Banca d’Italia: in Emilia-Romagna l’industria soffre, bene l’edilizia grazie a PNRR
12 Novembre 2024 / Redazione
Nel primo semestre del 2024 l’economia regionale è cresciuta dello 0,4%, sostanzialmente in linea con la media nazionale. A una nuova espansione nell’edilizia e nei servizi si è associata la persistente debolezza della manifattura. Sono alcuni dei dati contenuti nel rapporto della Banca d’Italia sull’economia dell’Emilia-Romagna.
La ricerca è stata presentata oggi alla stampa da Pietro Raffa Direttore della Sede di Bologna di Bankitalia e Litterio Mirenda Economista della Divisione Analisi e Ricerca Economica Territoriale. “La domanda aggregata – hanno spiegato – ha beneficiato dell’espansione degli investimenti in costruzioni; l’accumulazione di capitale dell’industria si è invece ridotta, risentendo del calo della domanda estera e delle persistenti tensioni geopolitiche, che condizionano le prospettive del comparto”.
Nel settore agricolo il valore aggiunto ha mostrato segnali di recupero, dopo il forte calo del 2023 causato anche dall’alluvione di maggio. “Tuttavia, i recenti eventi meteorologici estremi hanno reso incerta l’intensità della ripresa. Secondo nostre analisi gli allagamenti causati dalle piogge di settembre e ottobre hanno interessato una superficie che, per dimensione, rappresenta circa i due terzi di quella colpita nel 2023”.
Il trend negativo dell’industria, in atto dalla prima parte del 2023, è proseguito anche nei primi tre trimestri dell’anno in corso: secondo il sondaggio della Banca d’Italia circa il 70% delle imprese industriali ha registrato fatturati in calo o al massimo stabili. “I dati di Unioncamere evidenziano una diminuzione della produzione estesa a tutti i comparti, con l’eccezione dell’alimentare”.
L’andamento dell’industria ha risentito della riduzione delle esportazioni (-1,4% la variazione tendenziale a giugno scorso); la contrazione è stata più intensa nei principali mercati di sbocco europei, ovvero Germania (-4,7%) e Francia (-5,4%).
Invece la crescita nell’edilizia è proseguita. Nel primo semestre dell’anno le ore lavorate sono aumentate del 3,5% e, secondo il sondaggio della Banca d’Italia, l’espansione del settore sarebbe confermata anche considerando l’intero 2024. L’attività è sostenuta dalla realizzazione di opere pubbliche, tra cui quelle previste dal PNRR. Ad agosto scorso le gare d’appalto finanziate dal Piano per la costruzione di infrastrutture in regione ammontavano a 2,9 miliardi di euro, con circa l’80% del valore già aggiudicato. L’avvio dei lavori ha riguardato oltre la metà dei bandi assegnati.
Pur mostrando alcuni segnali di miglioramento, il mercato immobiliare è rimasto debole, scontando il livello ancora elevato dei tassi di interesse sui mutui. Nei primi sei mesi dell’anno la riduzione delle compravendite di abitazioni si è attenuata (-1,8%, dal -12% del 2023), mentre è proseguita la crescita dei prezzi (+3,2%, dal +1,6% del 2023).
Secondo il sondaggio della Banca d’Italia nei primi nove mesi dell’anno l’attività nel terziario ha continuato a espandersi moderatamente, sebbene con andamenti differenziati tra i vari comparti. Nel commercio al dettaglio tradizionale le vendite del primo semestre sono rimaste stabili.
Le presenze turistiche sono invece aumentate del 3,6% fra gennaio e agosto. Nel settore dei trasporti all’incremento dei passeggeri nei principali aeroporti regionali si è contrapposto il calo del traffico merci nel porto di Ravenna, legato alla congiuntura industriale sfavorevole.
Gran parte delle aziende emiliano-romagnole prevede risultati economici positivi per il 2024, tuttavia sono emersi alcuni segnali di peggioramento nell’industria. Le disponibilità finanziarie si sono confermate abbondanti. Il credito bancario alle imprese ha continuato a diminuire (-4,2% su base annua ad agosto scorso), per effetto di una domanda di finanziamenti penalizzata da tassi di interesse elevati, “ma anche per l’orientamento prudente mantenuto dalle banche”. La rischiosità del credito alle aziende è leggermente aumentata, rimanendo tuttavia contenuta nel confronto storico. Il tasso di interesse medio sui prestiti alle imprese per le esigenze di liquidità si è attestato al 6,0% nel secondo trimestre dell’anno, sostanzialmente invariato rispetto a dicembre 2023.
L’occupazione in regione è cresciuta dell’1,2% nei primi sei mesi dell’anno. Il numero di lavoratori è aumentato nei servizi e, in misura minore, nelle costruzioni; è invece diminuito nell’industria in senso stretto. Il tasso di disoccupazione è sceso al 4,1%, un valore storicamente contenuto. La congiuntura sfavorevole nella manifattura si è riflessa in un aumento del ricorso agli strumenti di integrazione salariale (Cassa integrazione e Fondi di solidarietà).
Il reddito nominale delle famiglie è aumentato, beneficiando della fase espansiva dell’occupazione. Con il rallentamento dei prezzi al consumo sono tornati a crescere anche i redditi reali delle famiglie (+1,3% a giugno scorso), invertendo la tendenza negativa degli ultimi due anni. L’inflazione, che è diminuita principalmente per il calo dei prezzi delle utenze, si è attestata allo 0,9% nei primi nove mesi dell’anno (5,3 nella media del 2023). Nonostante la dinamica positiva dei redditi reali, i consumi delle famiglie a valori costanti sono rimasti sostanzialmente stabili, in linea con la media nazionale.
È proseguita la riallocazione del risparmio delle famiglie a favore di forme di investimento più remunerative. I depositi bancari si sono ridotti dell’1,9% a giugno scorso mentre i titoli detenuti presso le banche sono aumentati del 18,3%.
I finanziamenti alle famiglie hanno registrato un modesto incremento, sostenuti dal credito al consumo. Le nuove erogazioni di mutui abitativi sono però diminuite dell’11,5% nel primo semestre, a causa del costo del credito ancora elevato. Il tasso medio sui nuovi finanziamenti è sceso al 3,9% nel secondo trimestre del 2024; per i mutui a tasso fisso la media si è attestata al 3,7%, per quelli a tasso variabile al 5%. La differenza tra i due valori ha contribuito a orientare le preferenze verso i mutui a tasso fisso. La rischiosità del credito alle famiglie si è confermata moderata.
Nei prossimi mesi, l’economia regionale potrebbe trarre vantaggio dal recupero del potere d’acquisto delle famiglie, dagli investimenti pubblici legati al PNRR e da condizioni monetarie più favorevoli. “Tuttavia, l’acuirsi delle tensioni geopolitiche e il persistere di una fase sfavorevole per il settore manifatturiero dell’area euro rappresentano significativi rischi al ribasso. A questi fattori si aggiunge l’impatto, ancora difficile da valutare, delle alluvioni che hanno colpito la regione tra settembre e ottobre. Le previsioni delle imprese raccolte nel sondaggio della Banca d’Italia segnalano un rallentamento dell’attività tra la fine di quest’anno e l’inizio del 2025”, è l’avvertimento.
Qui il rapporto completo:
L’economia dell’Emilia-Romagna_aggiornamento congiunturale_2024