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Oltre 130 mila pasti recuperati in 14 anni nelle mense aziendali del Gruppo Hera

Oltre 130 mila i pasti recuperati dal 2009 ad oggi nelle mense del Gruppo Hera, per un valore totale di circa 550 mila euro, evitando la produzione di circa 58 tonnellate di rifiuti (corrispondenti a oltre 127 cassonetti) e l’emissione di circa 240 tonnellate di CO2. Senza contare i consumi di acqua, energia e terreno che sarebbero stati necessari per confezionare quei pasti. Sono questi i dati principali, diffusi in vista della “Giornata internazionale della Consapevolezza sugli sprechi e le perdite alimentari” del 29 settembre, che riguardano CiboAmico, il progetto nato 14 anni fa dalla collaborazione tra il Gruppo Hera con Last Minute Market, impresa sociale e società spin off dell’Università di Bologna che promuove la lotta allo spreco e la sostenibilità ambientale. Come funziona CiboAmico, al via anche a Modena e a Forlì Grazie a CiboAmico, nel pieno rispetto di tutte le norme igieniche e sanitarie previste, vengono recuperati e donati i pasti non consumati dalle mense aziendali del Gruppo Hera. CiboAmico finora ha coinvolto 6 mense emiliano-romagnole (Bologna, Granarolo dell’Emilia, Imola, Rimini Ferrara, Ravenna) e da quest’anno viene esteso anche a quelle di Modena e Forlì. Solo nel primo semestre del 2023 sono stati recuperati più di 6 mila pasti (3 tonnellate

Il caro vita ha ridotto la vacanza, la gestione del contante non è un affare

Dehors, ritorniamo alla normalità Durante la pandemia per rispondere al distanziamento dei clienti nei locali pubblici (bar e ristoranti) che di fatto riduceva la capacità dei locali di oltre il 50% il governo prima e i comuni poi hanno risposto eliminando il pagamento dell’occupazione di suolo pubblico e dando la possibilità di realizzare nuovi spazi all’aperto. Non solo nelle isole pedonali o nelle zone Ztl ma ovunque. Abbiamo visto proliferare ampliamenti di dehors su parcheggi oppure parti di carreggiata di strada. Comprensibile per quel periodo molto meno oggi che la pandemia non c’è, come non ci sono più limiti alla capienza di ristoranti e bar. Già quest’anno, il Comune di Rimini, come altri, ha fatto pagare il suolo pubblico con la tariffa piena. Un primo passo verso la normalità. Per il totale ritorno ad essa è necessario che i dehors che insediati su sedi stradali e parcheggi rientrino nei confini pre pandemia. Vi sono esigenze di bellezza, fruibilità, accessibilità, sicurezza e concorrenza dello spazio pubblico. Dopo le tante deroghe sarebbe utile rientrare nel regolamento comunale. [caption id="attachment_429763" align="alignnone" width="1024"] Uno dei dehors presenti sulle strade a Rimini[/caption] Una soluzione per via Ducale Periodicamente i residenti del rione Clodio, del centro storico di Rimini, esprimono il loro

A Rimini le strane dimissioni di Filippo Zilli, in Italia la scuola è diventata un lusso per pochi

Perché dico no al terzo mandato Da qualche settimana è aperto il dibattito sul terzo mandato per sindaci (tutti, compresi quelli delle città metropolitane) e presidenti di regione. La legge nazionale è chiara: i sindaci con popolazione superiore ai 3mila abitanti possono fare due mandati di 5 anni ciascuno. Anche per i presidenti delle Regioni vi sono norme nazionali che vincolano ai due mandati. Secondo molti  tale limite va abolito perchè è imposto, a parer loro senza ragioni, solo ai sindaci e ai presidenti di regione. Mentre al contrario nessun limite si applica ai membri del governo, ai parlamentari (europei e nazionali) ai consiglieri regionali o comunali. Io ritengo togliere il limite dei due mandati a sindaci e presidenti di regione sia sbagliato per due buone ragioni. Nell’ordinamento italiano questi sono gli unici due incarichi monocratici al vertice di un organo politico esecutivo cui si accede con elezione diretta sul modello del presidenzialismo americano. Incarichi che peraltro sono titolari di un potere notevole nell’ambito del proprio livello di governo. Non a caso anche il modello americano prevede questo limite per il ruolo di presidente, mentre lo stesso non vale per i suoi ministri o per i parlamentari. 15 anni di sindaco

Elly Schlein e il riformismo. Quando inizia la storia di Rimini?

