarelli, romano ma con un cognome che potrebbe essere riminese. Lo ricordate? Ceccarelli fu il difensore dei vandali che nel 1997 si tuffarono nella fontana di piazza Navona danneggiando una delle sculture del Bernini. Questa, all’epoca, la sua linea di difesa, tradotta dal romanesco: «Se il Comune di Roma si costituisce parte civile, noi gli chiederemo dieci milioni di risarcimento perché la fontana era fracica. Fracica, marcia, erosa dall’umidità. E il mio cliente ha rischiato di

Confesso di aver provato un pizzico di delusione leggendo la classifica di Coldiretti delle dieci specialità alimentari italiane più imitate, contraffatte e taroccate all’estero. Al secondo posto, insieme ad altri quattro formaggi tricolore, c’è il parmigiano reggiano, che troviamo in giro per il mondo variamente storpiato nella ricetta e nel nome, da Parmesan all’irricevibile Grana Pompeana), al sesto posto la mortadella, che negli Usa diventa “baloney” (da Bologna) e in Sudamerica “mortadela” (alcuni paesi latini, come il Venezuela, l’hanno adottata con tanto entusiasmo che ormai si sono dimenticati della sua origine italiana), e nei paesi arabi viene declinata in versione halal, cioè con carne di pollo. Nella top ten delle leccornie che il mondo ci invidia e ci copia a man bassa, l’Emilia-Romagna è dunque rappresentata da ben due specialità su dieci, come sottolinea con orgoglio il Resto del Carlino. O meglio - ed è qui che scatta il pizzico di delusione - è rappresentata l’Emilia. La Romagna è totalmente assente. A quanto pare nessun prodotto romagnolo doc intriga gli stranieri tanto da spingerli a copiarlo, e siccome l’imitazione in fondo è un omaggio, il riconoscimento di un valore, sotto sotto un po’ dispiace. Certo, l’Italian Sounding, cioè l’imitazione italianeggiante ma scadente

Paese che vai, girovaghi che trovi. Nomadi che magari scacci, com’è avvenuto alla carovana di auto e roulotte sloggiata da una zona di Rimini sud dove sostava senza autorizzazione. Nomadi che invece accoglieresti ben volentieri, anzi, dai quali vorresti essere accolto, come i presunti talent-scout di Pornhub che a bordo di un pullman dai vetri oscurati sono stati invano attesi a Morciano, nella centralissima piazza Risorgimento. Ora, Pornhub esiste, eccome se esiste: è il sito hard più famoso del mondo, una major in grado di sponsorizzare squadre di calcio. Esiste anche il pullman con il suo logo, che è stato fotografato in varie località italiane. Quel che non esiste è la certezza sulla sua natura. Si tratta di un’iniziativa pubblicitaria, di una vera ricerca di talenti a luci rosse o di una goliardata - anzi, come si dice oggi, di un esperimento sociale? Considerato che le ultime cose di cui Pornhub ha bisogno sono la pubblicità e gli aspiranti attori, si tenderebbe a propendere per la terza ipotesi. Ma in molti hanno preso la cosa molto sul serio, a cominciare dal sindaco di Morciano, che, giustamente allarmato, ha precisato che non gli era arrivata nessuna richiesta di autorizzazione - se c’è una cosa

La realtà è la miglior complice degli scrittori di polizieschi. Una filastrocca, un trafiletto di giornale, un frammento di conversazione orecchiato casualmente, possono diventare spunti per romanzi di successo. Agatha Christie costruì uno dei suoi gialli più famosi intorno a una frase che aveva sentito dire un passante, «Perché non l’hanno chiesto a Evans?», che poi divenne il titolo del libro. Uno dei tasselli determinanti dell’intreccio di Perché non l’hanno chiesto a Evans? è l’enigmatica foto di una donna che viene ritrovata in tasca a un cadavere (la foto, non la donna). Peccato che Dame Agatha non sia più fra noi da parecchio, altrimenti nelle recenti cronache della Valconca troverebbe ispirazione per un altro mystery a base di cadaveri e foto che scompaiono: da una tomba di famiglia del cimitero di Morciano è stata trafugata la foto di un signore. I furti nei nostri cimiteri purtroppo non sono una novità, i ladri sacrileghi rubano di tutto, dai vasi di fiori ai giocattoli deposti sulle tombe dei bambini, alla faccia del malaugurio che dovrebbe colpire chi profana le ultime dimore degli umani. Sicuramente nel camposanto morcianese c’erano oggetti più preziosi di una vecchia foto, eppure per prenderla gli ignoti predoni hanno forzato il

«Ma non ha fatto i parcheggi!» Ecco un punto, probabilmente l’unico, che mette d’accordo sia gli estimatori che i detrattori del sindaco uscente. Quel che cambia è il tono con cui si pronuncia la frase: di compiaciuta approvazione (sottintendendo: “è un trucco geniale per disincentivare l’uso dell’auto nel centro storico e incoraggiare la mobilità sostenibile!”) o di biliosa esasperazione (sottintendendo una serie di espressioni irriferibili inframmezzate dal nome del sindaco uscente). Come la penso io? In una giornata come questa posso solo dire che la mia scelta nel segreto dell’urna è un ripiego rispetto al mio candidato sindaco ideale, che sarebbe quello che si impegna a costruire vicino a casa mia un portale spaziotemporale verso la quarta dimensione, contrassegnato da una grande R, dove noi residenti possiamo parcheggiare la macchina senza problemi a ogni ora, anche nei giorni di mercato. In questi giorni i cantieri e i lavori di pavimentazione stradale hanno reso off limits il lato sinistro del tratto di via Brighenti fra via Bertani e piazza Gramsci, àncora di salvezza per chi tornando a casa la sera non ha trovato uno straccio di piazzola con la R anche dopo una ronda di quaranta minuti per le strade del quartiere. Una grossa

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