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Jesse Gallan, la donna più longeva del Regno Unito: «Come sono arrivata a 109 anni? Semplice: non mi sono mai sposata. Gli uomini portano più problemi di quello che valgono». Solo una battuta?

Jesse Gallan, la donna più longeva del Regno Unito: «Come sono arrivata a 109 anni? Semplice: non mi sono mai sposata. Gli uomini portano più problemi di quello che valgono». Solo una battuta?

L’acqua ristagna ancora nelle vie di Conselice e di altri borghi del Ravennate, inzuppa cumuli di masserizie ai lati delle vie, continua a sciogliere fette di colline e tratti di strade, si precipita nel nostro mare per insozzarlo con rifiuti e relitti. Ma per i media l’alluvione che ha annegato la Romagna sta già diventando acqua passata e lo spazio dedicato alle notizie su vittime, danni ed eroici soccorritori si rimpicciolisce a ogni edizione e scivola sempre più in basso nei sommari e nella paginazione. Da noi anche l’informazione ha un carattere torrentizio, si gonfia all’improvviso e tracima da video, carta e smartphone occupando con prepotenza la nostra attenzione con fiotti di breaking news, foto scioccanti, video sconvolgenti, testimonianze strazianti, numeri allucinanti. Si ferma per qualche ora, massimo qualche giorno, ma non tanto da impaludarsi, perché deve presto ritirarsi per lasciare il posto a una nuova ondata – magari nemmeno tanto nuova, ma diversa dalla precedente. E così oggi nelle prime pagine nazionali l’alluvione romagnola è sparita, lasciando solo accenni che galleggiano come detriti nello specchio d’acqua delle prime pagine, egemonizzato dalla paralisi del Pnrr e dalle polemiche a proposito delle nomine Rai. L’abnegazione e la generosità delle popolazioni colpite, il loro commovente

Lia Celi: "Sono stata graziata due volte nella vita mda calamità che mi hanno lasciato ai loro margini: una è stata il terremoto del Friuli del 1976, l’altra è stata l’apocalisse d’acqua di questa settimana

Lia Celi: "Sono stata graziata due volte nella vita mda calamità che mi hanno lasciato ai loro margini: una è stata il terremoto del Friuli del 1976, l’altra è stata l’apocalisse d’acqua di questa settimana

Festa della mamma, seconda puntata. L’argomento non poteva essere esaurito in una sola rubrica, non solo perché la vera festa è oggi (e spero davvero che le malcelate aspettative di tutte le mamme, che anche se fanno le indifferenti in realtà ci tengono eccome, non siano andate deluse: figli smemorati, siete ancora in tempo per rimediare), ma anche perché la settimana passata è stata ricca di fatti, fattacci e fatterelli legati alla maternità. Frammenti che restituiscono un puzzle pieno di chiaroscuri, di contrasti, proprio come l’essere madre nel 2023 nel nostro stranissimo paese. C’è la madre di famiglia salvata dall’estremo sacrificio della figlia adolescente, che l’ha riparata col suo corpo dalle coltellate di un padre carnefice: una donna rimasta sola con il figlio più piccolo, che avrà bisogno di tutto il sostegno e la solidarietà possibile per ricominciare a vivere. Ci sono gli Stati Generali della Natalità, organizzati da un gruppo di maschi che hanno tutta l’aria di non aver mai cambiato un pannolino o preparato un biberon in vita loro, e che sono convinti in buona fede che non rendere gratuita la pillola anticoncezionale contribuirà a riempire le sale-parto. C’è la ricerca Eumetra che rivela come nove mamme su dieci

«Cara mamma, lo sai quanto sei coraggiosa?» dice una voce grave e comprensiva nello spot che precede un podcast di successo. Il sottofondo musicale di pianoforte è quello che si usa negli spot in cui si parla di disabilità o di problemi di salute cronici – e infatti sulle prime suppongo si tratti di una pubblicità per la diagnostica prenatale o per le precauzioni in caso di gravidanze a rischio. Ma poi la voce continua, più accorata: «Osservare il tuo corpo che cambia non è facile. La tua pelle cambia, si ribella. Ma tu te ne prendi cura. E noi di XY siamo sempre al tuo fianco con la nostra crema anti smagliature.» E allora mi sale il matto. Non il semplice nervoso, ma proprio il matto. Non solo perché lo spot terroristico gira in questi giorni di Festa della Mamma – grazie tante, proprio un bel modo di festeggiarci, ricordarci un problema dermatologico. Mi incavolo anche perché, fra tutte le ragioni che oggi rendono coraggiosa la decisione di avere un figlio, lo spettro delle smagliature mi sembra quella più imbecille. E farla sembrare un pericolo di cui parlare in tono preoccupato induce chi non è incinta a pensare che sia

In quelle sparite come in quelle che resistono c’è anche un po’ della storia di ognuno di noi

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E' proprio necessario che tutti gli anni arrivino distinguo e dichiarazioni di cui nessuno sente il bisogno?

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Una volta non c'erano i social a immortalare certe imprese ma l'impressione è che si stia andando oltre

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