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Pier Giorgio Pasini: "Tempus Loquendi Tempus Tacendi. Riflessioni sul Tempio Malatestiano 1969-2017" - Minerva. “Di tutti i Malatesti – scrive Pier Giorgio Pasini – Sigismondo non è stato il migliore, né il più fortunato; ma è stato ed è il più famoso. In un certo senso è naturale che lo sia, perché ha speso la vita e investito una fortuna proprio per crearsi una fama presso i posteri, una fama che avrebbe voluto degna degli antichi imperatori romani, sull’esempio dei quali appunto ha costruito una grande reggia (Castel Sismondo) e uno splendido mausoleo (il Tempio), ha fatto fondere tantissime medaglie (nascoste ovunque, in modo che potessero consegnare ai posteri la sua immagine e il suo nome), ha commissionato poemi epici e opere letterarie in cui figura come ispiratore, mecenate, eroe e protagonista”. Pasini, classe 1938, nel corso della sua lunga vita di studioso ha dedicato molte decine di libri e di saggi alla famiglia Malatesta, ai suoi protagonisti, ma soprattutto alle opere da essi realizzati a Rimini e nei territori da loro governati. Scrive: “E’ ormai mezzo secolo che giro intorno a Sigismondo (…). Per me tutto è incominciato nel 1968, quando il Comune di Rimini ha avviato le celebrazioni del V

"Fra storia e memoria.ù L’Ospedale Civile di Santarcangelo (1871-1998): le sue vicende, la sua evoluzione" A cura di Pier Angelo Fontana, Giorgio Ioli, Francesco Soldati - Il Ponte Vecchio. Oggi abbiamo in testa la splendida sede della Biblioteca Comunale “Baldini”, e non ricordiamo più che cos’era quell’edificio prima di ospitarla. Quell’immobile, per oltre cento anni (dal 1871 al 1998), era stato l’Ospedale di Santarcangelo di Romagna. Lo fu sino a quelle prime ore dell’alba del 16 maggio 1998 quando scoppiò, all’ultimo piano, un violento incendio che ne decretò la sua chiusura. L’edificio, dopo esser rimasto chiuso per alcuni anni, venne individuato dall’Amministrazione Comunale come la nuova sede della biblioteca. I curatori del volume (Pier Angelo Fontana direttore della Biblioteca “Baldini”, Giorgio Ioli ex primario di Medicina Generale e Francesco Soldati ex direttore amministrativo dell’Ospedale), attraverso una ventina di interventi, ricostruiscono le vicende storiche del nosocomio santarcangiolese. Oreste Delucca racconta degli ospedali di Santarcangelo in epoca medievale; Stefano De Carolis di quelli in epoca moderna ed infine Francesco Soldati dall’Unità d’Italia ad oggi. Silvia Crociati ci parla invece delle fonti archivistiche che raccontano l’evoluzione della struttura nel tempo. Gianluca Maestri ricostruisce le vicende della “fabbrica dell’Ospedale”, ovvero i progetti e i lavori della sua costruzione,

Andrea Santangelo: "Generali e battaglie della Linea Gotica" - Bookstones. Andrea Santangelo, storico militare, con questo agile volume, ci racconta ancora una volta gli eventi militari accaduti sulla Linea Gotica fra il settembre e il dicembre 1944. E ci ripropone l’affermazione di Amedeo Montemaggi: “l’offensiva d’estate di Alexander, definita la ‘più grande battaglia di mezzi mai combattuta in Italia’, è una delle più cruciali (e ignorate) battaglie della Seconda Guerra Mondiale, combattuta da 1.200.000 soldati, da migliaia di aerei, cannoni e carri armati”. Ma, come ricordava lo storico Nicola Labanca nel Convegno sulla Linea Gotica svoltosi a Rimini nel 2014 (gli atti in “Comunità in guerra sull’Appennino. La Linea Gotica tra storia e politiche della memoria” a cura di Mirco Carrattieri e Alberto Preti, Viella 2019), “la storia della Linea Gotica non può essere ridotta a sola storia militare, come anche troppo si è fatto, di nuovo, soprattutto negli ultimi anni, nonostante che già almeno tre decenni fa si era iniziato a delineare il senso più generale, di storia politica, sociale e anche delle mentalità”. Inoltre sul fatto di essere “ignorata” (cosa non del tutto vera) va comunque preso atto che negli scenari mondiali della Seconda Guerra Mondiale questo è stato uno

