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Donato all'Istituto Storico della Resistenza il carteggio fra il futuro leader della CGIL e Cesarina Martinini che sarebbe divenuta sua moglie

Poco più di un anno fa, l’1 novembre 2022, moriva a 93 anni Alfredo Arcangeli. Storico leader comunista del sindacato riminese, la CGIL, di cui fu segretario generale dal settembre 1968 al 1980. Da Alfredo, nel corso degli anni, avevo avuto occasione di farmi raccontare tanti passaggi politici da lui vissuti (quelli sindacali mi interessavano di meno), mi aveva concesso di riprodurre centinaia di sue foto di manifestazioni, congressi, incontri. Una quindicina di anni fa, quando vendette la casa di Torriana, mi chiamò dicendo che mi regalava tutti i libri che lì erano contenuti, che lui non sapeva dove mettere. Li andai a prendere con il camion del Comune di Coriano e i suoi libri vennero donati alla Biblioteca Comunale “Battarra” di Coriano. Ed in più occasioni mi parlò di un ricco carteggio intercorso fra lui e la sua futura moglie, Cesarina Martinini per tutti Riri (nata l’1 maggio 1931 e morta il 4 febbraio 2020) nel corso dei 15 mesi del servizio militare negli anni 1951 e 1952, dicendo che forse valeva la pena riprenderlo per le tante storie lì contenute. Poi, ad un certo punto, questo carteggio lo perse: una sera mi fece una telefonata per chiedermi se sapessi

Fu anche il primo a essere eletto direttamente e ora racconta quell'esperienza in un libro

Fabio Maioli: "Un cattolico sindaco di Santarcangelo" Pazzini Fabio Maioli è nato a Saludecio nel 1948, vive a Santarcangelo di Romagna dal 1982, laureato in ingegneria meccanica a Bologna nel 1974, è stato dirigente presso il gruppo SCM dove aveva iniziato a lavorare nel 1975. In pensione dal 2012. Cattolico (“anche se fede e dubbi si sono sempre confrontati nella mia mente”), alle elezioni del 23 aprile 1995 venne candidato a Sindaco di Santarcangelo da una alleanza PDS-PPI. Un tecnico, un uomo fuori dai partiti, candidato “di una coalizione impensabile solo qualche mese prima delle elezioni e che era diventata tale grazie all’impegno determinato e determinante dei due segretari di partito coinvolti: Tonino Baccini per il PDS e Mauro Ioli per il PPI, i quali hanno saputo vincere contrarietà e perplessità interne ai rispettivi partiti”. A distanza di oltre vent’anni Maioli ripercorre le vicende vissute in quel quadriennio, dal 1995 al 1999, riesumando documenti del partito cattolico, relazioni in Consiglio Comunale, il consuntivo finale di legislatura. Ed infine risponde a dieci domande postegli da Natalino Cappelli. La premessa di questa storia è lo sconvolgimento delle forme partito di quegli anni, in particolare di quello cattolico: la Dc di Mino Martinazzoli si scioglie nel gennaio 1994 e

Gli ultimi due libri di Giuseppe Lo Magro

Giuseppe Lo Magro: • "Palcoscenici e spettacoli a Riccione. Da fine ‘800 al dopoguerra" • "Da “Arcionis” a Riccione “Perla Verde”. Dall’810 al 1928" Famija Arciunesa Il 19 ottobre 1922, con il Regio Decreto n. 1439, Riccione otteneva la sospirata autonomia da Rimini. Il Comune di Riccione ha celebrato dunque i suoi primi cento anni di vita. Tante le iniziative messe in campo dall’Amministrazione Comunale: spettacoli, mostre, pubblicazioni. La festa però è stata interrotta da un provvedimento quanto mai dubbio del TAR Emilia-Romagna, su un ricorso promosso dalla Lega, che ha portato alla decadenza del Sindaco, della Giunta e del Consiglio Comunale a metà giugno di quest’anno. Sentenza ribaltata pochi giorni fa, il 2 novembre, dal Consiglio di Stato con il ritorno della Sindaca Daniela Angelini alla guida del Comune, dopo quasi cinque mesi di commissariamento. Insomma un secolo di vita celebrato con un avvenimento che ha turbato non poco la città di Riccione. Comunque sia la Famija Arciunesa, guidata da Francesco Cesarini, ha portato a termine, attraverso la penna di Giuseppe Lo Magro, l’impegno assunto di raccontare questo secolo di storia di Riccione con quattro volumi, riccamente illustrati. Il primo è stato “Da ‘La Viola’ a ‘Viale Maria Ceccarini’ 1840 1939. Una passeggiata di

