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Massimo Gugnoni: "Alta Val Marecchia. Storia, arte, ambiente, cultura. Volume Primo. Viamaggio – La Spinella – Cerbaiolo – Cocchiola" - Youcanprint. La Valmarecchia è la valle dei due Stati (Italia e San Marino) e delle tre Regioni (Emilia-Romagna, Marche e Toscana). Ricomprende 16 comuni. Lunga circa 70 km, larga al massimo più di 10, ha una estensione di circa 500 kmq, percorsi longitudinalmente dal fiume Marecchia. Scrive Gugnoni: “Amministrativamente la maggior parte della vallata ricade nella provincia di Rimini, mentre quasi per intero ricade nella provincia di Arezzo l’alta valle. Piccole porzioni si trovano in provincia di Pesaro-Urbino (l’area alle pendici nord del Monte Carpegna e il Sasso di Simoncello) e una piccolissima porzione in quella di Forlì-Cesena (località Balze). Oltre alle regioni Emilia-Romagna, Toscana e Marche, la vallata comprende anche parte della Repubblica di San Marino. In Toscana interessa i comuni di Badia Tedalda, Sestino ed una piccola porzione di quello Pieve di Santo Stefano (zona di Valdazze). Nelle Marche una altrettanto piccola parte del comune di Carpegna, mentre in Emilia-Romagna sono ricompresi in parte o del tutto i comuni di Verghereto, Casteldelci, Sant’Agata Feltria, Pennabilli, Maiolo, Novafeltria, Talamello, San Leo, Verucchio, Poggio Torriana, Santarcangelo e Rimini”. Massimo Gugnoni, riminese, classe

"La Chiesa di S. Maria Ausiliatrice in Rimini. Raccolta delle pubblicazioni" - Opera Salesiana Rimini. Era il 1968 quando Adriano Celentano cantava “Azzurro” di Paolo Conte, che nel ritornello diceva: “Sembra quand'ero all'oratorio / Con tanto sole, tanti anni fa”. Ed è quello che scatta nella mia testa ogni volta che transito davanti alla Chiesa di S. Maria Ausiliatrice a Marina Centro quando il ricordo della vita dell’oratorio (il calcio, il cinema, le partite a biliardino, le gite a Loreto ed anche il fare il chierichetto) fra il 1960 e il 1970 mi fecero crescere e coinvolsero prima dell’impegno politico al Liceo Scientifico Serpieri prima e al Liceo Scientifico Einstein poi. L’Ordine dei Salesiani venne fondato da San Giovanni Bosco nel 1854. Essi arrivarono a Rimini nell’agosto 1919 quando gli venne affidata la nuova Chiesa, ultimata nel 1913, del lido di Rimini. Devo alla cortesia di don Stefano Adriani il dono di questo piccolo cofanetto che raccoglie tutte le informazioni utili sulla Chiesa e sulla presenza dei Salesiani a Rimini. Occorre comunque dire che ormai sono molte le chiese riminesi che hanno proprie pubblicazioni sulla loro storia, ma non mi sembra che alcuna possieda un racconto dettagliato e corposo come quello realizzato, in due

Riccardo Gresta – Oreste Delucca: "La ceramica a Rimini nel Cinquecento. Maioliche istoriate e documenti d’archivio" - La Piazza. Questo libro ci fa riappropriare di un patrimonio culturale e artistico che Rimini sembra non aver mai posseduto nel proprio DNA. La scuola pittorica riminese del Trecento fa parte ormai della storia della pittura, il cenacolo di artisti alla corte di Sigismondo nel ‘400 colloca Rimini fra le grandi signorie rinascimentali italiane, ma della scuola riminese di ceramica istoriata del ‘500 non se ne parla da nessuna parte. Anzi, i magnifici pezzi di maiolica riminese realizzati dagli artisti e dai laboratori attivi in Città, sparsi ormai per il mondo, sono attribuiti ad altre realtà a noi limitrofe come Pesaro, Urbino, Faenza. Questo lavoro di Riccardo Gresta, studioso da almeno un trentennio della maiolica italiana del Rinascimento, e di Oreste Delucca, profondo conoscitore degli archivi riminesi, costringerà moltissimi musei europei a rivedere i cartigli delle opere di ceramica esposte nelle loro bacheche: a Londra, Parigi, Berlino, San Pietroburgo, Stoccolma, Cracovia, New York, Francoforte. Oltre a numerosi musei italiani. Riccardo Gresta ha selezionato 112 opere, di cui racconta di ognuna una infinità di dettagli, assegnandole (in base a documenti certi) ad artisti che a Rimini hanno

