Dal tardo pomeriggio di ieri, la Romagna è stata interessata da una serie di temporali con fenomeni sia grandinigeni su coste, pianure e colline, sia di neve fin sui 700 metri nell'entroterra appenninico. Un'altra formazione temporalesca, in entrata dal mare, ha riguardato attorno alle 23 di ieri sera il territorio Riminese con rovesci intensi e locali accumuli di "soft hail". Video di Gaia, sabato sera 20 aprile, Riccione e Coriano: [video width="720" height="1280" mp4="https://www.chiamamicitta.it/wp-content/uploads/2024/04/document_5848277149567423548.mp4"][/video] [video width="720" height="1280" mp4="https://www.chiamamicitta.it/wp-content/uploads/2024/04/document_5848277149567423547.mp4"][/video] Eventi previsti in coincidenza della nuova perturbazione (n.6) che nel sabato pomeriggio ha dato origine al maltempo proprio sulle aree centro-orientali della regione. Gli stessi effetti che, probabilmente, ritroveremo a partire da questa sera (domenica 21) a causa dell'ingresso da ovest di un ulteriore impulso di aria artica (perturbazione n. 7) che andrà ad investire la nostra regione: mettendo a tacere la breve pausa soleggiata di ques'oggi. La perturbazione aprirà una serie di peggioramenti portando ancora piogge, rovesci con eposodi di grandine di piccole dimensioni, geloneve e graupel. Ma anche nevicate fino a medio-bassa quota soprattutto sul piacentino al netto di un ulteriore scivolone delle temperature. Ventilazione settentrionale a tratti sostenuta, mare mosso e qualche mareggiata lungo i litorali maggiormente esposti [caption id="attachment_463922" align="aligncenter" width="842"] Immagine radar
Quando anche la primavera risente dei cambiamenti climatici ecco che una “normale” stagione di transizione può amplificare gli effetti della variabilità atmosferica, determinando l’inasprimento di eventi meteorologici di segno opposto. Con il brusco ribaltone termico che abbiamo potuto sperimentare in questi giorni, si è potuto dimostrare, ancora una volta, quanto lo stato di affezione in cui versa la nostra circolazione sia in grado di produrre con una certa rapidità episodi anche di freddo intenso. Potrebbe sembrare ironico, ma il nuovo clima ci insegna che ci potremmo trovare sempre più spesso a dover far i conti con cambi repentini di questo genere: passando dalle immagini di gente che affollava le spiagge a torso nudo a persone che circolano per le strade con la giacca pesante in poco meno di 48 ore. Da simil estivo al quasi invernale il passo è stato veramente breve, poiché delle correnti artiche provenienti dal Mare del Nord hanno fatto la loro irruzione nel cuore del Mediterraneo. L’aria fredda groenlandese affluita in Italia attraverso la Scandinavia ha scalzato così piuttosto velocemente la massa d’aria calda e polverosa che accompagnava la risalita dell’anticiclone sub-tropicale, confinandola in aperto oceano Atlantico, dove rimarrà per diversi giorni. Ora la grande ruota ciclonica
Il primo fronte freddo ha già lasciato il segno in maniera percebile con un calo deciso delle temperature che ha visto in una manciata di minuti portare uno scivolone di 10 gradi in meno rispetto ai valori del giorno precedente. Venti in rotazione ai quadranti settentrionali con qualche raffica sostenuta e rovesci tra la Valconca e il Sammarinese sono stati gli effetti del preannunciato sistema frontale carico di aria fredda. A questi si è aggiunta l'acqua alta, che a Rimini fra l'altro ha allagato una porzione del parco Marecchia facendolo tornare all'originario ruolo di alveo del fiume. Nelle prossime ore e fino a venerdì il forte calo termico, avvertibile anche in virtù delle temperature eccezionalmente alte di questi giorni, porterà a compimento il cambio di circolazione previsto. Mercoledì ma soprattutto tra giovedì e venerdì il transito di un nucleo freddo porterà ancora rovesci e temporali in Emilia Romagna e sulle regioni adriatiche. Ulteriore calo termico con ritorno della neve in Appennino. Valori che dovrebbero mantenersi inferiori alle medie fino a 23-24 aprile (anomalie tra i -3 e i -5 °C in Italia, fino a -5/-6 °C sull'Europa centrale). Minime in Emilia-Romagna attese in pianura tra 6 e 10 gradi e massime intorno a 11/15
La situazione meteorlogica è destinata a cambiare radicalmente a partire dalla serata di martedì 16, quando una profonda depressione (996 hPa), denominata tempesta “Gori” (dal CNMCA) andrà a formarsi tra Lombardia e Triveneto portando un brusco calo delle temperature, venti forti e rovesci anche temporaleschi. L’azione congiunta del vortice ciclonico assieme alla perturbazione n. 4 in risalita dal Nord Africa andrà a spegnere letteralmente l’ondata di caldo che ha visto infuocare gran parte dell’Europa, noi compresi, battendo innumerevoli record: con valori paragonabili alla terza decade di giungo. Ora l’Italia così come l’Emilia-Romagna entreranno in una fase diametralmente opposta, per mezzo di un flusso freddo perturbato in discesa dal Nord Atlantico che, con il passare delle ore, si addosserà ad Oltralpe colmandosi sempre più di aria fredda di origine artica. Queso netto cambio di circolazione smantellerà in un sol colpo l’insediamento anticiclonico seguito da un tracollo termico. Lo scontro tra masse d’aria diametralmente opposte darà luogo ad accesi contrasti. Dapprima perché lo scarto termico ci farà perdere una quindicina di gradi: dai 30-31 gradi diurni con valori superiori alle medie di 10/12 gradi, si passerà a 14-16 gradi con 3/6 gradi al di sotto delle medie. In secondo luogo perché la vasta