Massimo Rastelli: "Il genio Capicchioni. Grande maestro e meraviglioso artista" - AIEP. Quest’opera prima del sammarinese Massimo Rastelli, classe 1958, è un atto d’amore verso la musica oltre che un omaggio verso questa famiglia straordinaria di liutai e musicisti che da un secolo calcano le scene musicali italiane ed europee, i Capicchioni del piccolo borgo di Santa Mustiola a San Marino. Ricorda nell'introduzione Laura Rossi: “Il sangue non è acqua, si usa dire, e la musica è nel sangue così dei figli di Marino. Il maggiore Mario sarà liutaio a fianco del padre, e Luciano, il secondogenito, violinista nell’Orchestra di Santa Cecilia di Roma. Dei figli che ‘Stoppa’ [Aldo Capicchioni] avrà dal matrimonio con Olga, figlia di ‘Garibaldi’ [Michele Casadei], Ezio sarà musicista a livello amatoriale e Italo, erede della passione paterna, porterà il suo clarinetto e il suo virtuosismo sul palcoscenico di prestigiosi teatri, fino ad esibirsi in mondovisione dal Teatro alla Scala di Milano. Parimenti dei numerosi figli di ‘Garibaldi’, emigrato in Svizzera durante il fascismo, sarà soprattutto Alfeo, fisarmonicista, a rappresentare all’estero il ‘genio Capicchioni’, suonando nei teatri parigini anche al fianco di Edith Piaf. E, oggi, a San Marino, sono i figli del clarinettista Italo ad incarnare la

Difficile pensare oggi che un semplice operaio, con la sola scuola elementare fatta, possa ricoprire ruoli pubblici importanti e lasciare un segno nella propria città (l’unica figura odierna con questi requisiti che mi viene in mente è l’atuale Ministra alle politiche agricole Teresa Bellanova, 61 anni, bracciante a 14 anni, militante del PCI e sindacalista della CGIL). Ma nel dopoguerra il PCI formò e chiamò a ricoprire ruoli amministrativi e politici importanti molti lavoratori che contribuirono a costruire la rinata democrazia dopo gli anni del fascismo. [caption id="attachment_179492" align="alignleft" width="777"] Primi anni '60. Santarcangelo, Unicem. A destra Livio Bonanni[/caption] E’ questo anche il caso di Livio Bonanni, santarcangiolese, operaio del cementificio Buzzi-Unicem, per oltre 40 anni protagonista della vita politica e amministrativa del suo Comune. Bonanni nacque a Santarcangelo il 13 ottobre 1921, il terzo figlio di una famiglia contadina. Il padre, antifascista, fu picchiato dai fascisti e questo fatto segnò per sempre le scelte di Bonanni. Finita la scuola elementare venne mandato a fare il garzone presso un coltivatore diretto, per poi iniziare nel 1936 a lavorare come “bocia” in fabbrica, nel cementificio, per fare il “cempor” (un materiale poroso con cui si facevano piastrelle per isolare le abitazioni dal caldo in