Letizia Magnani: "100 anni di Confagricoltura di Forlì-Cesena e di Rimini. Storia di impresa, innovazione e territorio"- Panozzo. “L’agricoltura è e sarà fondamentale:gli agricoltori ogni giorno portano il proprio lavoro delle mani nei nostri piatti. La loro è una storia di lavoro, dignità, fallimenti, ma anche di successi, innovazioni brillanti e visioni future”. Questo libro, curato da Letizia Magnani giornalista freelance e addetta stampa di Confagricoltura di Forlì-Cesena e di Rimini oltre che di altre aziende (fra cui il gruppo Batani Select Hotels per cui ha curato il volume “Grand Hotel: Rimini il mito” edito da Minerva nel 2018), vuole celebrare i cento anni della nascita di Confagricoltura a Forlì e Rimini. Ricorda l’attuale Presidente dell’Associazione Carlo Carli: “Era il 26 maggio del 1919, quando, un nutrito numero di agricoltori romagnoli si incontrarono a Forlì per fondare anche da noi la S.A.I. – Società degli Agricoltori Italiani, Sezione Provinciale di Forlì, che si rifaceva alla medesima Associazione di livello nazionale”. Nella storia nazionale le sigle delle diverse associazioni del mondo contadino sono infinite: realtà che si sono costituite, spaccate, unite. Sia dei proprietari che dei lavoratori agricoli (è la CGIL che organizzò mezzadri, coloni, braccianti, salariati agricoli). Bisogna però dare atto che Confagricoltura, nata

Antonio Stampete: "Il Ponte di Tiberio. Duemila anni di storia riminese" - Primiceri. E’ un libriccino piccolo piccolo quello che l’editore Primiceri manda in libreria, opera di Antonio Stampete, quarantenne romano, pittore e scultore, nonché storico d’arte, in occasione dei duemila anni del Ponte di Tiberio. Probabilmente il primo di altri, e forse più corposi, volumi che usciranno nel corso dell’anno. Del resto non si può dire che il nostro amato Ponte non sia presente già in tanti altri volumi, a cominciare da quelli che nel corso dei secoli hanno dettato le tappe della nostra storia urbana: il Clementini e il Tonini in primis, ma poi anche il Palladio, il Martinelli per arrivare agli articoli e ai libri che Ferruccio Farina (quando non si occupa di Francesca da Rimini) ha dedicato al Ponte di Tiberio: da “Uno sguardo sul ponte. Le antiche vedute del ponte di Tiberio di Rimini nelle incisioni tra il 16. e il 19. Secolo” (Ramberti, 1997) a “The magnificent bridge. Il ponte di Tiberio in alcuni sconosciuti disegni inglesi” (sulla rivista “Romagna arte e storia” n. 99 del 2013).E poi lo speciale “per il bimillenario del Ponte di Augusto e di Tiberio” della rivista “Ariminum” (n. 2/2014), curato

