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Il volume ricostruisce un pezzo importante della storia sindacale del nostro territorio, quello legato ai lavoratori del turismo e del commercio.

Il volume ricostruisce un pezzo importante della storia sindacale del nostro territorio, quello legato ai lavoratori del turismo e del commercio.

"Ricordando Anne Marie Svensson. Una graphic designer migrata dal nord" - Maggioli. Il 28 settembre 2016 moriva a Rimini Anne Marie Svenson. Una bella persona, come si dice delle persone solari, empatiche, socievoli. Così la ricorda il figlio Mick Mengucci: “Un senso estetico deciso e preciso, un amore verso le cose della natura, superiori alle nostre vicende umane, un interesse e rispetto verso culture differenti, un senso dello humor prezioso, una storia difficile e coraggiosa, un’eredità di una cultura europea lontana e complementare alla nostra italiana latina e romagnola, una coscienza ecologica senza frontiere, una spiritualità naturale spontanea innegabile esigenza di essere umano cellula di un sistema sociale inserito nel sistema natura, una presenza che mi guida tuttora. Questo è il tesoro che mi ha dato mia madre”. Bene hanno fatto il marito Sandro Mengucci, con i figli Mick e Anica, e gli amici Piero Leoni, Giorgio Giovagnoli, Giuliano Ghirardelli e Giancarlo Venturini a tre anni dalla morte ricordarla con questa piccola pubblicazione. Un gesto di affetto, ma anche di grande nostalgia per non averla più con la sua carica umana tra noi. Anne Marie era nata a Stoccolma il 20 giugno 1942. Laureata in graphic design alla Konstindustriel di Stoccolma nel 1962.

Nei primi mesi del 1946 Biagio Cenni rimetteva piede a Riccione. Vi mancava da molti anni. L’aveva lasciata nel 1936, a venti anni, per il servizio militare. Ma poi, per lui, una guerra fascista dietro l’altra, con il grado di sergente: gli ultimi mesi degli scontri in Etiopia nella primavera del 1936, poi nell’aprile 1939 l’occupazione dell’Albania, nell’ottobre 1940 l’invasione della Grecia e nell’agosto 1941 la partecipazione, a fianco degli alleati tedeschi, nell’aggressione al territorio russo. A fine dicembre 1942 le truppe italiane dell’8.a Armata vennero travolte dalla controffensiva russa sul Don, messa in atto per respingere il tentativo tedesco di liberare le armate intrappolate a Stalingrado. Cenni, e con lui altre migliaia di soldati italiani, venne catturato dai russi. Nell'inverno 1942-1943 l'Armata Rossa catturò circa 70.000 soldati italiani, di cui 22.000 non arrivarono mai ai campi di prigionia in Siberia, morti nelle lunghe marce di trasferimento (le famose "marce del davaj") a causa di sfinimento, inedia e percosse delle guardie sovietiche; tra coloro che arrivarono nei campi di prigionia, ne morirono almeno altri 38.000. Questi erano stati costretti a marciare per centinaia di chilometri e poi a viaggiare su carri bestiame per settimane, in condizioni allucinanti, senza mangiare, senza poter

"Sottovoci. Storie di San Patrignano", Presentazione di Marco Missiroli - Mondadori. E’ un libro splendido nella sua tragicità. Qui vengono raccontate 38 storie di giovani donne e uomini travolti e sconvolti nella loro vita dalla droga. Un libro che dovrebbe essere fatto leggere ai ragazzi: non si tratta di fare loro paternali inutili, quanto invece farli ragionare cosa significhi veramente l’uso della droga per distruggersi la vita. E poi, per alcuni, non per tutti, un miraggio, una oasi: l’ingresso in una comunità. Nel caso specifico San Patrignano. San Patrignano: “1.300 storie di abisso e di luce, di fragilità e forza, di cadute e di mani che li aiutano a rialzarsi. Di occhi, di sguardi, di sorrisi e di pianti. Trovarsi all’inferno è molto più semplice di quanto immaginiamo, perché è difficile essere uomini, donne, adolescenti, figli, padri e madri. Queste storie sono di tutti perché a tutti è capitato di aver bisogno di un abbraccio e non avere il coraggio di chiederlo” Il libro, sapientemente scritto, è privo di paternità letteraria. Ma chi lo ha scritto lo sa fare decisamente bene. L’unica indicazione che c’è è quella del prefatore: il riminese Marco Missiroli. Non sappiamo se i testi siano suoi o se sua

Enrico Brizzi: "Gli amici di una vita" - Theoria. Ennesimo giallo ambientato a Rimini negli ultimi anni, che sembra essere la nuova location preferita da tanti autori di questo genere: tre titoli per Gino Vignali e il suo vice questore Costanza Confalonieri Bonnet (“La chiave di tutto” nel 2018, “Ci vuole orecchio” e “La notte rosa” nel 2019 tutti editi da Solferino); Enrico Franceschini con “Bassa marea” (edito da Rizzoli nel 2019) racconta le avventure del giornalista in pensione Andrea Muratori; Andrea Bocconi  con “Il silenzio della pioggia. Omicidi a Santarcangelo di Romagna” nel 2019 per Rusconi vede protagonista il commissario Andrea Pratesi. Diverse cose in comune in questi volumi: i protagonisti sono tutti “forestieri” che ben si ambientano però a Rimini; una descrizione di Rimini come la sentina di tutti i vizi e i peccati capitali; il luogo centrale dei romanzi è sempre a Marina Centro, o “il miglio d’oro di viale Vespucci” come scrive più volte Brizzi nel suo romanzo. I riminesi non sono sicuro che gradiranno queste descrizioni oscure della loro Città (con l’eccezione forse di qualche leghista che ne pensa anche peggio: brutta sporca e cattiva): Brizzi mostra nelle sue pagine anche la parte più buia, pericolosa e nascosta

