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Il sinistro potere di The Donald, lo stesso delle montagne russe e dei film horror esagerati


Avanti con un altro giro di giostra, resisteremo quattro anni?


19 Gennaio 2025 / Lia Celi

Mancano quarantotto ore all’inizio ufficiale della seconda presidenza Trump, e mi sento come quando sono in fila per salire sullo iSpeed, l’attrazione più paurosa (e più eccitante) di Mirabilandia. Mi chiedo se ne uscirò viva, se il cuore mi reggerà, se non è il caso di fare dietrofront e ripiegare su giostre più tradizionali e rilassanti, ma ormai tocca a me, non voglio fare la figura della fifona davanti ai miei figli e comunque sento che in me sta già circolando più adrenalina di quanta ne ho prodotta nell’ultimo anno.

È questo il sinistro potere di The Donald, lo stesso delle montagne russe e dei film horror esagerati, quelli che ti fanno ridere istericamente e saltare sulla poltrona a secondi alterni: non sai mai cosa puoi aspettarti, e guardare le news sul telefono o accendere il telegiornale diventa ogni giorno un momento elettrizzante.

Cos’avrà tirato fuori, oggi, l’Uomo Arancione? Con quale minoranza se la sarà presa? Quale altro paese avrà minacciato di invadere? Quale leader mondiale avrà insultato?

Nel nostro piccolo, possiamo sentirci un po’ colpevoli per questo atteggiamento superficiale e sconsiderato verso un signore che potrebbe far scoppiare una guerra termonucleare globale così come noi ordiniamo una pizza a domicilio. Poi veniamo a sapere che anche il mondo dell’informazione americana, compresa quella più autorevole e progressista che non ha mai risparmiato critiche a Trump e durante l’ultima campagna elettorale ha sostenuto apertamente la sua avversaria democratica, Kamala Harris, non è molto più matura di noi. Sotto sotto, i grandi giornali e le reti televisive non conservatrici speravano nella vittoria del tycoon, per la semplice ragione che nei suoi primi quattro anni come presidente ha fatto vendere più giornali e aumentato l’audience dei programmi di news, riportandola a livelli che non si vedevano da anni.

Che ami o odi Trump e le sue idee, il pubblico americano (e non solo) ha fame dell’altalena quotidiana di emozioni che gli procura, dalla paura allo sdegno, dall’ilarità allo sconcerto. E lui, da spregiudicato uomo di spettacolo, ne è consapevole e ci marcia. Più che un politico, è un content creator tipo quelli di OnlyFans, che dalla sua residenza di Mar-a-Lago si impegna a per far crescere followers e contatti, costi quel che costi, purché non sia lui a pagare.

Come se non bastasse, in questo secondo mandato ha al suo fianco uno che non solo è molto più giovane, ma più scocomerato di lui (tranne quando si tratta di affari, difatti è dieci volte più ricco di Trump). Parlo, ovviamente, di Elon Musk, che se vogliamo conservare la metafora iniziale dell’iSpeed di Mirabilandia, potrebbe essere l’operatore pazzo che si impadronisce del computer che vigila sulla sicurezza dell’attrazione e fa schizzare i treni a velocità umanamente insostenibili, per eliminare i passeggeri più deboli e selezionare una nuova razza di superuomini in grado di colonizzare altri pianeti. Solo che il giro di giostra è molto più lungo. Riusciremo a chiudere gli occhi e a trattenere il fiato per quattro anni?

Lia Celi