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Alessandro Giovanardi: "I colori di Rimini. Una pinacoteca immaginaria" - Interno4. Rimini fra Trecento e Seicento, dalla fine del Medioevo al Rinascimento e alla Controriforma. Una città che in quei secoli ha visto crescere il potere dei Malatesta, poi la loro sconfitta e l’affermazione del potere papalino. Secoli che hanno visto la presenza in Città dei più grandi artisti italiani: dai pittori della scuola del Trecento Riminese a Giotto, da Piero della Francesca a Guido Cagnacci, da Giovanni Bellini a Giovan Francesco Barbieri, detto il Guercino. Alessandro Giovanardi, classe 1972, storico e critico d’arte, responsabile delle attività culturali della Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini, direttore della rivista del Rotary “Ariminum”, con questo volume ci porta a conoscere, secondo un itinerario totalmente personale, alcune delle più importanti opere pittoriche riminesi, soprattutto espressione di arte sacra. “Non è un saggio critico, non è una guida per il forestiere alle bellezze della Città e neppure un elenco o un inventario di capolavori superstiti. Qui non si troverà una rassegna esaustiva delle pitture di Rimini e neppure di quelle più celebri. Il suo percorso rammenta piuttosto un girovagare senza meta ed è, infatti, la memoria di molte camminate disimpegnate tra le chiese e i musei cittadini

Carlo Rusconi: "S no un viàz - Poesie in dialetto di Rimini" - Panozzo. Questo sacerdote, ordinato nel 1966, quasi ottantenne (è nato a Rimini nel 1942), docente di greco, di ebraico, di latino presso diversi, e prestigiosi, istituti religiosi italiani, ci regala oggi uno straordinario libro di poesie dialettali. Don Carlo Rusconi nel presentarcelo scrive: “Se non fosse un termine troppo impegnativo, di questa mia nuova prova parlerei come d’una nuova sfida. Strana, forse. Comunque d’una sfida (…) il dialetto e l’esperienza interiore mi riconducono entrambe ad altri più giovanili anni della mia ormai non più breve esistenza, anni che difficilmente potranno risultare non trasfigurati dalla meditazione presente d’un vecchio, incallito nella propria fede”. Testi poetici scritti in un dialetto sostanzialmente riminese, ma non puro perché influenzato dalle varie “parlate” con cui don Rusconi nel corso della sua vita è venuto a contatto. Nella Introduzione al volume l’Autore, da buon linguista, cerca di condurci in un mondo sconosciuto ai più, visto il pessimo uso che tutti noi facciamo ogni giorno della nostra lingua, parlata ma ancor peggio scritta: la glottologia, che è la disciplina che si occupa dello studio storico delle lingue e delle loro famiglie e gruppi di appartenenza, delle origini

Francesco Lambiasi: "Scelgo Te e basta. Sandra Sabattini. Vivere a braccia spalancate" - Il Ponte. Avevo tenuto le annotazioni su questo volume del Vescovo di Rimini da parte, per segnalarlo in occasione della beatificazione della giovane Sandra Sabattini prevista per domenica 14 giugno in Fiera a Rimini. Ma la pandemia di Covid19 ha costretto la Diocesi a rinviare, a data da destinarsi, la celebrazione. Il 2 ottobre 2019 Papa Francesco aveva promulgato il decreto riguardante la sua beatificazione: “una di quei santi della porta accanto su cui tanto insiste Papa Francesco” come scrive il Vescovo Lambiasi. La storia della giovane Sandra è quella di una giovane ragazza credente, impegnata in attività di volontariato a favore degli “ultimi”, cresciuta dentro l’Associazione Papa Giovanni XXIII e in stretto rapporto spirituale con il suo leader, don Oreste Benzi. Nata il 19 agosto 1961 a Riccione, nel 1980 ottiene la maturità scientifica a Rimini, si iscrive alla Facoltà di Medicina all’Università di Bologna. Nell’agosto 1979 si fidanza con Guido Rossi, anch’egli membro della Papa Giovanni XXIII. Ma il 29 aprile 1984, ad Igea Marina, mentre si reca ad un incontro della Comunità, viene investita da un auto e muore il 2 maggio. Non aveva ancora 23 anni. Sandra

Misano Adriatico nel 1945 era un comune completamente agricolo, con poco più di 4.000 abitanti. Ancora nel 1951 contava solo 5 alberghi. Era uscito dalla guerra con gravi danni agli edifici e alle infrastrutture pubbliche. Nell’autunno 1944, subito dopo l’arrivo delle truppe alleate, il CLN locale aveva provveduto a nominare una Giunta comunale e un Sindaco in attesa delle prime libere elezioni, che saranno però solo due anni dopo, ad ottobre 1946. Scriverà Vincenzo Rossi, consigliere democristiano misanese dal 1988 al 1990, nel suo libro “Misano A. ieri e oggi”, pubblicato dall’Associazione Albergatori di Misano nel 1984: la Giunta CLN era “composta da membri di diversa estrazione politica, ma con una netta maggioranza socialcomunista. Ne è a capo con funzioni di Sindaco, il sig. Armando Ramenghi, radiotecnico bolognese, trasferitosi per matrimonio nella vicina frazione di Scacciano. Convinto marxista, ex partigiano, è salito alla ribalta rapidamente e, come una meteora, è ripiombato nell’oscurità con le prime elezioni amministrative del dopoguerra. Lo si ricorda come un uomo duro, inflessibile, talvolta impulsivo, ma onesto e ligio al dovere. Vagheggiava processi sommari, condanne per direttissima, epurazioni di massa. Diversi impiegati comunali furono licenziati in tronco, perché ritenuti compromessi con il passato regime”. Ma sin dall’estate 1945 si

