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"Rimini ritrovata. Immagini degli anni Cinquanta negli scatti inediti di Amedeo Montemaggi" a cura di Sabrina Foschini, Associazione Rimini Sparita APS NFC. Casa Montemaggi è uno scrigno che conserva, nei vari piani (dalla cantina alla soffitta), ancora numerose sorprese. Oltre a libri (in tante lingue), cartine, manifesti, quadri ora la moglie Edda assieme ai figli Andrea, Luca e Marco ci svelano questo tesoro fotografico (dicono 40.000 scatti) fatto da Amedeo (1923-2011) nel corso di una vita (a partire dal 1954), riemerso nel 2020. Con la collaborazione di “Rimini Sparita APS”, data da Nicola Gambetti e Maurizio Bonora, sono stati digitalizzati le migliaia di negativi conservati da Amedeo. Questo volume è uscito (quasi) in contemporanea con la mostra fotografica “Rimini Ritrovata. Immagini degli anni Cinquanta negli scatti inediti di Amedeo Montemaggi”, curata per il Comune di Rimini da Sabrina Foschini e dall’Associazione Rimini Sparita APS, con il coordinamento di Andrea Montemaggi e la collaborazione della Biblioteca Gambalunga, rimasta aperta dal 21 gennaio al 12 marzo 2023 presso la Galleria dell’Immagine. Da questo enorme archivio emerso da casa Montemaggi il volume e la mostra presentano una selezione di immagini (oltre 150) scattate nel corso degli anni ’50. Suddivise in due sezioni (La città e La

Nè alla città nè al regista serve altra magia oltre a quella che già hanno saputo suscitare

Nè alla città nè al regista serve altra magia oltre a quella che già hanno saputo suscitare

Da alcuni giorni sui giornali è comparsa la notizia che Roberto Savi, 68 anni, il feroce capo della banda della Uno Bianca operante nella nostra Regione fra gli anni Ottanta e Novanta, avrebbe rilasciato circa un anno fa ai giudici della Procura di Bologna una dichiarazione spontanea in cui si attribuisce la responsabilità di alcuni attentati fatti con esplosivi a Rimini nei primi anni ’70. Savi è stato condannato all’ergastolo per 24 omicidi e numerose rapine compiuti in quegli anni. Gli attentati sarebbero stati fatti, sempre secondo Savi, nell’ambito delle attività di movimenti dell’estrema destra riminese. Il perché Savi, a distanza di cinquanta anni, tiri fuori ora queste vicende rimane un mistero, allo stato dei fatti. Cui prodest? A cosa mira? Ma soprattutto getta luci inquietanti sulle azioni terroristiche-eversive della Banda dell’Uno Bianca perché per la prima volta emergono chiari legami con il mondo della estrema destra, seppure la vicinanza dei Savi a questa realtà fosse cosa nota, in particolare al Fronte della Gioventù. Nel mio racconto della storia del MSI riminese pubblicato su Chiamamicitta.it qualche mese fa, nella terza puntata (MSI a Rimini: “Ne abbiamo date, ma quante ne abbiamo prese”), in maniera sintetica riepilogavo i tanti episodi violenti accaduti a Rimini

Luciano Liuzzi, Pier Giorgio Pasini: "Nel Tempio. Immagini e volti: l’interno della Cattedrale di Rimini nelle fotografie di Luciano Liuzzi" - Pazzini. Rimini è bella. Anche se troppo spesso siamo portati a trasformare in macigni i tanti problemi che ci sono. Però sfogliando il libro fotografico di Luciano Liuzzi dedicato al Tempio Malatestiano comprendiamo che cos’è la bellezza e perché Rimini, anche grazie alla costruzione di Leon Battista Alberti, sia bella. Gli innumerevoli volumi usciti in questi ultimi anni dedicati a Sigismondo Pandolfo Malatesta e alla sua famiglia (che ho ampiamente segnalato in questa mia piccola rubrica libraria) dedicano tutti ampio spazio al Tempio. Ne voglio richiamare però tre che mi hanno colpito: il primo è quello di Pier Giorgio Pasini “Tempus Loquendi Tempus Tacendi. Riflessioni sul Tempio Malatestiano. 1969-2017” edito da Minerva nel 2019; il secondo è “L’umanesimo cristiano del Tempio Malatestiano. Percorsi di riscoperta artistica, teologica e sapienziale” a cura di Johnny Farabegoli e Natalino Valentini edito sempre da Minerva nel 2018; il terzo è quello realizzato da Erica Angelini – Elena Savini per i piccoli lettori “Sigismondo e gli influssi della Luna. Un viaggio fantastico nella Cappella dei Pianeti” edito da Maggioli nel 2022. Quelle riflessioni contenute in quelle pagine