Cumited “Com una volta” – San Clemente: “Giustiniano Villa. 28. concorso di poesia dialettale" - La Piazza. Ventotto anni di esistenza e di attività per un Concorso di poesia dialettale è un tempo lunghissimo. Quello intitolato a “Giustiniano Villa” a San Clemente (promosso ed organizzato dal “Cumited Com una volta” con il sostegno dell’Amministrazione Comunale) è quasi sicuramente uno dei più longevi. Anche nel 2020, “annus orribilis” a causa della pandemia di Covid-19, il comitato organizzatore e la Giuria, presieduta da Piero Meldini, sono riusciti, pur in mezzo a mille difficoltà organizzative, a gestire e a premiare le migliori poesie e zirudeli pervenute (48 i partecipanti, alcuni dei quali sia per la sezione Poesia sia per la sezione Zirudela). Tra gli autori, spiccano la giovanissima Nina Ummarino di Misano Adriatico, 10 anni, con una simpatica poesia dedicata alle “Bole ad savon” e il più vecchio/giovane della manifestazione sanclementese: l’amico Mario Tonini, anche lui di Misano Adriatico, suonatore di flicorno nelle bande ma anche, a tempo perso, poeta dialettale. Ancora una sua poesia sul covid (“Una preghiera ma d’jeroi”), dopo quelle pubblicate nel volume “Per non dimenticare. Riflesion d’un cittadèn pursia (Riflessioni d’un cittadino qualunque). Coronavirus” (La Piazza, 2020). Ha scritto la sindaca Mirna

Roberto Renzi: "Romagna in carrozza. Trasporto pubblico tra Otto e Novecento" - Amr Ho provato a raccontarlo alcune altre volte negli ultimi anni, ma lo ripeterò ancora una volta: i volumi che raccontano la storia del nostro territorio si sono fatti rari. Le nostre case editrici pubblicano sempre meno. La ricaduta di questa situazione è che chi, come me, da tanti anni si diverte a recensire libri locali, almeno uno a settimana, diventa sempre più difficile avere un libro da segnalare a disposizione. Poi c’è però un’altra realtà, quella delle pubblicazioni fatte da enti, associazioni, comuni, chiese. Non reperibili in libreria, ma ottenibili solo attraverso un complicato sistema di relazioni ed avendo un radar attento a captare l’uscita di questi libri “fantasma”. Questa premessa per dire che il volume che oggi segnalo è uno di quei casi in cui il mio radar non ha funzionato. Esso è stato pubblicato dalla Agenzia Mobilità Romagnola (AMR) come cadeau natalizio del 2019, e a me è stato regalato come mio cadeau natalizio del 2020 da un’amica che lo aveva ricevuto in dono l’anno prima. Non lo conoscevo, mi era sfuggito fra le uscite avvenute. Eppure, sebbene edito come strenna natalizia, esso è un bel libro. Racconta la

Primo Silvestri: "CARIM. Ascesa e caduta di una banca del territorio" - Il Ponte. Primo Silvestri ha scritto un piccolo bignami di una brutta storia tutta riminese, durata dieci anni, dove 7.000 piccoli e medi azionisti sono stati “tosati” brutalmente da … non si sa da chi, secondo la sentenza del Tribunale di Rimini del febbraio 2018 (“i fatti non sussistono” e i 23 imputati sono stati tutti assolti). Silvestri ha descritto, passo dopo passo la fine della Cassa di Risparmio, la banca della Città secondo la volgata comune, dopo 177 anni (era nata nel 1841 regnante il Papa Re) di attività non sempre tranquilla. Le relazioni degli ispettori della Banca d’Italia del 2010, che portarono al primo commissariamento della banca, ed anche diverse disamine di valutazione espresse dal Tribunale, dicono altro rispetto alla mission che Carim diceva di avere: promuovere lo sviluppo e il progresso della nostra economia. I numeri del 2012 della Cassa di Risparmio: circa 800 dipendenti, il controllo di un terzo del mercato del risparmio provinciale e di un quinto dei crediti, 126mila clienti (un decimo costituito da piccole imprese, poco più dell’1 per cento da medie e grandi imprese, il resto da altri privati). Ma i primi 50 clienti,

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