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Bellariese per Rimini con centrodestra disunito, dispetto 5Stelle e Tosi scarica babygang a nord


14 Agosto 2021 / Maurizio Melucci

Centrodestra

Dopo settimane di discussione alla fine il centrodestra ha deciso il candidato: Enzo Ceccarelli, ex sindaco di Bellaria. Tutte le forze della coalizione di centrodestra sostengono la candidatura. Un’unità molto di facciata e con tanti “mal di pancia” neppure troppo nascosti. In particolare nella Lega lo scontro è stato pesante fino all’ultimo minuto prima delle decisione. Infatti una parte del partito di Salvini sosteneva la candidatura di Alessandro Ravaglioli, un passato da dirigente del Popolo della Libertà e di Forza Italia, consigliere comunale di minoranza con i sindaci Giuseppe Chicchi e Alberto Ravaioli. Una candidatura sostenuta da una parte importante della Lega di Rimini e dal consigliere regionale Matteo Montevecchi, vicino all’area culturale di Comunione e Liberazione. Alla fine l’ha invece spuntata Jacopo Morrone, deputato di Forlì referente della Lega in Romagna, sostenuto dall’onorevole Elena Raffaelli, assessore a Riccione dove lo stesso sindaco Renata Tosi ha caldeggiato il nome di Ceccarelli.

Ma non c’è solo una parte della Lega ad essere poco convinta di questa candidatura. Forza Italia ha detto sì a Ceccarelli a denti stretti, per non dire strettissimi. Un assenso arrivato solo dopo la benedizione del tavolo enti locali romano e solo per non rompere l’alleanza di centrodestra, non certo per aver cambiato idea sul candidato, che resta poco lusinghiera. Fratelli d’Italia non ha posto veti, però ha già messo le mani avanti con il perentorio avvertimento alla Lega arrivato dal parlamentare bolognese Galeazzo Bignami: “Se a Rimini il centrodestra non vincerà le comunali, chi ha scelto il candidato sindaco dovrà poi assumersi le responsabilità”.

Poi c’è l’incognita Ravaglioli. I bene informati danno per certa una candidatura con una sua lista in rottura con Ceccarelli e con il centrodestra. Sarebbe un colpo pesante che potrebbe minare in modo importante l’esito elettorale. Una candidatura che frammenterebbe ulteriormente il già comlesso puzzle politico riminese.

Alessandro Ravaglioli

Enzo Ceccarelli

In queste giornate si è aperto un dibattito sull’opportunità che un ex sindaco di Bellaria possa assolvere la stessa funzione a Rimini. Io penso di no indipendentemente da come ha fatto il sindaco di Bellaria. Non sono in grado di giudicare quei dieci anni da primo cittadino. Prendo atto dei dati elettorali. Enzo Ceccarelli è stato eletto al primo turno nel 2009 portando il comune di Bellaria al centrodestra dopo 50 anni. Poi ha rivinto, sempre al primo turno nel 2014. Nel 2019 ha passato il testimone al sindaco Filippo Giorgetti che ha vinto, anche in questo caso al primo turno. Il giudizio lo hanno dato gli elettori di Bellaria.

Io ritengo però che la candidatura di Ceccarelli sia inadeguata semplicemente perché non è di Rimini, non abita a Rimini e non vota a Rimini. Come minimo ci vogliono anni per capire la complessità di una città di 150 mila abitanti con un territorio vasto che comprende entroterra e zona turistica. In un’altra occasione ho avuto modo di dire che Bellaria è grande come un quartiere di Rimini (quando esistevano) e tale è anche oggi. D’altra parte non penso neanche che una grande mano gli possa arrivare dalla minoranza uscente in consiglio comunale. A parte lodevoli individualità, in questi anni il centrodestra si è distinto per un’assenza pressoché totale dai temi centrali di Rimini, turismo compreso. Si dirà, Alberto Ravaioli era originario di Forlì. Ma il paragone è semplicemente fuori luogo. Ravaioli fu candidato quando era residente a Rimini da anni, ma soprattutto era un primario di assoluto rilievo dell’ospedale Infermi nonchè fortemente impegnato nel volontariato della comunità riminese. Insomma la candidatura di Enzo Ceccarelli è debolissima: per i contenuti che può proporre e per il tempo che ha a disposizione, poco più di un mese, per capire Rimini e i riminesi.

Enzo Ceccarelli candidato a sindaco per il centrodestra

5Stelle

Alla fine hanno deciso anche loro. Corrono in coalizione con la candidata a sindaca Gloria Lisi. Una scelta poco politica e molto simile ad un dispetto. E’ certo che il mancato sostegno del Pd al sindaco 5Stelle Mariano Gennari di Cattolica ha provocato la rappresaglia su Rimini. La posizione del Pd e del centrosinistra di Cattolica è stata, d’altra parte, coerente. Dopo cinque anni di opposizione alla giunta Gennari, un accordo elettorale era impensabile. Esattamente come è successo a Roma con la sindaca uscente Virginia Raggi. Vi sono delle regole che anche la politica deve rispettare. Non può passare l’idea che tutto è possibile, ribaltando schieramenti, sconfessando votazioni in consiglio comunale,  ignorando prese di posizione sedimentate in cinque anni. Cattolica doveva essere sganciata da Rimini. Così non è stato. In questo caso la scelta politica dei  5Stelle mi sembra da prima repubblica, molto tattica e priva di contenuti. Sono infatti curioso di legge il programma dei 5 Stelle per Rimini avendo come candidata a sindaco chi è stata vice di Andrea Gnassi per 10 anni. Immagino sia complicato parlare di discontinuità nei programmi come chiedeva il Movimento di Grillo nelle settimane scorse.

L’accordo dei 5Stelle con Gloria Lisi

Ordine pubblico

Questa estate si sta caratterizzando per il fenomeno della delinquenza giovanile. Solitamente sono gruppi di ragazzini, tra i 14 e i 19 anni, maschi e femmine. Si danno appuntamento su TikTok per fare a botte tra Rimini e Riccione. Vere e proprie spedizioni di vandalismo gratuito. Spaventare i turisti e i passanti, derubare coetanei di cellulare e soldi più per bullismo che per il bottino, spaccare vetrine o comunque combinare qualche guasto, oppure dare vita a vere e proprie risse. In questo periodo, anche nel passato, vi sono stati fenomeni simili, ma mai in queste dimensioni. Incideranno forse il lockdown, le discoteche chiuse, la difficoltà di viaggiare in altri lidi in Europa. Sta di fatto che è un fenomeno che preoccupa e non poco sindaci e forze dell’ordine.

Preoccupazione  di segno diverso quella del sindaco di Riccione Renata Tosi. Per lei la responsabilità di questa situazione è dei comuni della zona nord della provincia. Insomma Rimini, Bellaria e Santarcangelo. Per la prima cittadina di Riccione “se nella zona Nord della Provincia si scelgono politiche al ribasso con scarso controllo del territorio è inevitabile che l’onda arrivi anche nella zona Sud della nostra provincia”. Un’accusa poco elegante, ma soprattutto priva di fondamento. Il fenomeno delle baby gang riguarda tutte le località turistiche, nessuna esclusa. Le bande arrivano dai grandi centri del nord Italia, ma sono anche locali. Non è certo colpa della Tosi se si accaniscono in particolare su Riccione e infatti nessuno dei suoi colleghi sindaci si è mai permesso di farlo notare.

Operazione dei Carabinieri di Riccione contro le baby gang

Maurizio Melucci

(Immagine in apertura da “Baby Gang – Marocchino” – [Official Video])