Home___aperturaBonaccini: “Tutti più poveri senza quell’Europa che la destra sovranista vorrebbe affossare”

Le tre battaglie del presidente dell'Emilia-Romagna: "Transizione ecologica giusta, superare il diritto di veto, 100% rimborso danni agli alluvionati"


Bonaccini: “Tutti più poveri senza quell’Europa che la destra sovranista vorrebbe affossare”


7 Giugno 2024 / Paolo Zaghini

La Romagna è una terra a fortissima vocazione turistica. Come può il turismo continuare a essere volano di sviluppo?

“Da sempre la Romagna insegna al mondo l’arte dell’accoglienza e dell’ospitalità. Lo confermano le tantissime persone e famiglie che tornano ogni anno da ogni parte d’Italia e del mondo o che arrivano per la prima volta. Soprattutto lo dicono i numeri. In generale, l’aumento delle presenze turistiche in Emilia-Romagna negli ultimi 10 anni è clamoroso: siamo passati da 45 milioni a 62 milioni nel 2023. E il 2024 è già iniziato con segnali ancora più positivi. Ci siamo riusciti lavorando insieme ai sindaci, agli imprenditori e alle loro rappresentanze, per realizzare un prodotto a misura di famiglie e al passo con i tempi, affiancando alle forme più classiche, sempre di più offerte di turismo “esperienziale”. In questo l’Europa può aiutarci tantissimo, fornendo quelle risorse necessarie per ammodernare le strutture ricettive, digitalizzare le imprese e i territori, rendere più accoglienti e belli i lungomare e i centri storici dei borghi”.

A proposito di Europa, come può influenzare lo sviluppo e il futuro della Romagna?

“Senza Europa non solo la Romagna, ma tutti i territori sarebbero molto più poveri. Se avessimo dato retta a chi ci voleva fuori dall’Euro, le nostre aziende e le nostre imprese non avrebbero la forza di competere sui mercati internazionali come, invece, fanno, tanto che l’Emilia-Romagna ha collezionato l’ennesimo record di export dei propri prodotti. Allo stesso modo, le famiglie avrebbero un potere di acquisto molto minore e vedrebbero i propri risparmi svalutati. Senza Europa non ci sarebbero gran parte di quei fondi che ci hanno consentito, faccio un esempio, di garantire gli asili nidi gratis in montagna e fortemente scontati in pianura. Oppure di investire in medicina di prossimità con le nuove case di comunità o nelle telemedicina attraverso nuovi apparecchi di ultima generazione, mentre il Governo continua a tagliare selvaggiamente sulla sanità pubblica. Certo, l’Europa deve cambiare e migliorarsi, ma senza non abbiamo alcuna possibilità di progredire come società, di sviluppare servizi e di garantire quella coesione sociale che è il tratto distintivo della nostra Regione”.

Quali battaglie porterà in Europa, se eletto?

“Tante, ma ne cito tre. La prima: una transizione ecologica giusta, che non contrapponga ambiente e lavoro. Senza fare come il Governo, dove alcuni esponenti negano persino i cambiamenti climatici, ma nemmeno appiattendosi su posizioni ideologiche che scaricano i costi di questo necessario cambiamento sui ceti più deboli. La seconda: superare il diritto di veto, perché è inaccettabile che un solo Stato possa bloccare ogni politica europea. Le decisioni vanno prese a maggioranza, è un tema di credibilità e tenuta della democrazia. Terzo: ovunque sarò, in Romagna come a Bruxelles, la mia ossessione sarà il rimborso al 100% dei danni subiti dall’alluvione. Il Governo continua a fare promesse a cui non seguono atti concreti, ma si mettano il cuore in pace: finche non sarà risarcito l’ultimo cittadino dell’ultimo euro, come ha promesso Giorgia Meloni, non saremo soddisfatti”.

Il suo appello al voto?

“Si dice sempre che ogni elezione sia la più importante, ma questa volta lo è veramente: per la prima volta, infatti, c’è il concreto rischio che le forze antieuropeiste possano avere la maggioranza e questo porterebbe alla fine del progetto europeo. Non dobbiamo permetterlo, perché l’Europa rappresenta l’esperimento di convivenza in pace e democrazia più importante dello scorso secolo, che ha garantito libertà e progresso al posto di nazionalismi e dittature. Certo, dobbiamo cambiarla e migliorarla: l’Europa si deve occupare meno dei centimetri delle zucchine e più dei problemi concreti delle persone, meno delle rendite finanziare e più dei piccoli risparmiatori, meno delle lobby e più di aziende e imprese. Per farlo, però, non servono gli slogan, ma politiche serie e concrete e il Partito Democratico, nel solco del Socialismo europeo, rappresenta l’opzione più credibile tra quelle in campo”.

Paolo Zaghini