Ecco la soluzione del governo per le spiagge L’8 settembre presso la presidenza del Consiglio dei ministri si è riunito il tavolo tecnico per la mappatura delle spiagge italiane lacuali e fluviali. La tesi è molto semplice. Si vuole dimostrare che non sussiste scarsità di risorsa e per questo motivo non si deve applicare la Bolkestein. Il tavolo concluderà i lavori entro settembre. In base a questa teoria gli attuali concessionari possono rimanere sulle spiagge di proprietà pubblica per sempre. Uno scenario falso. La scarsità di risorse si fa a livello locale e non certo nazionale compresi fiumi e laghi come pretendono i bagnini (le concessioni lungo i fiumi sono inesistenti). Non solo. I tribunali (da quelli europei a quelli nazionali) hanno sempre sostenuto che non ci possono essere rinnovi senza bandi. E questo va ben oltre la Bolkestein. Una strada, questa della non scarsità di risorse, non solo assurda - a Rimini le spiagge sono occupate in concessione per il 93% - ma soprattutto pericolosa per gli stessi attuali concessionari. Infatti. se ci presentiamo in Europa con questa proposta, non solo ci copriremo di ridicolo, ma sarà inevitabile una procedura di infrazione. Che però non sarebbe come quella per le famose “quote latte”,

E Stefano Bonaccini organizza la sua corrente

Mandiamoli in pensione “Lavoriamo con mosconi pesanti cento chili omologati per un’onda alta 60 centimetri, ma in acqua ci andiamo a salvare le persone quando l’onda arriva a un metro e mezzo. Non tutti ci riescono”. Così Matteo Angelini, referente dell’associazione che riunisce i salvamenti qualche giorno fa su un primo consuntivo della stagione balneare vista dai salvataggi. Sono molti anni che le ordinanze balneari della Regione Emilia-Romagna danno la possibilità di affiancare ai tradizionali mosconi anche altri mezzi quali rescue tube, rescue boat, tavole con opportuni agganci per affrontare i salvataggi tra le onde, ed anche moto d’acqua per arrivare velocemente e nelle migliori condizioni nel punto dove effettuare il salvataggio Purtroppo non essendoci nessun obbligo per questi mezzi di salvataggio alternativi al tradizionale moscone, salvo rari casi, le cooperative dei bagnini si sono guardate bene di fare investimenti su questi nuovi mezzi. Penso sia giunto il momento di obbligare la presenza di altri mezzi a motore per aiutare il lavoro del salvataggio. Il moscone rimane il nostro simbolo, lo abbiamo regalato anche al presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi,  ma in certe situazioni è meglio pensionarlo. Stiamo parlando di un servizio pubblico fondamentale per la sicurezza dei cittadini e ospiti delle nostre

Una legge era possibile già nel 2011. I concessionari e i partiti si opposero. Oggi è tutto più complicato

