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Nel libro di Pietrineno Capitani la storia di una emigrazione imponente e silenziosa dettata dalla disperazione

Nel libro di Pietrineno Capitani la storia di una emigrazione imponente e silenziosa dettata dalla disperazione

Debora Grossi: "Il mare non l’ha fatto Lui" - Minerva. Il romanzo di Debora Grossi racconta di una Riccione a cavallo fra la fine degli anni ’30 e il termine della guerra nell’autunno 1944. Protagonista e voce narrante il giovane Navarro, un Figlio della Lupa, ambizioso e costantemente alla ricerca di idoli: Benito Mussolini, Gino l’amico più grande, Dio. Navarro cresce mentre il regime fascista porta l’Italia alla guerra e alle distruzioni delle città, Riccione compresa. La fede fascista del giovane si perde con l’avanzare degli eserciti alleati in Italia. Navarro, figlio del falegname Silvio, e il suo amico Orlando, figlio del bagnino Bianchi, nel 1939 hanno otto anni. Guardano il Duce giocare a tennis, lo vedono arrivare con il suo idrovolante o con il panfilo Aurora nelle acque di fronte al porto, notano il forte servizio di sicurezza attorno a Lui, assistono ai giochi dei suoi figli più piccoli nel giardino di Villa Margherita, la casa voluta e acquistata nel 1934 da donna Rachele. Il racconto della Grossi si appoggia a fatti storici reali, per i quali si è documentata sulla ormai ricca bibliografia esistente. Le presenze del Duce a Riccione sono infatti ampiamente testimoniate dai numerosi articoli di giornale dell’epoca, dai

Francesco Ciotti: "L’isola dei poeti. Racconti per tutte le età. La Resistenza e i poeti del Circolo del Giudizio" -  Il Ponte Vecchio. Ogni tanto, con invidia, ricordo al mio amico bibliotecario di Santarcangelo, Pierangelo Fontana (anche lui ormai in pensione), che non è possibile che nella sua città, sotto ogni pietra, spunti fuori un poeta (in dialetto o in italiano), un pittore, un uomo del cinema, un pedagogo, un grande cuoco, un costruttore di musei, un attore. O un Sindaco che sappia immaginare la cultura come strumento per la crescita della sua città e della sua popolazione (Romeo Donati). Santarcangelo è una città straordinaria, tra le più belle e le più vive della nostra provincia. Ricca di appuntamenti, di mercati, di mostre. Capace di attrarre grandi folle e di sapere accoglierle. Offrendo loro occasioni di ristorazione per tutti i gusti, oltre che spazi ed eventi culturali. Basta, finisco questo spot promozionale. Sono già stato accusato di dedicare nelle mie recensioni sin troppo spazio alle segnalazioni di libri su Santarcangelo: ma cosa posso farci se da anni la produzione libraria di autori santarcangiolesi è la più ricca e continua del riminese? Ora questo nuovo libro di Francesco Ciotti, medico pediatra con la passione della

"1922 il treno a Mercatino Marecchia. 1922-2022 Centenario dell’inaugurazione della Ferrovia a Mercatino Marecchia" Con testi di Gian Guido Turchi, Ido Rinaldi e Roberto Renzi - Comune di Novafeltria. Il destino delle linee ferroviarie secondarie riminesi fu per tutte uguali: nel dopoguerra l’avvento della motorizzazione di massa, alla fine degli anni ’50, ne decretò la morte. Così fu anche per la linea Rimini-Mercatino Marecchia (dal 1941 Novafeltria) che, a fianco della strada provinciale Marecchiese, correva su binari trasportando passeggeri e merci. Il Comune di Novafeltria, a fine giugno, ha voluto celebrare i cento anni dell’avvio dell’attività di questa ferrovia nel 1922. La storia delle sue vicende è stata già raccontata da chiamamicitta.it nel suo “Almanacco quotidiano” nel pezzo “18 giugno 1922 – Completata la ferrovia Rimini-Novafeltria”, a cui rinviamo. In occasione del centenario è stata prodotta una piccola pubblicazione da parte del Comune di Novafeltria che raccoglie alcuni testi sul tema di studiosi già editi in altri volumi ed una selezione di splendide immagini. E’ possibile, ci è stato detto, richiederla alla Biblioteca Comunale di Novafeltria (fino ad esaurimento). Il Sindaco Stefano Zanchini, da tempo alle prese assieme ai suoi colleghi degli altri comuni della vallata con i gravi problemi viari legati al traffico