Il libro di Grazia Bravetti Magnoni dedicato al cantastorie dialettale dell'Ottocento

Il libro di Grazia Bravetti Magnoni dedicato al cantastorie dialettale dell'Ottocento

Francesco Gabellini: "Ogni ferita" - Scatole parlanti. E’ questa la prima opera narrativa di Francesco Gabellini, una delle voci oggi più rilevanti della poesia in dialetto romagnolo (autore di sei raccolte poetiche, l’ultima delle quali, “Nivère”, pubblicata da Raffaelli nel 2021). Gabellini a settembre 2022 è risultato vincitore nazionale del prestigioso Premio Pascoli nella sezione della poesia edita in dialetto bandito da SammauroIndustria. Ma è anche autore teatrale: con il monologo in dialetto romagnolo “L’ultimo sarto” è stato finalista nel 2005 del Premio Riccione per il teatro; nel 2010 e 2011 il monologo “Detector” è stato portato in scena dall’attore Ivano Marescotti in vari teatri d’Italia. Nel 2016 ha pubblicato il libro che raccoglie cinque suoi monologhi, sempre in dialetto romagnolo, dal titolo “Zimmer frei” edito da Il Vicolo Editore di Cesena. “Ogni ferita” tratta di una vicenda ambientata negli anni Sessanta, in una città del Nord Italia. La storia di un amore impossibile, dove i giovani protagonisti, in dissidio con le famiglie d’origine che non sono state in grado di superare le divisioni del passato e gli orrori della guerra, si trovano a fare i conti con una pesante eredità, una sorta di debito da pagare al passato, ai propri padri, che

190 immagini delle 4mila raccolte dal morcianese in "Storie da cartolina. Uno sguardo sulla modernità. Rimini 1895-1960" A cura di Nadia Bizzocchi, Oriana Maroni edito dalla Biblioteca Civica Gambalunga

190 immagini delle 4mila raccolte dal morcianese in "Storie da cartolina. Uno sguardo sulla modernità. Rimini 1895-1960" A cura di Nadia Bizzocchi, Oriana Maroni edito dalla Biblioteca Civica Gambalunga

"Le origini del fascismo in Emilia-Romagna. 1919-1922" A cura di Andrea Baravelli - Pendragon. La rete degli Istituti storici della Resistenza dell’Emilia-Romagna ha edito questo volume sulla nascita del fascismo nella nostra Regione. Lo ha fatto dedicando ad ogni provincia un saggio specifico che ha messo a fuoco lo stato delle ricerche e delle conoscenze delle vicende su quel dato territorio. Le vicende di Rimini sono state raccontate dal giovane ricercatore storico riminese Filippo Espinoza che ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia contemporanea presso l’Università di Trento nel 2017, occupandosi della storia del Mediterraneo nel XX secolo, con particolare attenzione all'esperienza e all'eredità del fascismo italiano nelle isole greche del Dodecaneso. Sono una quindicina i saggi del volume che esplorano il breve lasso temporale 1919-1921, documentando i risultati delle consultazioni politiche dei principali comuni di quegli anni, delle amministrative del 1920, e censendo tutti gli episodi di violenza riportati nelle cronache locali e nei rapporti di polizia conservati presso l’Archivio Centrale di Stato. Tutti questi dati, suddivisi per provincia, sono stati caricati sul portale www.originifascismoer.it a disposizione di studenti e ricercatori storici. Giulia Albanese apre il volume con una approfondita ricerca su “La storiografia sulle origini del fascismo” e mette a fuoco

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