Camorra a Rimini, “Zio Pio” condannato a quasi 20 anni di carcere
10 Luglio 2024 / Redazione
Si è concluso con pesanti condanne il processo legato all’operazione “Idra”, che ha visto imputate 10 persone accusate di vari reati, tra cui associazione per delinquere finalizzata all’estorsione, esercizio abusivo del credito, bancarotta fraudolenta, intestazione fittizia di beni, trasferimento fraudolento di valori, truffa e riciclaggio. Le condanne ammontano complessivamente a oltre 50 anni di carcere.
L’operazione “Idra”, condotta dai carabinieri di Rimini, è scattata nel marzo del 2016, ma le indagini erano iniziate già nel febbraio del 2013 in seguito all’inchiesta “Mirror”. Questa ha rivelato i legami tra gli indagati residenti in Romagna e membri di clan camorristici napoletani, coinvolti in un vasto sistema di riciclaggio di denaro sporco. Quest’anno anche la Guardia di Finanza era intervenuta con sqeustri di beni dopo la denuncia di un imprenditore in difficoltà che aveva chiesto un prestito cui sarebbe stato imposto un tasso annuale da usura: quasi il 94 per cento.
Tra i condannati dal tribunale collegiale di Rimini spicca Pio Rosario De Sisto, noto come “zio Pio”, che è stato riconosciuto come il capo dell’organizzazione e condannato a 19 anni e 2 mesi di carcere. Altri imputati hanno ricevuto le seguenti pene:
Nicola Borghetti: 4 anni
Eugenio Conocchia: 2 anni e 3 mesi
Renato Schetter: 5 anni e 9 mesi
Francesco Enrico Pasquini: 5 anni e 4 mesi
Franco Pozzi: 1 anno e 9 mesi
Antonio Orlando: 3 anni e 10 mesi
Antonio Nuvoletta: 3 anni e 10 mesi
Pasquale Nuvoletta: 5 anni e 10 mesi
Pasqualino Caccavalle: 3 anni e 10 mesi
Le indagini hanno evidenziato come De Sisto, considerato il vertice del sodalizio criminale, organizzasse e dirigesse le operazioni illegali. Nel 2013, a Bellaria, De Sisto aveva incontrato esponenti di spicco della criminalità, inclusi i fratelli Antonio e Pasquale Nuvoletta, collegati all’omonimo clan di Marano di Napoli, e Michele Senese, figura di primo piano della malavita romana. Questo incontro aveva consolidato la collaborazione con i Nuvoletta, facilitando operazioni fraudolente attraverso la società “Odierna Distribuzione srl”, che acquistava merci con assegni scoperti e le distribuiva in supermercati compiacenti.
L’inchiesta ha anche rivelato l’attività di esercizio abusivo del credito svolta da De Sisto, che prestava denaro a piccoli imprenditori e successivamente li costringeva a restituzioni estorsive. Un esempio eclatante riguarda appunto un imprenditore riminese costretto a restituire 23.500 euro per un prestito iniziale di 5.200 euro.
Durante gli arresti, i carabinieri hanno sequestrato 72 conti correnti, 2 appartamenti, 3 autovetture, 5 autocarri e diverse società, per un valore complessivo di circa 600.000 euro. Inoltre, nella vettura di Pasquale Nuvoletta è stata trovata una pistola clandestina con un caricatore di 6 proiettili, portando al suo arresto.