I funerali oggi, mercoled ì8 novembre presso la Chiesa di Sant’Agostino a Rimini

Se ne è andato ieri a 85 anni, a poche settimane dal suo amico di una vita Sergio Cappelletti, Italo Ricciotti. Per decenni, assieme, hanno diretto il Movimento Sociale Italiano. L’avevo incontrato e salutato l’ultima volta sabato 21 ottobre, proprio in occasione del funerale di Cappelletti a cui, nonostante le non buone condizioni di salute, non aveva voluto mancare. Italo per tutta la vita aveva abbinato le sue notevoli capacità professionali di commercialista (tanto da essere stato per diversi anni sindaco revisore del MSI nazionale) alla passione politica. Nato nel 1938, iniziò la sua militanza politica nelle organizzazioni giovanili della destra fascista a metà degli anni’50. Da subito a fianco di Cappelletti, segretario del MSI riminese dal 1957 al 1968, a fianco del leader nazionale Pino Romualdi. Ricciotti nel 1968 subentrò a Cappelletti quale segretario del MSI riminese (e lo rimase sino al 1976, quando gli subentrò per un anno un altro amico carissimo dei due Sergio Soatin). Dopo la nascita di Alleanza Nazionale promossa dal Segretario nazionale Gianfranco Fini al Congresso di Fiuggi del 25-27 gennaio 1995, Italo si ritrovò ad esserne il commissario dal 6 giugno 2001 al marzo 2002, sostituendo Domenico Barletta, per tentare di ricucire l’azione del

Il libro di Roberto Petrucci: "Bussando ai porti - Foto di Gianni Grilli" edito da RivieraBanca

Roberto Petrucci: "Bussando ai porti - Foto di Gianni Grilli" RivieraBanca La notizia vera, al di là dei contenuti del libro su cui tornerò, è che una banca del territorio continui a finanziare l’uscita di libri. RivieraBanca lo sta facendo con regolarità, da tempo, ormai unica nel territorio riminese, per volontà del suo Presidente Fausto Caldari, avvalendosi della consulenza preziosa, consolidata, di Maria Lucia De Nicolò, già docente presso l’Università di Bologna e direttrice del Museo della Marineria Washington Patrignani di Pesaro. Caldari ribadisce ancora una volta nella sua presentazione che “per una banca come la nostra, il profitto è senz’altro necessario per raggiungere l’obiettivo di crescita, ma va coniugato con la responsabilità sociale, etica e con l’interesse comune”. Ed è per questo che la Banca “sostiene iniziative atte a promuovere la nostra comunità, in diversi settori: sanitario, sociale, culturale”. Chiaramente le competenze della De Nicolò verso tutto ciò che riguarda il mare, le storie delle marinerie, i commerci, gli usi e i costumi delle popolazioni delle coste adriatiche fanno sì che spesso le pubblicazioni finanziate da RivieraBanca riguardino questi temi. E così è anche per questa ultima pubblicazione di Roberto Petrucci, funzionario pubblico in pensione, esperto velista, che qui raccoglie i suoi articoli usciti

Il libro di Oreste Delucca "Monete Pesi e Misure a Rimini nel Medioevo"