Tutti sono preoccupati per il futuro delle nostre spiagge. Preoccupazione legittima.  Il tempo delle chiacchiere è terminato e la magistratura amministrativa (Consiglio di Stato) ha sentenziato che non vi sono più proroghe. Tutte le concessioni scadono il 31 dicembre 2023. Fra qualche mese. In questo breve periodo i Comuni dovrebbero fare i bandi per rinnovare le concessioni in assenza, per altro, di una legge quadro nazionale. Evidente che è molto complicato se non impossibile.  Ma siamo giunti in questa situazione per colpa degli stessi protagonisti che oggi sono preoccupati. Regioni, Comuni, forze politiche (tutte), associazioni di categoria. Questo problema si poteva risolvere 12 anni fa ma si sono fatte altre scelte.  Già nel 2010 era tutto chiaro. Il 20 maggio 2010 la Corte Costituzionale boccia la legge della regione Emilia-Romagna che proroga per un massimo di 20 anni le concessioni di spiaggia a fronte di investimenti nello stabilimento balneare. La motivazione della Consulta: “E’ in contrasto con l’artt. 49 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, in tema di libertà di stabilimento, favorendo i vecchi concessionari a scapito degli aspiranti nuovi.”  La Corte Costituzionale non cita la direttiva servizi o Bolkestein ma i trattati europei  A fronte di questa sentenza, Governo, Regioni, categorie economiche si mettono

I ritardi sull'alluvione, il Pd e la nuova SS16, i tapis roulant dell'aeroporto

Il Presidente della Repubblica al Meeting dell'Amicizia fra i popoli A Rimini il presidente Mattarella è intervenuto in modo autorevole su una serie di questioni politico-culturali aperte che, come profonde ferite, sono oggi incise nel corpo del Paese: soprattutto quelle poste dall’afflusso di migranti e dall’esplosione di nuove richieste identitarie plurali, che si discostano da stili di vita e di pensiero tradizionali. La nostra costituzione, dice il presidente Mattarella, "nasce per superare, per espellere l'odio, come misura dei rapporti umani. Quell'odio che, la civiltà umana, ci chiede di sconfiggere nelle relazioni tra le persone; sanzionandone, severamente, i comportamenti, creando così le basi delle regole della nostra convivenza". Mattarella ha raggruppato “queste questioni, con un gesto teorico di prim’ordine, sotto la rubrica complessiva del rapporto fra identità e pluralità" come scrive Carlo Galli su Repubblica, e ha sostenuto che "l’unità, la normalità, non sono per nulla da confondere con l’omogeneità e il conformismo”. Il presidente sembra veramente stanco di assistere a "contrapposizioni ideologiche", a superate distinzioni "di caratteri etnici" e ancor più di quanti hanno la "pretesa di resuscitare anacronistici nazionalismi". Tutto ciò non fa bene al Paese, al suo sviluppo, alla sua crescita. Serve piuttosto "concordia sociale e coesione" per far

Meno famiglie in vacanza, le accise sui carburanti non si toccano, tagli alla sanità e scuola in vista. E l'inflazione taglia gli stipendi

Crisi del turismo o crisi dell’economia Inutile provarci. I numeri del turismo in questo periodo impazziscono. Giornate da bollino rosso e nero per il traffico, gli aeroporti presi d’assalto. La fila ai musei, le località balneari senza una camera a disposizione. Coldiretti che fornisce numeri tutti i giorni. Dove vanno in vacanza gli italiani, quanto spendono, quanta gente sulle strade (dai 10 ai 16 milioni di macchine, dipende dai Tg). Poi c’è l’anno della crisi. Non di tutto il turismo ,ma di quello balneare. Sta succedendo nel 2023. Le previsioni di inizio stagione sono lontane dalla realtà di luglio e agosto. Non c’è il tutto esaurito, si trovano camere per Ferragosto. Ed ora si inizia a discutere del perché. Avremo occasione di esaminare cosa succede al nostro turismo balneare. Tuttavia un dato è certo. Molti italiani non possono permettersi una vacanza estiva. A concedersi quattro notti all’anno fuori casa, nel 1959 era un esiguo 11% dei cittadini; nel ’68 il numero era ben oltre il doppio. Segno che qualcosa cambiava anche nel tempo libero, dominio per secoli dei ceti abbienti: infatti si chiamava ancora "villeggiatura", come quando le ferie, chi poteva, le trascorreva in villa. La vacanza diventa a portata di tasche

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