Massimo Gugnoni:  "Il soldato che correva" - Youcanprint. Devo confessarlo. Una bella copertina e un titolo azzeccato invogliano la lettura di un libro. Questo di Gugnoni me lo sono girato invece da un posto all’altro nel mio studio per mesi. Non mi ispirava. Ma leggendolo ho avuto ancora una volta la conferma che l’apparenza spesso inganna. E’ un libro molto bello, una storia romanzata di un ragazzo riminese, Edoardo G., nelle trincee dolomitiche della prima guerra mondiale. L’Autore immagina che Edoardo, nel 1933, scriva le proprie memorie inerenti gli anni della guerra, che lui ha vissuto interamente dalla chiamata alla leva nel settembre 1914 sino al congedo a fine 1918. Non solo un diario degli avvenimenti e delle tragiche situazioni vissute in un ambiente ostile, ma anche il tentativo di scandagliare il proprio animo e la propria coscienza, macchiati dalla ferocia dei combattimenti e segnati da indelebili cicatrici interiori. “Vorrei portarti, caro lettore, dentro la mente di un giovane nemmeno ventenne obbligato a misurarsi con un qualcosa di più grande di lui. Qualcosa di umanamente non sopportabile”. La partenza di Edoardo è quasi una festa alla fine dell’estate del 1914, tra saluti di parenti e amici alla stazione di Rimini: la guerra in Europa

Ferruccio Farina: "Francesca da Rimini. Storia di un mito. Letteratura, teatro, arti visive e musica tra XIV e XXI secolo" - Maggioli. Pochi numeri servono a far comprendere la rilevanza di questa figura, Francesca da Rimini, nella storia della letteratura e delle arti: essa è presente, nell’arco temporale 1795-2018, in 2.112 opere, tra le quali 1.078 letterarie, 599 opere d’arte visiva e 435 opere musicali. “Se la Divina Commedia è il libro tra i più letti al mondo in ogni tempo, Francesca da Rimini, della ‘Commedia’, è il personaggio più conosciuto e più amato”: questo è l’incipit del corposo volume (oltre 350 pagine) scritto da Ferruccio Farina, studioso, collezionista e bibliofilo riminese. Colui che ha riportato alla ribalta riminese prima e poi nazionale ed internazionale questa “eroina” divenuta nei tempi moderni mito della libertà di scegliere chi amare. Ma non è stato sempre così. Farina ci racconta la storia del cambio di valutazione su questa figura letteraria. Sì, letteraria perché “di Francesca vera, di ‘Francesca della storia’, per certo si sa soltanto che è esistita circa tra il 1260 e il 1284, ma non quando né dove è nata e morta. Nulla si evince dei suoi presunti o reali amori peccaminosi e di

Nei primi anni ’90 Bruno Ghigi intervistò una trentina di uomini e donne bellariesi sulla loro vita fra inizio secolo e seconda guerra mondiale per il terzo volume della “Storia di Bellaria-Bordonchio-Igea Marina. Ricerche e studi sugli abitanti e sul territorio (1500-1970)" (Ghigi, 1994). Fra questi intervistati c’era Odo Fantini. “Che attività svolgeva suo padre quando lei è nato? Mio padre continuò a svolgere il lavoro del nonno e del bisnonno: il carrettiere”. “Cosa trasportava sul suo carro? Si dedicava prevalentemente al trasporto di sabbia e ghiaia che andava a prelevare nel letto dei fiumi Uso e Marecchia. Era un lavoro pesantissimo perché la ghiaia e la sabbia dovevano essere caricate con il badile”. [caption id="attachment_206510" align="alignleft" width="1848"] 22 aprile 1946. Bellaria Cagnona. Matrimonio di Carla Zannuccoli con Odo Fantini. Da destra Ernesto Mantani, Odo Fantini, Carla Zannuccoli, Castelluzzi[/caption] “Quando smise suo babbo di fare il carrettiere? Nel 1922, l’anno in cui nacqui io, perché aprì un forno nella zona a mare della Cagnona”. “Quando ha iniziato a lavorare nel forno? A otto/nove anni, quando le scuole erano chiuse: con due sporte di paglia appese al manubrio di una bicicletta, senza freni né parafanghi, portavo il pane a domicilio. Una volta cresciuto, il pane

Roberto Sapio: "Effetto collaterale" - Panozzo. Dieci anni fa l’ex magistrato, oggi in pensione, Roberto Sapio ci coinvolgeva con le sue favole nere tratte dalla cronaca criminale del Riminese degli anni Ottanta (“Rimini nera. L'altra faccia di una città” NdA press, 2010). Uno dei maggiori successi editoriali registrato nel corso degli anni a Rimini con migliaia di copie vendute. Sapio, classe 1934, è stato pubblico ministero nella nostra città per oltre vent’anni, dal 1969 al 1993, e poi dal 1994 al 1997 ha insegnato Diritto della Unione Europea all’Università di Bologna, sede di Rimini. Prima di “Rimini nera” Sapio aveva pubblicato altri tre romanzi fra il 1989 e il 1992: “Un caso d’amore” (San Marco Libri, 1989), “Una variabile indipendente” (San Marco Libri, 1990), “Il funzionario. Le emozioni di un militante di periferia” scritto con Ferruccio Giovanetti (Sellino, 1992). Ora a distanza di tanto tempo la sua penna ci propone questo nuovo romanzo, il quinto, un legal thriller, su un tema caldo come può essere un processo per stupro. Un romanzo giudiziario ambientato a Rimini. La protagonista è la giovane avvocato (non avvocatessa, termine che rifiuta) Roberta Sangiorgi. Un giorno riceve in studio la telefonata della ventenne Natascia Spanò che le dice, piangendo, di essere stata

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