Oreste Delucca: "Monete Pesi e Misure a Rimini nel Medioevo" Luisè Ancor oggi registriamo la babilonia prodotta dall’utilizzo di monete, pesi e misure diversi nei paesi del mondo, nonostante la globalizzazione livellatrice di tante differenze. Oreste Delucca in questa sua nuova pubblicazione prova a raccontarci, mettendo a frutto cinquant’anni di appunti presi nel corso della consultazione di archivi pubblici e privati, l’evoluzione delle unità di misura usate a Rimini fra il Mille e il millecinquecento. E nel fare ciò ci mette, in apertura, in guardia da facili semplificazioni: “Per affrontare in maniera corretta l’argomento occorre riflettere innanzitutto sui caratteri che hanno contraddistinto l’economia e i rapporti sociali dopo la caduta dell’Impero Romano, con il dissolvimento dell’organizzazione amministrativa, giudiziaria e militare, lo sfaldarsi dell’unità territoriale, l’interruzione dei collegamenti e delle grandi correnti commerciali, la pesante contrazione delle attività mercantili e della stessa produzione agricola (in un quadro di forte caduta demografica). Le economie tendono a chiudersi nel localismo, gli scambi scendono a livelli modesti, la moneta si fa più rara, mentre riprendono spazio le forme primordiali del baratto. Il tutto in un contesto caratterizzato da perniciosa insicurezza, da guerre devastanti che si innestano in un circuito perverso fatto di pestilenze, fame e miseria, con l’ulteriore

"Siamo Elleni. Scritti politici" del pensatore greco a cura di Moreno Neri

Giorgio Gemisto Pletone "Siamo Elleni. Scritti politici" Saggio introduttivo, traduzione, note e apparati di Moreno Neri Mimesis Le ossa del filosofo bizantino Giorgio Gemisto Pletone (Costantinopoli, 1355 ca. – Mistrà 1452) riposano a Rimini, nel sarcofago del Tempio Malatestiano sotto la terza arcata della fiancata destra, da oltre 550 anni. Ve le portò Sigismondo Pandolfo Malatesta (1417-1468), signore di Rimini, di ritorno dallo sfortunato comando generale delle truppe veneziane nella crociata contro i turchi in Morea voluta da Pio II. Le aveva riesumate dalla sua tomba a Mistrà (vicino all’antica Sparta nel Peloponneso) in una notte dell’agosto 1465 per portarle a Rimini, dando loro un posto d’onore nel suo Tempio, in un'arca preceduta da quelle dei poeti Basinio da Parma (1425-1457) e Giusto de’ Conti (1390-1449), seguita da quella di Roberto Valturio (1405-1475). Filosofo neoplatonico, teologo neopagano, utopista, influì sulla riscoperta di Platone nella cultura umanistica del primo Rinascimento italiano. Scrive il curatore riminese del volume, Moreno Neri, nella sua ampia Introduzione (quasi 250 pagine): “Benchè oggi pressoché dimenticato, Pletone fu certamente il pensatore allo stesso tempo più venerato e più esecrato dell’epoca. Da buon platonico, il suo pensiero fu sempre volto all’azione e in lui il filosofo mal si distingue dal riformatore politico, sociale

Aveva 93 anni, il funerale sabato in forma civile nella Casa del Commiato del Cimitero monumentale

Se ne è andato nel sonno questa notte Sergio Cappelletti, patriarca della destra fascista riminese, a 93 anni. Era nato a Imola il 12 luglio 1930. L’avevo sentito l’ultima volta ieri sera alle 20,00 per sapere come stava, dopo il ricovero nella mattinata di ieri alla Casa di riposo Sant’Onofrio per riprendersi da un brutta caduta in casa l’altro ieri. Abbiamo scherzato un po’, ma sembrava di buon umore seppur seccato di essersi dovuto ricoverare. Ci ha detto, a me e a mia moglie, ci vediamo quando torno perché qui non vi fanno entrare in questi giorni per via del covid. L’avevamo sentito giovedì scorso prima di partire per un week end in Val di Fassa. Ci aveva chiesto di portargli un pezzo di “puzzone” (il formaggio della vallata), una noce di speck e una confezione di canederli: Sergio era una buona forchetta ed amava mangiare. [caption id="attachment_433915" align="alignleft" width="2560"] Sergio Cappelletti[/caption] Mediata dalla conoscenza pluridecennale con mia moglie Marisa, funzionaria dell’Aeradria, quando lui era nei consigli dell’aeroclub e di Aeradria, mi diede credito e fiducia nel mio viaggio storico nella destra riminese a dicembre 2022. In assenza di ogni ricostruzione storica delle vicende del MSI locale mi raccontò fatti, personaggi, passaggi politici

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