Maurizio Maria Taormina: "8tanta Rimini. A spasso con Tondelli" - Bookstones. Pier Vittorio Tondelli nasce a Correggio (in provincia di Reggio Emilia) il 14 settembre 1955 e qui muore il 16 dicembre 1991, all’età di 36 anni, di AIDS. Giornalista, scrittore, raggiunge il successo con il suo primo libro “Altri libertini” (Feltrinelli, 1980), all’età di 25 anni. A questo seguiranno “Pao Pao” (Feltrinelli, 1982), “Rimini” (Bompiani, 1985) e, ultimo, “Camere separate” (Bompiani, 1989). Quando uscì in libreria “Rimini” (a fine maggio 1985), la critica lo accolse freddamente, mentre il successo delle vendite (oltre 100.000 copie in pochi mesi) testimoniò del grande interesse che si accese attorno a questo libro. Il volume era stato presentato al Grand Hotel di Rimini il 5 luglio 1985. La storia racconta che il giovane giornalista milanese Marco Bauer, nell’estate del 1983, venne spedito a Rimini dal direttore del suo quotidiano nazionale a dirigere per due mesi il supplemento estivo “Pagina dell’Adriatico”. Anche se per Bauer “Rimini era semplicemente una espressione geografica, simbolo di vacanze a poco prezzo, confusione, intasamento”. Attorno a Bauer Tondelli costruirà un insieme di storie (l’antiquaria tedesca alla ricerca della sorella, un sassofonista innamoratosi di una moglie in vacanza, due giovani cineasti alla ricerca di

Giuseppe Lo Magro: "I Mussolini, Riccione, i Riccionesi. Le vacanze della famiglia del Duce nella “Perla Verde”"- La Piazza “E’ una raccolta di fatti accaduti a Riccione negli anni che vanno dal 1926 al 1943, legati alle vacanze estive della famiglia Mussolini. Pura cronaca del coinvolgimento di Riccione e dei riccionesi con ospiti tanto illustri per lavoro, interesse, amicizia, obbligo, opportunità. C’è chi si è trovato a suo agio, chi si è adattato, chi si è ribellato, chi è caduto in disgrazia”. Giuseppe Lo Magro, riccionese doc, classe 1945, storico presidente de la “Fameja Arciunesa” per 18 anni, autore di una quarantina di libri di storia locale e sul dialetto, autore di tutte le commedie dialettali portate in scena dalle Compagnie “I Arciunis”, “L’Almadira” e la “Rungaja” dal 1978 ad oggi. Con questa sua nuova pubblicazione Lo magro ci racconta cronologicamente la presenza del Duce e della sua famiglia per una ventina d’anni a Riccione. Mussolini, nato nel 1883, fa la sua prima comparsa nella cittadina romagnola nel 1911, quando ancora era solo una frazione di Rimini, nelle vesti di dirigente socialista. Il 28 ottobre 1922, subito dopo la Marcia su Roma dei fascisti, Mussolini divenne Capo del Governo. Tra i suoi primi atti

Roberto Renzi: "Il filobus delle vacanze. Storia della filovia RIMINI-RICCIONE" - Pagina. Il filobus della linea 11 Rimini-Riccione compie quest’anno 95 anni di vita. Il collegamento tramviario era stato effettuato nel 1927, quando fu completato il prolungamento a Riccione della tranvia urbana di Rimini, elettrificata sei anni prima sul percorso della primitiva tranvia a cavalli, risalente al 1887. Il 23 novembre 2019 è stato inaugurato Metromare, dopo un iter amministrativo e realizzativo lunghissimo: l’idea era stata presentata alla giornata di studio promossa da ATAM dal suo Presidente, l’ing. Ercole Fabbri, sui sistemi innovativi per la metropolitana leggera il 17 gennaio 1990. E’ questo l’arco temporale in cui si sviluppa la storia del “filobus delle vacanze” raccontata da Roberto Renzi, riminese, classe 1953, dipendente prima di ATAM e poi di TRAM, e dal 2001 occupato negli enti regolatori del trasporto pubblico locale, con funzione di programmatore dei servizi, sino al suo pensionamento nel 2020. Anticipando le sue conclusioni: “Il futuro della linea 11 Rimini-Riccione è tuttora incerto”. I consistenti lavori nel territorio riminese legati al progetto “Parco del Mare” potrebbero avere pesanti ricadute sull’asse viario percorso dalla filovia. Dopo quasi cent’anni è in corso dunque una ampia riflessione se, e come, far proseguire o meno

Angelo Maggioli: "Fantastica gioventù. ‘Chi burdlaz’ degli anni ‘60" - La Piazza. “Chi burdlaz” di Marina Centro (o forse meglio di Viale Trieste) degli anni ’60 raccontati in questo volume io li ho conosciuti quasi tutti, dopo: una differenza di età di alcuni anni, una scelta scolastica diversa dalla maggioranza di loro, ma soprattutto l’impegno politico a partire dai primi anni ’70 hanno diviso una nostra possibile storia comune. Delle vicende narrate fa invece piena parte mio fratello Giorgio, presente in diverse fotografie e coprotagonista di diversi episodi narrati. Chi racconta le tragicomiche avventure di questo gruppo di scalmanati fra la seconda metà degli anni ’60 e la prima metà degli anni ’70 è Angelo Maggioli, classe 1950, ragioniere, figlio di genitori gestori allora di un negozietto di frutta e verdura a fianco della discoteca Embassy, “dove passava il mondo”. Gli amici, “tanti, tantissimi, parte integrante, preponderante e fondamentale della mia vita, tutti nati dal 1948 al 1952”. Tutti gravitavano su Viale Trieste e il Bar Atlantico, “luogo di ritrovo per eccellenza, teatro indiscusso della nostra giovinezza e fucina di tutte le nostre zingarate”. Il mondo in quegli anni stava cambiando, una lunga età di transizione durata quasi un decennio. Lotte sociali, conquista

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