Home___aperturaCampagna tra la gente e liste plurali: così Elly Schlein ha vinto le Europee

Tocca a lei costruire un'alternativa al governo delle destre


Campagna tra la gente e liste plurali: così Elly Schlein ha vinto le Europee


12 Giugno 2024 / Maurizio Melucci

E’ proprio vero che le sconfitte hanno sempre un solo responsabile mentre le vittorie sono collettive. Succede in tanti ambienti, tra cui la politica e funziona, nel bene e nel male, così da sempre. Se perdi le elezioni si dimette il capo di quel momento (a parte i partiti personali). Se vinci le elezioni la vittoria è di tutti. Così è anche in casa Pd o, meglio, soprattutto in casa Pd. Mentre la vittoria di Fratelli d’Italia viene iscritta a Giorgia Meloni senza se e senza distinguo, fra i Dem la vittoria viene piegata a seconda delle convenienze politiche di turno. Il Pd ha vinto e questo è un dato. E’ aumentato in percentuale e in voti assoluti. I motivi di questo successo (inatteso per molti analisti) sono sostanzialmente tre.

Una campagna elettorale delle Schlein con al centro i temi sentiti dai cittadini, dalla sanità ai bassi salari al lavoro. Il ritorno nelle piazze, sui luoghi di lavoro, tra la gente. Liste capaci di attrarre consenso con insieme amministratori e società civile.

Questo è stato il grande lavoro che ha fatto Schlein. Non per accontentare tutti. Al contrario, ha messo in campo la sua idea di Pd. Non solo amministratori ma neanche solo società civile. Una ricucitura invece di uno strappo. Basta guardare le preferenze per capire il capolavoro di Elly Schlein. Evidente che De Caro e Bonaccini, amministratori solidi, hanno tirato in Emilia-Romagna e nel Sud. Nel sostegno al sindaco di Bari anche la contrarietà all’autonomia differenziata che spacca il Paese.

Ma se guardiamo il Nord ovest si capisce il lavoro per allargare il consenso. 284 mila elettori hanno scelto la capolista Cecilia Strada, figlia del fondatore di Emergency, e 211 mila hanno indicato Giorgio Gori, sindaco uscente di Bergamo. Due figure completamente diverse che però hanno lavorato insieme per portare consensi al Pd. Non credo che questo sarebbe stato possibile prima di Schlein. E’ stata capace di uscire dalle Ztl delle città, fare ritornare al voto una parte che avevamo perso, parlare un linguaggio di sinistra sui grandi temi nazionali.

Chi non legge questa complessità e cerca di semplificare (tipo “hanno vinto i cacicchi che voleva estirpare”) vuol dire che non ha capito molto del successo del PD.

Dopo questo voto, la segretaria del Pd ha ricevuto dall’elettorato un mandato chiaro: a lei spetta il compito di costruire l’alternativa di governo. Lo può fare perché contrariamente al centrodestra non ha portato via voti ai suoi alleati potenziali. L’alleanza Verdi e sinistra ha ottenuto un grande successo elettorale. Dai 5 Stelle sono arrivati pochi voti. La sconfitta di Giuseppe Conte è figlia dell’astensionismo. Buona parte degli eletttori che hanno girato le spalle ai 5S non sono andati a votare. E i neo centristi di Renzi e Calenda si sono eliminati da soli.

Ora occorre creare una proposta di programma, alleanze sociali e politiche credibili. Il voto di sabato e domenica conferma che le forze di opposizione sono alla pari di quelle di maggioranza. Ma le seconde sono unite, le prime no.

Partiamo dai comuni dove il campo largo ha funzionato. Come a Modena, dove Massimo Mezzetti è diventato sindaco con il 64%. E a Cesena, dove l’uscente Enzo Lattuca è stato confermato con il 65%. Ma l’alleanza larga ha funzionato anche a Reggio Emilia (eletto Marco Massari) e in altri Comuni più piccoli, ma comunque significativi come Carpi, Fidenza, Cervia. Facciamo crescere questa alleanza dai territori. Poi si troverà il modo di trovare una sintesi anche sui temi nazionali ad iniziare dalla guerra.

Nel dopo voto mi pare che il grande problema dell’astensionismo sia stato liquidato molto velocemente dai commentatori e dirigenti politici. Io invece penso che non possiamo far finta di niente rispetto alla nuova e ulteriore crescita del non voto, che per la prima volta nel nostro Paese supera la soglia del 50% degli aventi diritto. Per altro un dato attenuato dal voto in contemporanea per il rinnovo di oltre 3 mila Comuni italiani. C’è un grande tema che riguarda la partecipazione democratica che non viene più esercitata dai partiti e tanto meno dalle istituzioni. Un segnale in questa direzione potrebbe arrivare dal Pd di Elly Schlein.

Un’ultima considerazioni. Per mesi siamo stati inchiodati nel dibattito politico da sondaggi che venivano sfornati quotidianamente e che si sono rilevati completamente sbagliati. Il Pd che oscillava per mesi tra il 19 e 20%. I 5 Stelle dal 15% in su. Renzi dato stabilmente oltre il 4,5%, Calenda che poteva arrivare al quorum. L’Alleanza Verdi e Sinistra non andava oltre il 2,5%. Chi vuole commissionare sondaggi lo faccia dichiarando tutti i dati che sono alla base della consultazione per capire di cosa si sta parlando. Altrimenti è meglio non farli.

Maurizio Melucci

(Nell’immagine in apertura: il festeggiamento dei dirigenti del Pd alla Schlein dopo il risultato elettorale)