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Roberto Matatia: "Passerà. Storia di una famiglia ebrea" Il Ponte Vecchio. Un bellissimo racconto che narra le traversie dei componenti il ramo della famiglia di Eliezer Matatia. La famiglia Matatia comprendeva tre fratelli, tutti pellicciai, che da Kerkyra, capoluogo dell'omonima isola greca che chiamiamo Corfù, emigrarono in Italia intorno agli anni Venti. I primi ad arrivare nella nostra penisola erano stati i due maggiori, Nissim e Leone, che una volta constatate le buone possibilità di lavoro, chiamarono a raggiungerli anche il terzo e più giovane fratello Eliezer. Prima svolgendo la loro attività nelle Marche poi in Emilia-Romagna, i tre fratelli finirono per stabilirsi in località diverse, ma vicine: Nissim a Forlì, Leone a Bologna, Eliezer a Faenza, ognuno di loro partecipando dell’impresa di famiglia, ma avviando un’attività commerciale in proprio di compravendita di pelli e pellicce pregiate, che permise a ciascuno di raggiungere condizioni di benessere per sé e per la propria famiglia già dagli anni Trenta. Proprio in quegli anni Nissim, il primogenito tra i fratelli Matatia, riuscì addirittura a comprarsi una villetta sul lungomare di Riccione, a fianco di quella villa Margherita che compreranno i Mussolini per trascorrere le loro vacanze estive. Per i Matatia la situazione cominciò a modificarsi, man mano che il clima politico italiano ebbe a risentire del progressivo avvicinamento del fascismo alla Germania, poiché

Completate raccolta e messa in ordine dei documenti raccolti in sezioni e federazioni, dove

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Amati e Zavatta: gli ultimi processi, le difficoltà economiche, il silenzio. “La Rimini dei miliardari è un’invenzione”: il tramonto dei patriarchi – 3

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Il nuovo giallo riminese di Enrico Franceschini

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Il giornalista Vittorio Monti sul Corriere della Sera dell’1 febbraio 1982, in un articolo intitolato “’Mio marito ha un impero nascosto, è anche mio’. Sarà a Rimini il divorzio più costoso d’Italia”, intervista a Paola Amati Magnani, "la donna che con le sue rivelazioni fa tremare la Riviera Adriatica", scrisse: “Lui chiede il divorzio, esibendo una denuncia dei redditi di 166 milioni, e lei, che vuole la metà dei beni, porta in tribunale una lunga documentazione. Il magistrato legge e salta sulla sedia: ‘il patrimonio tra azioni e immobili sembra superiore ai mille miliardi’”. La donna dichiara: “Piero dice che ha pochi soldi e un sacco di problemi, ma in realtà il suo patrimonio è enorme. Io lo so bene, perché da un anno passo le notti a leggere verbali, statuti, rogiti e documenti delle sue società. Avevo studiato latino e filosofia, ma adesso ne so più di un commercialista”. La richiesta di divorzio mette così in moto tanti soggetti: la magistratura per falso in bilancio e reati valutari vari, il fisco, la guardia di finanza, il Comune di Rimini. La Magnani, sempre sul Corriere della Sera: “Io non sono una Mata Hari del fisco, voglio soltanto quello che mi spetta.

Alimentari, turismo, divertimento e tantissime costruzioni: le epopee dei personaggi che hanno fatto la storia recente della riviera

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65 anni fa in piena guerra fredda tutti i giornali del mondo parlano di quel che sta succendo a Rovereta

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Paolo Cevoli: "Manuale di marketing romagnolo. Abbiamo già venduto QUASI un milione di copie" - Solferino. Ci siamo per un attimo illusi di distrarci dal martellamento continuo televisivo sui nostri zebedei sugli esiti (tragici per la sinistra) delle elezioni del 25 settembre, aprendo le pagine del nuovo libro del riccionese Paolo Cevoli, classe 1958, uno dei maestri della nuova comicità italiana. Irresistibile, dal 2002, la comicità e la simpatia del suo personaggio più conosciuto, Palmiro Cangini, assessore  di un immaginario comune romagnolo. Ma il libro è così così. Partito bene, si perde nel prosieguo e la comicità promessa non c’è. Dice Cevoli: “Il mio curriculum vitae si è sviluppato in due campi apparentemente distanti fra loro; il marketing e la comicità”. In questo libro Cevoli ha tentato una sintesi di queste due diverse esperienze della sua vita (ad essere comico del resto è arrivato tardi, ad oltre quarant’anni, scoperto da Gino e Michele che lo portarono a “Zelig”). Il suo “case history” però l’ho sentito vicino. Anch’io ho vissuto quanto Lui racconta: Cevoli è nato nella Pensione Cinzia di Riccione, io nella Pensione Maurizia di Marina Centro a Rimini. Entrambe a gestione familiare. La sua 12 camere, la mia 20. Zero o poche

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