Giorgio Franchini: "… ma la casa mia ‘n dov’è? Fellini e la casetta sul porto" - Panozzo. 1983. La prima nazionale del nuovo film di Federico Fellini “E la nave va” viene organizzata a Rimini. E il giovane architetto riminese Giorgio Franchini, classe 1938, vi viene coinvolto. “Sono più di trent’anni che desidero raccontare questa storia (…) di Fellini e della sua città e del giorno di festa che avrebbe dovuto celebrare il loro ritrovato amore”. E’ tra i soggetti che devono organizzare il Fellini’s day: “Doveva essere una festa di piazza, un’opera collettiva, un abbraccio dichiaratamente vero e autentico della città con il suo grande regista, come non ce n’era mai stato prima, da concludersi con una sorpresa, un dono”. Promotori dell’iniziativa Sergio Zavoli, allora Presidente della RAI, e Vincenzo Cutrera, presidente dell’IFL (Istituto Fiduciario Lombardo). Lo staff organizzativo dell’evento Marco Arpesella, amministratore-gestore del Grand Hotel, ma soprattutto, assieme a Vincenzo Cutrera, cofinanziatore dell’operazione; Mario Guaraldi, editore e titolare di Rimini Immagini e ideatore-coordinatore dell’iniziativa; Ester Carla de Miro d’Ajetta, docente di storia del cinema dell’Università di Genova; e lo stesso Giorgio Franchini, chiamato da Mario Guaraldi come architetto e scenografo. La prima riunione operativa si tenne al Grand Hotel l’8 settembre 1983.

Giancarlo Frisoni: "Le case del cuore" - AIEP. Sabato 29 febbraio, alle ore 17.00, avrò il piacere di presentare il nuovo splendido libro di Giancarlo Frisoni presso la Biblioteca Comunale “Don Matteo del Monte” di Montescudo-Monte Colombo a Taverna. Il fotografo Livio Senigalliesi ha scritto: “L’uso sapiente del suo bianco e nero emoziona e conserva tutta la forza della sua terra. Secondo i dettami della migliore fotografia, ha la capacità di cogliere le espressioni e le voci dell’anima”. Dopo lo straordinario volume “Memorie. Volti e voci della mia gente” (ARTinGENIO, 2018), Frisoni con questa nuova opera continua ad esplorare, o meglio a conservare per lui e noi tutti, pezzi di un mondo contadino romagnolo ormai scomparso da tempo. Lo ha fatto fotografando nel corso degli ultimi decenni le case coloniche del nostro territorio, quelle sparse e quelle nei ghetti. “La voce delle vecchie case non c’è più. Sono ruderi oramai, nei silenzi d’abbandono. Croci di un passato dove persone hanno consumato e guadagnato i loro giorni divisi tra quei muri e la terra”. Sono splendide centinaia di foto in bianco e nero scattate nella vallata del Conca (nelle numerose frazioni del comune di Montescudo-Monte Colombo, e a Gemmano e San Clemente; nelle frazioni di

Daniel Pennac: "La legge del sognatore"- Feltrinelli. E’ stato Daniel Pennac (pseudonimo di Daniel Pennacchioni nato a Casablanca l’1 dicembre 1944) notissimo scrittore francese, il terzo super ospite delle celebrazioni dei 100 anni dalla nascita di Federico Fellini. Laureato in lettere nel 1968, da allora è stato insegnante sino al 2008 e scrittore. Pennac è stato ospite il 22 gennaio al Teatro Galli di Rimini con lo spettacolo, in realtà una lettura teatrale, tratto dal suo libro “La legge del sognatore” uscito in Francia il 3 gennaio e in Italia per i tipi della Feltrinelli il 16 gennaio. “Impaziente di risuscitare Federico Fellini. Avevo lo spettacolo pronto nella testa, l’avevo sognato e costruito”. A Rimini spettacolo sold out, ampiamente pubblicizzato prima, ma nessun commento uscito dopo, né sui giornali né sui social. Applausi, mi dicono, alla fine per Pennac, ma i giudizi raccolti fra diversi spettatori presenti sono stati invece assai critici sulla efficacia dell’evento. Purtroppo i biglietti gratuiti distribuiti fra chi si è presentato allo sportello del Galli sabato 18 gennaio alle ore 9.00 sono stati “bruciati” in dieci minuti. Arrivato alle 9.15 non ho potuto averne e quindi lo spettacolo non l’ho visto. [caption id="attachment_191960" align="aligncenter" width="789"] Damiel Pennac durante le prove del suo spettacolo a

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