Dopo che marzo ha praticamente spodestato tutti i record di caldo con 3,5 gradi in più sull’andamento del clima emiliano-romagnolo, anche aprile prosegue la folle corsa verso l’alto con l’ennesima ondata di caldo simil estiva. Dopo quello di Pasqua altri due sprint anticiclonici si susseguono rapidamente caratterizzati da masse d’aria estremamente miti per il periodo e destinate a portare uno scenario completamente nuovo nel panorama meteorologico Europeo. Non solo per le presenza sempre più ingombrante che questi super anticicloni denominati “monster” hanno acquistato nell’ultimo decennio, ma piuttosto per una serie di cambiamenti sostanziali che gli stessi riescono con maggior facilità ad amplificare sul nostro territorio: aumentando il rischio di grandi ondate di caldo contigue in qualsiasi stagione dell’anno e promuovendo una sequenza di primati senza fine. Con l’uscita di scena dell’intermezzo depressionario, che più che una perturbazione si è trattato di una “goccia” fredda in mezzo ad un mare caldo, l’alta pressione è pronta a ricucire lo strappo creatosi per mezzo di una rapida rimonta anticiclonica. Poco importa se si tratta di Azzorre, il fatto è che sarà sempre alimentato da calde correnti di estrazione sub-tropicale in grado di riportare le massime su valori ragguardevoli per il periodo. Se già sabato
Se i vecchi detti popolari come “aprile non ti scoprire” avessero un fondamento scientifico sull’andamento climatico, allora potremmo dire che in questo cadrebbero decisamente a pennello. Mentre la circolazione atmosferica sull’Europa occidentale sta facendo i conti con un vigoroso vortice atlantico che determina temperatura sotto media, l’Italia, come parecchi paesi dell’Est, è alle prese con un robusto anticiclone alimentato da correnti nord africane che spingono i termometri su valori estivi da record. Questa spirale depressionaria non ci riguarderà direttamente, ma l’aria fredda che lo alimenta avrà una storia sulle sorti del tempo dei prossimi giorni sulla nostra regione. Una breve ondata di maltempo, associato alla perturbazione n.2 del mese, sarà infatti la causa del peggioramento che andrà in scena da martedì 9 sera a partire dai settori più occidentali. Così, mercoledì 10, piogge e rovesci avranno la meglio, prendendo di mira sopratutto l’Emilia e il rispettivo tratto appenninico: con picchi di pioggia localmente abbondanti. Ma ciò che potremmo avvertire maggiormente potrebbe essere il sensibile ridimensionamento termico associato al calo delle temperature in alcuni casi anche consistente dell’ordine di 10-15 gradi e un marcato rinforzo della ventilazione durante le fasi più instabili. Martedì: nuvolosità irregolare con tendenza ad un graduale aumento della nuvolosità
Le ultime incertezze meteorologiche di mercoledì chiudono, almeno per ora, una lunga serie di perturbazioni che ha visto interessare sopratutto il nord-ovest italiano nel mese di marzo. Ancora una volta, la posizione scomoda di una vasta circolazione ciclonica a ovest delle Isole Britanniche sprofonderà verso le Isole Canarie richiamando, di tutta risposta, una massa d’aria eccezionalmente calda dal cuore del Sahara verso l’Europa centro-occidentale. Ciò che sperimenteremo sull’Italia, così come in Emilia-Romagna, sarà determinato dalla presenza ovunque di tempo stabile, mite e soleggiato almeno fino al prossimo fine settimana. Visto la chiara impronta che assumerà, questo ruggito dell’alta pressione sub-tropicale porterà un aumento delle temperature che diverrà via via sempre più pronunciato sopratutto con l’avvicinarsi della nuova settimana. Potremmo parlare proprio di un weekend da leoni, quando domenica ci troveremmo a dover fare i conti con temperature in Pianura Padana diffusamente superiori a 20 gradi e punte più alte nei centri urbani: Bologna, per esempio, al netto di qualche copertura, potrebbe raggiungere i 25-26 gradi tra domenica e lunedì. Un’impennata termica verso valori decisamente oltre la norma tipici della tarda primavera o, localmente, da inizio estate sospinta da venti di scirocco che, oltre a far salire i termometri con picchi di
Atmosfera carica di sabbia con cieli color rosso mattone. Da ieri pomeriggio e fino a Pasquetta (con apice proprio tra domenica e lunedì) risentiremo di questo enorme pennacchio proveniente dall'Africa (molto visibile in Romagna) chiamato dai meteorologi dust plume (pennacchio di sabbia) dirigersi verso le regioni centro-settentrionali italiane fino a raggiungere addirittura Polonia e Paesi Bassi. Dal satellite si osserva una massiccia intrusione di polveri desertiche risalire il cuore del Mediterraneo sospinte da una forte ventilazione di Scirocco. Oltre a saturare l'atmosfera medio-alta di PM10 (ma senza particolari preoccupazioni sulla nostra salute) l'animazione satellitare ci aiuta a definire l'entità della massa d'aria molto calda sahariana. In tutto questo movimentato sistema oceano-atmosferico si nota quanto possa essere importate l'avvezione proveniente dall'Algeria e dalla Libia secondo gli schemi meteorologici classici. Spingendo le temperature a superare abbondantemente i 22-23 gradi. Nei prossimi giorni probabilmente le regioni meridionali potrebbero sfiorare anche i 30 gradi