"Grappa – Cima Valderoa 13 dicembre 1917" le lettere di Renato Parisano - Panozzo. Il medico Bartolo Nigrisoli scriveva alla madre Angiolina, che chiedeva notizie del figlio, in data 30 dicembre 1917: “Il Parisano morì eroicamente il 13 dicembre corr., a Cima Valderba, colpito alla testa: fu visto cadavere e il cadavere è rimasto in mano del nemico”. Il corpo di Parisano non fu mai ritrovato. Il Tenente Renato Parisano aveva compiuto 21 anni da qualche mese (era nato a Napoli il 2 giugno 1896). Per via della professione del padre, capomusica della Regia Marina, peregrinò nei primi anni di vita per varie città, fermandosi infine a Rimini città natale della madre Guglielma Campana. A Rimini frequentò le scuole superiori e nel 1913 si iscrisse all’Università di Bologna, facoltà di medicina. Interventista, venne chiamato alle armi con la sua classe nel novembre 1915. Rinunciò a far parte del Servizio di Sanità, e chiese di entrare in un corpo combattente. Nominato sottotenente venne assegnato al Corpo degli Alpini e destinato al 7° Reggimento, Battaglione “Feltre”. Nell’agosto 1916, come comandante della 64.a Compagnia, è in prima linea, impegnato nei combattimenti sul Monte Cauriol. Qui per oltre un anno combatté coraggiosamente con i suoi alpini. Dopo Caporetto,

"Il Trecento riscoperto. Gli affreschi della chiesa di Sant’Agostino a Rimini" A cura di Daniele Benati - Silvana Editoriale. Ho accolto l’invito del Vescovo Francesco, posto alla fine del suo intervento nel volume curato da Daniele Benati, di visitare la Chiesa di Sant’Agostino, la più grande e tra le più antiche chiese di Rimini, unico esempio cittadino di edificio sacro in stile gotico giunto fino ai nostri giorni. Nel suo intervento il Vescovo scrive che il suo intento è quello “di far nascere e crescere nei lettori un desiderio intenso. Quello di visitare e contemplare dal vivo l’itinerario iconografico della Chiesa di Sant’Agostino”. L’ho fatto. Devo dire che erano tantissimi anni che non entravo più in quella chiesa, ma la meraviglia che mi ha colto, anche se ateo, è stata grande. Non la ricordavo così splendida. Ha ancora ragione il vescovo Francesco: “la chiesa di Sant’Agostino non solo presenta una ‘quantità’ considerevole di capolavori, ma offre un autentico cammino di fede: organico e completo. E rappresenta un felicissimo tentativo di annunciare il messaggio cristiano attraverso il mirabile linguaggio dell’arte cristiana”. In questo volume, voluto dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose Alberto Marvelli e dall’Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Rimini, finanziato dalla Fondazione Cassa

Valter Vallicelli “Tabac”: "Ultimo chilometro di una vita in salita. Diario di un partigiano" - ANPI Rimini – Cooperativa Gramsci Viserba – CGIL Rimini. Un piccolo libro che racconta le vicende di un giovane ragazzo di 17 anni nei drammatici mesi dell’estate 1944 quando gli Alleati si mossero per sfondare la Linea Gotica tedesca ed avanzare verso nord, verso la pianura Padana. “Tabac”, il suo storico nome di battaglia (in ravennate tabac significa ragazzo), al secolo Valter Vallicelli, 92 anni e qualche mese, presidente onorario dell’ANPI di Rimini, ci racconta, a distanza di tanti anni, come e quando divenne partigiano nel ravennate in quella estate del 1944. “Scrivere circa mezzo secolo dopo i fatti accaduti, si corre il pericolo di dare impronte psicologiche fuorvianti ai fatti. Sono in grado oggi di trasmettere questi ricordi con lo stesso stato d’animo in cui sono stati vissuti? Temo sia difficile. Oggi nelle stesse circostanze, sarei cauto, attento. Pondererei e rifletterei sul pro e contro, cercherei la razionalità facendo tesoro dell’esperienza maturata in tanti anni di vita vissuta. Sarei un partigiano con la testa, oltre che con il cuore. A 17 anni non ero nulla di ciò”. Ma è questa esperienza vissuta che ha incantato ed affascinato

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